"Espelli il razzismo".
- Scritto da
- Pubblicato in In rilievo
Si è svolto a Potenza, sabato 17 maggio, in aula A del consiglio regionale, un convegno che ha avuto come tema principale il razzismo. Ospite d'onore, il giornalista e opinionista sportivo Edrissa Sanneth, in arte “Idris”. Si è trattato di uno scambio culturale molto interessante che ha visto intervenire, tra gli altri, l'ex sindaco di Satriano e direttore editoriale di Radio Potenza Centrale, Vincenzo Giuliano, il quale ha espresso il suo pensiero sulla discriminazione in tutte le sue forme. “Il razzismo ingigantisce le differenze, esaltando le libertà individuali”, ha detto.
Secondo Giuliano, educare significa condurre l'individuo verso una strada di progresso. La cultura dominante invece è in crisi perché basata sulla denigrazione del passato. Il modello della famiglia tradizionale sta cedendo il passo ad un sistema informativo-mediatico, in cui il desiderio di auto-valorizzazione conta più del bene comune. Occorre, quindi, una riconsiderazione della famiglia che deve essere in grado di rilanciare il valore di tutta la comunità. “Un tempo ci si preoccupava delle regole, ora invece ci si preoccupa di perdere l'affetto del giovane. Ci preoccupiamo più di volere un figlio ricco e bravo che un figlio onesto. I genitori non sanno più inquadrare i figli in un processo educativo. Ma anche la politica, che ormai ha perso mordente, deve far valere il suo ruolo guida. Dare un'idea progettuale su cui orientarsi significa anche voler dare un futuro ai propri figli”. Successivamente è intervenuto il candidato sindaco di Potenza, Dario De Luca, il quale ha detto che l'educazione e essenziale, ma non basta. Negli stadi soprattutto, c'è sempre più la necessità di dover eliminare ogni forma di bullismo e di razzismo.
Sonia Topazio, giornalista ed ex-campionessa di atletica leggera, ma anche madrina dell'Aido (associazione italiana donazione organi) ha controbattuto dicendo che per lei, il razzismo nello stadio è molto relativo e che il concetto di famiglia oggi è diventato moderno, ma non per questo è da considerarsi sbagliato. Secondo Sonia, basta seguire l'inconscio, per non rimanere assoggettati al peso delle regole.
Emanuele Pesarini, uno dei responsabili del Cad (Centro di ascolto del disagio) di Potenza, ha colto l'occasione per invitare tutti a dare il proprio contributo alla neonata associazione di volontariato. È intervenuto anche Marco Rosselli, presidente della Fismic (sindacato autonomo dei metalmeccanici), secondo cui gli stranieri sono una ricchezza. “La politica deve puntare maggiormente su sport e cultura e la regione deve investire di più sulla città”, ha detto.
In ultimo il personaggio pubblico, Idris. Conosciuto da tutti come giornalista e opinionista sportivo. Secondo Idris lo sport ci unisce tutti proprio perché, tramite la competizione, incentiva all'armonia, alla solidarietà, al gioco di squadra e quindi a fare di meglio. La competizione, però, deve essere fatta in modo sano. Lo sport è violenza per colpa del danaro, principale fonte di discordia. Ma, per sradicare questa situazione venutasi a creare, occorre una volontà politica. La politica invece, per motivi elettorali, si è appropriata anche del tifo. Per Idris, l'omertà ed il silenzio non risolvono affatto la situazione. Il razzismo istituzionale è quello che ha portato alle fortune dell'occidente. Ma i valori, per lui, contrariamente al pensiero della Topazio, non possono mai cambiare proprio perché sono sempiterni.
Giuseppe Postiglione ex-presidente del Potenza calcio, dopo aver fatto i suoi dovuti complimenti per come il dibattito si è svolto, ha dichiarato di essere amico di Idris già da lungo tempo e di essersi dedicato alla questione calcistica sin dalla più giovane età. Il suo impegno ora vuole essere quello di dar voce a chi voce non ne ha. Non a caso, il cambiamento auspicato da tutti i politici non deve essere solo sulla parola, ma soprattutto sui fatti. Per questo non bisogna accusare la società per ciò che succede negli stadi. Il problema resta il dio danaro. Bisogna fare appello invece ai metal detector, alla polizia e a tutte le forme di controllo esistenti. Per Giuseppe, il razzismo è rappresentato dalle scritte sui muri, dalle invettive ingiuste di certa stampa locale. Razzismo è anche il trovarsi costretti ad elemosinare un posto di lavoro, rimanendo succubi e relegati così sempre alla vecchia politica. Secondo lui, solo se tutti siamo in grado di sentirci veramente una famiglia, il vero cambiamento si può attuare.
Giulio Ruggieri