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Convegno sulla vita di David Maria Turoldo:

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In evidenza Convegno sulla vita di David Maria Turoldo:

Si è svolto venerdì 7 giugno, nell'auditorium della chiesa di Santa Cecilia di Potenza, un dibattito sulla vita di David Maria Turoldo, religioso e poeta italiano dell'”Ordine dei Servi di Maria”, ritenuto uno degli esponenti più rappresentativi del cambiamento del cattolicesimo durante la seconda metà del 900. Presenti all'incontro il frate Ermes Ronchi, che collabora alla trasmissione di Rai Uno, “A sua immagine”, don Marcello Cozzi e don Mimmo Florio. Ronchi, avendo avuto occasione di convivere nella comunità religiosa con Frate Davide Turoldo, ha riportato ai presenti la sua esperienza personale, leggendo poi alcuni passi delle sue poesie più belle. “Era un sacerdote di rara spiritualità - ha detto - libero dalle cortigianerie e dalle maschere della chiesa. Non cercava consenso né dissenso, ma solo il senso nelle cose. Davide Maria Turoldo era un uomo di cultura oltre che un frate e sapeva collegare campi differenti dello scibile umano, come poesia e fede. Sapeva parlare ai credenti, cosa che in pochi sanno davvero fare, proprio perché sapeva riportare la vita, non la dottrina. Sapeva trasformare ogni persona o amico in un evento nuovo e trasformava tutto in una sorgente di energia. Si definiva maniaco di Dio, perché secondo lui non esiste grandezza senza passione”. La sua era una fede coraggiosa, proprio perché piena di dubbi, il che gli è valso l'appellativo di "coscienza inquieta della Chiesa", mentre altri ritenevano e ritengono assai controverse alcune sue prese di posizione. Non esiste fede senza dubbio e questo filtrava anche dalla sua poesia. Portava avanti una vera e propria guerra con Dio. Si sentiva quasi braccato da Lui, non a caso, prima di morire voleva suicidarsi. “Amare Cristo è gioie e dolori - diceva - E' pericoloso perché stravolge, ma non amarlo è ancor peggio”. Il tema del dolore secondo Ermes Ronchi resta il vero mistero della fede, proprio perché non riusciamo a darci risposta al dolore innocente. L'origine del peccato, invece, resta nella libertà ed è in essa che portiamo il peso delle nostre risposte. “Ciò che più ci avvicina a Dio sono fuoco e acqua, culla della vita”. La poesia, secondo Ronchi è una delle forme di bellezza che più si avvicinano a Dio. Non a caso, i poeti, gli eroi e i santi sono i veri numi tutelari, gli esempi positivi da seguire. Anche secondo don Marcello Cozzi Davide esce dagli schemi ecclesiastici facendo riscoprire così la sacralità della laicità. Questo perché Turoldo era abituato a trovare la verità non nelle forme della religiosità, ma nella vita di tutti i giorni. Non portava Cristo agli uomini, ma gli uomini a Cristo, comprendendone i problemi e aiutandoli. In questo senso Cozzi parla di riscoperta della sacralità della laicità. Ma un messaggio di Ronchi più di tutti lascia adito a riflessioni profonde: “nella fede la razionalità è giusto che abbia diritto di veto, ma non può, non deve avere diritto di guida”.



Giulio Ruggieri 

Ultima modifica ilLunedì, 09 Giugno 2014 23:28

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