Superare il dissesto e pensare il Comune come ambiente domestico
- Scritto da Maria De Carlo
- Pubblicato in L'editoriale
Ci sono tanti veleni in giro, recriminazioni e accuse. Non è in questa direzione che, credo, si debba andare. Ora bisogna costruire, risollevarsi. Indietro non si torna. Non si annullano sicuramente le responsabilità o le cause che hanno portato a questo default ma bisogna trovare una soluzione che sia, quanto più possibile in linea con una solidarietà allargata per un nuovo cominciamento. Dobbiamo costruire e non dividere. Dobbiamo guardare avanti.
Il Comune andrebbe considerato al pari di una casa, un ambiente domestico. La gestione amministrativa-economica si rifà a uno stesso principio: occuparsi di bisogni reali di una comunità.
Oikos e nomos sono le due parole della lingua greca antica che coniano il termine economia (casa o sfera domestica e legge), cioè è la disciplina che si occupa delle leggi che governano l’ambiente domestico. E cioè tutto ciò che ha a che fare con i bisogni reali. Al Comune si richiede una gestione dell’attività economico-finanziaria, che deve tener conto – tra gli altri – di due fondamentali principi: veridicità (bilancio redatto in spirito di prudenza e in accordo a stime quanto più vicine alla realtà) e pareggio finanziario (non si può spendere più di quello che si è in grado di incassare).
Nella società greca classica chi si occupava di economia domestica cioè di bisogni reali, non erano certamente gli uomini liberi, i maschi. Loro compito era la teoria e la politica (pensare e organizzare dall’alto). Non potevano immischiarsi in ciò che ritenevano faccende quotidiane, cose per loro “basse”. Faccende destinate ai non liberi e alle donne (espressione di una cultura patriarcale). Fatto sta che sarebbe necessario ri-pensare il Comune come ambiente domestico (parafrasando la studiosa Praetorius) con una maggiore “presenza decisionale” di donne (la ricerca le ritiene le più prudenti). Sono numerosi gli studi che attestano società con maggiori profitti economici quando hanno una presenza di donne nei consigli di amministrazione. Dovremmo ripensare insomma e promuovere una democrazia paritaria per il bene comune. Per ora auspichiamo la cosa meglio distribuita al mondo, il “buon senso”, come diceva Cartesio.
Maria De Carlo
LA DIRETTORA
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