FACEBOOK : CHI C'E' DIETRO LA MASCHERA?
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Nel febbraio 2004 nasceva “ FACEBOOK” un servizio di rete fondato ad Harward negli Stati Uniti da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università. Originariamente era stato progettato per studenti dell'università , ma ben presto fu aperto a tutte le scuole della zona di Boston. In seguito si diede accesso ad altri studenti e a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età.
I social network sono ormai i mezzi di comunicazione più gettonati.
Su facebook è possibile prendere un appuntamento con amici per un'uscita, ma anche per lavorare con colleghi coordinandosi con semplicità, immediatezza, velocità in modo completamente gratuito; cercare persone nel mondo, condividere i propri stati d'animo, partecipare a gruppi, essere informati in tempo reale sulle ultime news, interagire con amici reali e virtuali. E fin qua ci siamo. Ma vediamo:
chi c'è dietro quella maschera? Spesso su Facebook si nascondono persone per intessere relazioni con altri utenti connessi al social network, persone completamente sconosciute, a volte è qualcuno che conosciamo ma finge di essere qualcun'altro solo per avvicinarci, o magari è qualcuno che ci osserva da molto tempo senza che noi lo sappiamo, un Avatar.
Alimenta la sua fantasia mantenendo la vittima a debita distanza, ma quando quest'ultima decide di farlo entrare nella sua vita, egli conosce già la strategia da applicare, è in grado di eliminare ogni freno inibitorio, persino la vergogna. Ma vediamo chi sono queste persone. Spesso sono persone che “non giocano a carte scoperte” ; sparano nel mucchio o attaccano qualcuno sentendosi protetti, persone affette da insicurezze sociali e sessuali e da caratteristiche nevrotiche della personalità.
“Le identità recitate” caratterizzano le relazioni online attraverso la mediazione di Fake, ovvero di soggetti mascherati, che interagiscono costruendo immagini de sé e degli altri in un sistema di rapporti “collusivi”. Quindi la vita online provoca effetti placebo non solo in soggetti depressi e solitari ma in chiunque abbia un'insicurezza o disagio rispetto alla percezione della propria immagine, ma anche coloro che non hanno problemi di autostima affidano al web e ai social network l'occultamento dei propri difetti e l'esaltazione dei pregi non sempre reali:I legami tra false identità personali generano benessere precario destinato a sgretolarsi quando i soggetti si calano nelle dimensioni delle relazioni reali, dove barare è molto più difficile.
Ovviamente chi ci mette la faccia invece si assume i suoi rischi.
Facebook se usato correttamente può diventare un mondo per restituire speranze e per salvare vite, non distruggerle.
Angela Rondanini