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PRESENTAZIONE DEL PRIMO QUADERNO DELL’IRES CGIL BASILICATA “L’ORO NERO CHE NON SI ESTRAE”

La CGIL Basilicata ed il suo Centro di ricerche e studio (IRES) hanno presentato il 22 giugno 2015 presso la sala conferenze del Museo Provinciale di Potenza, il loro primo Quaderno dal titolo L’oro nero che non si estrae. Immigrati e petrolio in Basilicata, problemi e risorse. Si tratta di un lavoro, realizzato da ricercatori e studiosi nel corso degli ultimi mesi, che rappresenta uno studio minuzioso sui temi relativi all’immigrazione e al petrolio. Il volume contiene articoli dei seguenti autori: Piero Di Siena, Nicola Coviello, Paolo Naso, Jean-René Bilongo, Raimondo Bosco e Stefano Prezioso, Donato Di Sanzo e Giovanni Ferrarese, Giuseppe Melillo, Valerio Tramutoli, Rocco Fasanella.

Come precisato sul suo sito internet, l’IRES Basilicata ha per obiettivo di guardare con realismo alle fratture ed ai costi sociali, che un capitalismo della mercificazione impone e, allo stesso tempo, ingegnarsi per corrispondere allo stesso livello, sul campo di gioco globale, per trovare risposte all’altezza della sfida e per provare a fornire al sindacato stesso una chiave di lettura anticipatoria su temi di grandissima importanza. […] Con l’IRES la CGIL intende favorire la crescita di un soggetto culturale, di analisi e di elaborazione, che si muova nello spazio socio-politico della Basilicata e del Mezzogiorno; un soggetto che sappia essere idea culturale e politica della Basilicata, attento ai cambiamenti e diffusore di cittadinanza, dialogo culturale, integrazione, progresso sociale e del lavoro.

Ha coordinato i lavori della presentazione del volume, L’oro nero che non si estrae,Vincenzo Esposito, Segretario Generale FLAI CGIL Potenza, dichiarando: “L’IRES-CGIL Basilicata è il nostro centro di ricerche e studio di cui la CGIL Basilicata si è dotato per affrontare le questioni nel merito scientificamente, anche per sfuggire all’emotività e alle campagne mediatiche, che molte volte non danno un quadro preciso delle questioni. E mai in un periodo attuale come questo, dove l’immigrazione si presta a strumentalizzazioni politiche ed in modo particolare si strumentalizza questo fenomeno, crea paure che in effetti se il fenomeno lo analizziamo con la ricerca, ci rendiamo conto che queste paure non hanno senso di esserci. Il titolo della ricerca è L’oro nero che non si estrae, mette a confronto due risorse, quella legata all’immigrazione che è per noi una risorsa da valorizzare e la risorsa petrolifera, che è pure una risorsa, che si esaurisce e che sicuramente la nostra regione non può basare le proprie politiche di sviluppo e non può essere un modello di sviluppo.  Abbiamo autorevoli interlocutori che ci daranno i loro punti di vista.”

Il curatore del volume, Giovanni Casaletto, presidente dell’IRES-CGIL Basilicata, dottorando di ricerca in Storia dell’Europa mediterranea presso l’Università della Basilicata, ha presentato i lavori del gruppo di studiosi e giovani lucani, individuando il filo di connessione fra l’immigrazione, la comprensione delle sue cause, la relazione e la percezione che ne hanno i cittadini lucani di questo fenomeno, e le relazioni che si stabiliscono su scala territoriale. Casaletto ha affermato: “In questa circostanza, l’immigrazione è l’aspetto centrale della ricerca. Il petrolio ne diventa l’estensione concettuale gravida di significati territoriali. L’oro nero che non si estrae è la provocazione voluta in un territorio ricco di oro nero che si estrae. […] Formulare l’invito di una comprensione del territorio che vada oltre la composizione del prodotto interno lordo e che consideri altri indicatori, quali la vivibilitàambientale, la sicurezza dei cittadini, il rispetto del paesaggio e di ciò che il paesaggio offre, e più in generale la qualità delle relazioni umane. […] In Basilicata è utile sottolineare il dato relativo ai residenti stranieri, dal 2002 al 2010 si è quadruplicato, mentre dal 2010 al 2013 la popolazione immigrata è passata  da 12992 ai 16968 secondo Caritas-Migrantes. […] Tra le destre razziste in Europa e le sinistre incapaci di affrontare le paure della popolazione, noi tutti, immigrati compresi, siamo le vittime collaterali dirette delle forze della globalizzazione. […] In questa strettoia, il sindacato e le forze vive del lavoro possono fornire una risposta di respiro culturale nella costruzione di una rete di un sistema di tutele e di diritti del lavoro su scala planetaria, possono contrastare la xenofobia e predisporre, come per la buona esperienza di “sindacato di strada” o di “stop caporalato”, una rete di legalità a partire dai tanti sportelli periferici dell’INCA-CGIL; possono orientare azioni, misure e programmi puntando qui in Basilicata sulle potenzialità dell’agricoltura. […] Il quadro di un potere trasformato in disordine mondiale in cui il diritto di intervento umanitario, l’esportazione della democrazia occidentale hanno reso instabili intere aree del pianeta e più fragili i nostri confini, impongono a noi tutti, per citare un bellissimo brano di Ivano Fossati, di tendere la mano al nostro fratello che guarda il mondo e da cui il mondo ha momentaneamente voltato le spalle.”

Il Direttore dell’INPS Basilicata, Antonio D’Ago, dopo aver riferito la contabilità delle prestazioni che l’INPS eroga da un punto di vista economico-finanziario, ha dichiarato: “In Basilicata, siamo oltre il 50 % dei cittadini  che beneficiano del Welfare. […] I lavoratori immigrati sono 4540 che prestano un rapporto di lavoro regolarmente assicurato, e soltanto 543 hanno beneficiato di prestazioni a sostegno del reddito. Vuol dire che gli immigrati stanno finanziando il nostro sistema di welfare e questo è un elemento di positività. Da un punto di vista politico-sindacale noi dobbiamo con forza evidenziare.”

Il Segretario Generale CGIL Basilicata, Angelo Summa, ha esposto una riflessione: “Il tema dell’immigrazione è un tema di carattere epocale, che però non può essere trattato con risposte emergenziali. […] Noi siamo di fronte ad una crisi democratica, tra le più profonde della storia del nostro paese, in cui l’autorevolezza politica ha perso la sua azione di progettazione di visione, e schiacciata in una crisi ed a servizio esclusivo dell’economia che detta tutto. E quindi, o qui ritroviamo un nuovo equilibrio o noi non ce la facciamo. […] Il tema dell’immigrazione è una ricchezza per un territorio come la Basilicata ed il Mezzogiorno che si spopola. Tutti i dati sulla demografia ci parlano di una Basilicata che si spopola di più nel Val d’Agri, dove c’è il petrolio, rispetto ad altre parti del paese, e questo ci consegna quanto è complesso il rapporto tra petrolio e sviluppo. […] Come può la Basilicata continuare a parlare di petrolio se a capo dell’istituzione ne sono soggetti discutibili le cui azioni di monitoraggio non ci sono. Ma com’è possibile? Si sia seri su questo! Si guardi i propri cittadini con maggiore rispetto! Si abbia più coraggio oltre all’ansia del petrolio e delle royalty, un governo regionale avrebbe più autorevolezza. […] La Basilicata ha bisogno di recuperare una sua visione; nonostante abbiamo acqua e petrolio, nonostante abbiamo avuto a disposizione negli anni tutte queste risorse, i nostri indicatori economici ci consegnano una realtà che è identica a prima che avessimo a disposizione queste risorse. La Basilicata con quelle risorse non ha modificato nulla nella sua struttura produttiva economica e di sviluppo, significa che probabilmente la visione su cui abbiamo costruito il nostro sviluppo è una visione che non ha prodotto risultati. E quindi bisogna cambiare visione. […] Bisogna costruire, per dare sviluppo ad altri settori della nostra regione. Che l’ENI e le multinazionali devono investire in Basilicata per quanto riguarda le energie alternative. O si fa questo, o diversamente la nostra azione sarà un’azione che non potrà più tollerare solo un rapporto di sfruttamento del nostro territorio senza costruire una prospettiva occupazionale. L’agricoltura e altri settori come quello dell’infrastruttura sociale, possono essere settori strategici per creare occupazione e ricchezza in questo territorio.”

Il responsabile del Coordinamento nazionale immigrati FLAI-CGIL, Jean-René Bilongo, ha affermato: “Dobbiamo come federazione dell’agro-industria continuare a resistere su queste tematiche di lotta e di contrasto allo sfruttamento in agricoltura. L’agricoltura è un bacino di occupazione straordinario, abbiamo circa un milione e 200 mila occupati regolari in agricoltura. Sono presenti tutte le nazioni, diventa un crocevia di lingue e culture, è esattamente il riflesso di quello che sarà l’Italia di domani; però anche il riflesso delle derive che si possono verificare nel mondo del lavoro, come il caporalato e lo sfruttamento. Noi promuoviamo tante iniziative per fermare le derive che caratterizzano il lavoro agricolo. Continueremo a fare il nostro lavoro e a marcare la nostra presenza in tutti i territori, non ci faremo intimidire né intimorire da nessuno.”

Il Dottore di ricerca in Sociologia, Donato Di Sanzo, ha illustrato il lavoro svolto con il suo collega Giovanni Ferrarese, sul tema intitolato “Il doppio binario dell’accoglienza” fatto da due registri: uno dello SPRAR del Ministero dell’Interno (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), l’altro sistema straordinario dei centri CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo) e CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria); entrambi di emanazione prefettizia. Dei  circa 1000 richiedenti asilo e rifugiati attualmente presenti in Basilicata: 400 sono inseriti in 12 progetti territoriali appartenenti al sistema ordinario SPRAR; 600 sono collocati in 14 diversi centri di accoglienza straordinaria CAS. La differenza di registro nell’accoglienza determina due regimi sostanziali di prestazioni offerte ai richiedenti asilo e rifugiati. Il sistema lo SPRAR si caratterizza con il coinvolgimento diretto degli enti locali; rete di accoglienza diffusa su tutto il territorio nazionale; il massimo di permanenza è di 6 mesi; dislocazione in piccole concentrazioni (nei appartamenti); rendicontazione analitica delle spese sostenute; supporto per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela. Nei centri di accoglienza straordinaria, l’assenza di controllo del Ministero dell’Interno e il mancato coinvolgimento degli enti locali rendono molto difficile il mantenimento degli standard dignitosi di accoglienza: grandi concentrazioni in strutture riconvertite (alberghi, ex industrie, etc.), tempi di permanenza indefiniti nelle strutture e rendicontazione forfettaria delle spese.

Sono intervenuti anche il Professore Valerio Tramutoli e l’assessore regionale dell’agricoltura e sviluppo rurale Luca Braia. L’incontro è terminato con le conclusioni della Segretaria Nazionale FLAI-CGIL Ivana Galli ed i saluti del Prefetto di Potenza Antonio D’Acunto.  

Per dare operatività alle proposte, per andare avanti sull’oggetto del dibattito suscitato dal primo quaderno, l’IRES Basilicata continuerà a sviluppare contenuti sui principali fattori economici e relazionali della nostra regione. La ricerca del Centro Studi della CGIL Basilicata avrà una preoccupazione permanente sugli aspetti quali l’energia, il governo del sottosuolo e delle risorse naturali, l’immigrazione e i diritti delle comunità migranti, l’industria, il lavoro, il welfare e la lotta all’esclusione sociale.

Ultima modifica ilGiovedì, 25 Giugno 2015 12:56

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