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Presa di decisione e ragionamento

Da secoli l'uomo è affascinato dalla conoscenza compresa l'indagine sulla natura umana; uno degli aspetti che maggiormente ha attratto l'interesse dei pensatori riguarda il modo in cui come noi utilizziamo le facoltà cognitive, su tutte la capacità di ragionamento e la presa di decisione. Fin dalla sua nascita anche la Psicologia si è focalizzata su queste facoltà utilizzando il metodo scientifico al fine di comprenderle meglio e di rendere più consapevole ed efficace il loro utilizzo. Il ragionamento e la presa di decisione sono due facoltà pervasive nella nostra vita quotidiana ed il loro funzionamento viene solitamente dato per scontato ed utilizzato in maniera automatica ed alle volte in maniera inconsapevole. Le prime teorie a riguardo furono sviluppate in maniera similare a modelli matematici e presumevano che i soggetti decisori erano perfettamente informati, infinitamente sensibili alle informazioni e completamente razionali. Le teorie successive iniziarono a riconoscere il fatto che gli esseri umani utilizzano spesso criteri soggettivi e che elementi casuali influenzavano gli esiti della decisione mettendo in discussione l'assunto secondo la quale l'uomo fosse illimitatamente razionale nelle sue decisioni. Dalle ricerche emerge infatti come le persone utilizzino spesso strategie basate sul soddisfacimento scegliendo la prima opzione  minimamente accettabile; inoltre è emerso che molte strategie decisionali implichino un processo di "eliminazione per aspetti" al fine di evitare un numero eccessivo di opzioni sulla quale ragionare. Le ricerche inoltre hanno evidenziato come la presa di decisione sia fortemente influenzata dall'utilizzo di euristiche, ovvero l'utilizzo di un insieme di strategie intuitive messe in atto in maniera poco rigorosa e controllata: una delle euristiche più comuni ed utilizzata è quella della rappresentività nella quale tendiamo a considerare piccoli campioni come rappresentativi e dunque attendibili  giungendo infine a generalizzazioni che influenzeranno in maniera pervasiva la presa di decisione. Altra euristica alquanto diffusa è quella della disponibilità dove la mente umana tende a formulare giudizi sulla base di informazioni immediatamente disponibili in memoria ignorando stimoli ed informazioni che potrebbero rivelarsi preziosi. Senza dilungarsi eccessivamente gli Psicologi hanno descritto altre euristiche come quella "dell'ancoraggio e dell'aggiustamento"  e della "correlazione illusoria". La presa di decisione inoltre può essere facilmente influenzata dal "ragionamento retrospettivo" il quale tende a deviare la nostra percezione originaria di un evento o situazione  alla luce delle conoscenze successivamente acquisite. Altro errore cognitivo alquanto diffuso è l'eccesso di sicurezza nella quale la persona tende a non vagliare tutti gli stimoli disponibili poiché ritenuto superfluo. Ogni presa di decisione implica la valutazione delle diverse opportunità e la selezione di una scelta chiamando in causa il ragionamento e mettendo in atto l'utilizzo formale di strategie di pensiero atte a trarre delle conclusioni. Il processo di pensiero chiamato ragionamento è stato a lungo studiato e didatticamente suddiviso in ragionamento deduttivo e ragionamento induttivo: il ragionamento deduttivo consiste nel trarre conclusioni logicamente certe da un insieme di proposizioni generali mentre il ragionamento induttivo è il processo mediante il quale una persona tenta di giungere ad una conclusione generale sulla base dell'osservazione di stimoli particolari. Per quanto la ricerca si sia a lungo soffermata a studiare la presa di decisione ed il ragionamento, anche in virtù della complessità dell'argomento e dell'impossibilità di poter accuratamente generalizzare i risultati ottenuti,  allo stato attuale nessun modello teorico spiega bene come funziona la mente umana nel momento in cui siamo chiamati a prendere decisioni in particolar modo quelle di tutti i giorni.

Dr Michele Passarella

Ultima modifica ilDomenica, 19 Luglio 2015 13:57
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