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C’È VITA NELL’UNIVERSO? ultima puntata: MARTE, IL PIANETA ROSSO

In evidenza C’È VITA NELL’UNIVERSO? ultima puntata: MARTE, IL PIANETA ROSSO

Marte, il pianeta rosso

 Dopo aver esaminato ed escluso la possibilità di sussistenza delle condizioni necessarie affinchè la vita possa albergare nei pianeti del sistema solare, Marte rimane allora l’unico corpo astrale che sembra presentare le condizioni minime per qualche forma di vita, finanche primordiale.

Trattiene un’atmosfera di elementi leggeri e la temperatura in superficie è compatibile con l’esigenza di stabilità dei composti organici. Però, se queste sono condizioni necessarie per lo sviluppo della vita, non sono di per sé sufficienti. L’atmosfera è composta per il 75% da anidride carbonica, e misure condotte dalla sonda Mariner 7 hanno rivelato che le calotte polari sono costituite da anidride carbonica ghiacciata e non da acqua allo stato di congelamento, come si ipotizzava nel secolo scorso.

L’attuale descrizione di Marte è meno promettente, per l’esistenza di forme di vita, di come appariva nel XIX secolo. Le sonde e i rover inviati sulla sua superficie hanno rivelato che i contrasti di colore riscontrati sono dovuti a movimenti di polvere spinti dai venti.

L’acqua di Marte, inoltre, data la secchezza dell’atmosfera, è stabile solo allo stato di vapore o come ghiaccio. L’acqua liquida può esistere solo sotto forma di soluzione ricca di soluti. La scarsa disponibilità di acqua rappresenta un notevole fattore limitante per la vita, come si può verificare, ad esempio, dalla distribuzione degli organismi viventi sulla Terra. Sono pochissime, infatti, le specie che si sono potute adattare e crescere in soluzioni relativamente anidre, come soluzioni concentrate di sali o soluzioni concentrate di saccarosio.

Nell’Antartico i microrganismi sono quasi assenti e i pochi che ci sono si ritiene che siano stati trasportati dal vento, o in altro modo.

Nell’atomosfera di Marte manca inoltre l’azoto, anch’esso necessario per le forme viventi terrestri.

Infine facciamo chiarezza sui famigerati “canali”. Si è sempre ritenuto che potessero essere solchi dovuti all’erosione da parte di eventuali solchi d’acqua. Avendo però constatato che l’acqua liquida è attualmente assente sul pianeta rosso, si deve pensare ad una fusione di nubi ghiacciate avvenuta in epoche precedenti a seguito di variazioni climatiche. Variazioni di questo genere possono essere ammissibili, dal momento che l’inclinazione dell’asse marziano oscilla con una periodicità di svariati milioni di anni. Se vi è stata un’epoca in cui questa inclinazione ha portato all’instaurarsi di un clima simile a quello terrestre nella zona equatoriale di Marte, si può supporre che si sia resa disponibile una quantità di acqua liquida sufficiente alla formazione di canali e forse all’evoluzione di viventi simili a quelli terrestri. Questi ultimi, però, sarebbero andati incontro a periodi di quiescenza o di estinzione nel successivo periodo glaciale che attualmente interessa il pianeta rosso.

Per approfondire leggi anche:

http://scienzenotizie.it/2015/11/09/scoperta-nebbia-acida-su-marte-538552#

 

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