ScientificaMENTE - LE GRANDI PRODUZIONI AGRICOLE ODIERNE
- Scritto da Daniele Nardiello
- Pubblicato in Cultura
ScientificaMENTE è una serie di articoli dedicati alla divulgazione scientifica.
Affrontiamo argomenti di Biologia, Chimica, Geografia, Scienze della Terra e molti altri di carattere tecnico – scientifico, utilizzando termini il più possibile semplificati, allo scopo di avvicinare le materie scientifiche al più vasto pubblico di lettori.
ScientificaMENTE - LE GRANDI PRODUZIONI AGRICOLE ODIERNE
La base dell’alimentazione umana è costituita dai cereali, piante a ciclo annuale che danno un prodotto abbastanza conservabile. Tutte le grandi civiltà hanno avuto un cereale quasi sacralizzato: il frumento nel bacino del Mediterraneo, il riso nell’Asia monsonica, il mais nella Mesoamerica.
Il più diffuso è oggi il frumento, con una produzione annua media ben superiore ai 5 miliardi di quintali.
Le varietà ad alta resa hanno modificato l’ordine dei grandi produttori, che vede oggi al primo posto la Cina, seguita dalla Russia, la cui produzione è però molto fluttuante, in presenza di un consumo interno tale da richiederne normalmente l’importazione. Seguono le produzioni di USA, India, Canada, Francia, Australia, che, ad esclusione dell’India, sono anche i maggiori esportatori.
Per l’inversione stagionale tra i due emisferi, i Paesi australi (Argentina e Sudafrica, oltre all’Australia) raccolgono durante il nostro inverno, nel momento della maggiore richiesta, con la certezza di vendere rapidamente tutto il prodotto.
Il riso, che fino agli anni ’70 era il cereale più prodotto, si sta solo ora avvicinando ai 5 miliardi di quintali annui, è il cereale tipico delle zone monsoniche: nell’Asia di sud-est si hanno in genere due raccolti annui, eccezionalmente 3. Oltre un terzo della produzione proviene dalla Cina e circa un quinto dall’India; in complesso quasi nove decimi del totale sono asiatici, e nel resto del mondo il solo buon produttore è il Brasile.
La produzione di mais (tra 4,6 e 4,8 miliardi di quintali) è simile a quella del riso, ma in buona parte viene destinata ad alimentazione animale e alla produzione di alcol. Originario del Messico, è tuttora prodotto per quasi la metà in America, con uno schiacciante primato degli USA (circa un terzo del totale mondiale). Al secondo posto è la Cina (un quinto), seguita dal Brasile, entrambi in rapido aumento.
Per approfondire:
http://www.lg-italia.it/agriblog/180-produzione-mondiale-dei-cereali-i-numeri-principali
http://www.colturaecultura.it/content/grano-nel-mondo
Destinazione del grano
Le cariossidi dei cereali raramente sono utilizzate integralmente per l’alimentazione umana, a eccezione del riso, che da sempre è utilizzato in chicchi, insieme alla recente ripresa di altri cereali minori come l’orzo, il farro e il frumento. La maggior parte della produzione di quasi tutti i cereali è destinata alla trasformazione in farina. Dal punto di vista qualitativo, il grano duro si differenzia da quello tenero per il contenuto di proteine, che è lievemente superiore, e per i prodotti che derivano dalla macinazione della granella. Dal grano duro, infatti, si ottengono generalmente semole e semolati dai granuli grossi e con spigoli netti, mentre la macinazione della granella di grano tenero produce farine dai granuli tondeggianti. Inoltre, il grano duro è adatto principalmente per la produzione di pasta alimentare (e di pane), mentre quello tenero per ottenere pane o pasta all’uovo.
La produzione agricola è, tra tutte, quella più importante per l’umanità, costituendo la base fondamentale dell’alimentazione; è anche necessario aumentarla perché gli esseri umani sono sempre di più.
L’aumento però si può ottenere solo in due modi, e per entrambi si hanno forti controindicazioni: aumentando le aree coltivate, però a detrimento delle praterie e delle foreste naturali (indispensabili per gli animali, a loro volta necessari per la nutrizione), o aumentando la produzione sulla stessa superficie, con grande uso di fertilizzanti, pesticidi e diserbanti, con le gravissime conseguenze sul piano ambientale tristemente conosciute.
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