Psicologia e Cancro
- Scritto da Michele Passarella
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Le malattie note come neoplasie o tumori non sono una realtà recente ma sono conosciute fin da quando è nata la medicina: la prima testimonianza scritta nella quale si parla di tumore alla mammella risale a circa 5000 anni fa per opera dei medici dell'antico Egitto. Esse rappresentano oggi come in passato una delle sfide più difficili da affrontare da parte della scienza medica e la loro diffusione è sempre più estesa in maniera trasversale per età, genere di appartenenza, e, seppur in maniera minore, luogo di residenza geografica. In maniera estremamente sintetica un tumore può essere definito come una massa abnorme che cresce in eccesso ed in maniera scoordinata rispetto ai tessuti normali e persiste anche in seguito alla cessazione degli stimoli che hanno dato il via a questo processo. Le cause delle patologie oncologiche sono il principale oggetto di studio della ricerca compreso il dare risposta a quella che viene definita "vulnerabilità individuale" ossia sul perché non tutti i fattori oggi ampiamente noti come cancerogeni provochino le stesse conseguenze sulle persone esposte; il fumo di sigaretta rappresenta un buon esempio in quanto pur essendo palesemente dannoso e cancerogeno non tutti i fumatori si ammalano di cancro: conoscere questi meccanismi patogenetici da un lato e protettivi dall'altro rappresenterebbe una svolta epocale nella lotta ai tumori. Negli ultimi decenni l'evoluzione degli strumenti diagnostici, delle terapie farmacologiche e della chirurgia ma sopratutto l'attenzione alla prevenzione ed alla diagnosi precoce, ha reso possibile sia l'aumento delle aspettative e della qualità di vita delle persone colpite dalle malattie oncologiche ma sopratutto ha elevato in maniera esponenziale i tassi di remissione completa. In conseguenza di questo negli ultimi anni anche gli aspetti psicologici degli utenti e della propria famiglia, che in passato passavano inosservati, sono divenuti oggetto di interesse sia da parte delle equipe curanti che delle equipe che operano nel settore della ricerca. Le componenti psicologiche delle malattie neoplastiche in realtà non sono mai state ignorate; esse però venivano chiamate in causa come aspetti eziologici mai verificati e spesso fuorvianti, come ad esempio considerare una massa tumorale come la conseguenza di un fantomatico conflitto inconscio che si manifesterebbe quindi attraverso la malattia oncologica. Questo posizione, anche se non del tutto abbandonata, oggi risulta priva di fondamento scientifico e, in base alle evidenze della ricerca, considerata una falsa credenza non molto dissimile dall'idea della malattia oncologica come esito di fatture o altre pratiche magiche, credenza anche questa erronea ed alquanto banale ma ancora presente in alcune culture e sostenute anche da persone che propongono metodi di cura non contemplate dalla Medicina. C'è da sottolineare però che se la ricerca sul cancro non ha evidenziato un rapporto diretto tra attività mentale ed insorgenza di masse neoplastiche, discorso diverso riguarda l'intervento indiretto di emozioni negative, stili di vita e comportamenti a rischio: un esempio su tutti, di nuovo, il fumo di sigaretta principale causa di tumore al polmone e comportamento strettamente legato a fattori psicologici. La componente mentale è ovviamente chiamata in causa per tutti i comportamenti a rischio (e di conseguenza della manifestazione dell'affezione) e rappresenta uno degli aspetti principali della prevenzione delle malattie oncologiche e non. Gli aspetti psicologici entrano in gioco non solo nella prevenzione ma anche nei processi di cura; la ricerca ha ampiamente dimostrato come un intervento psicologico specialistico e strutturato sia un ottimo coadiuvante delle terapie mediche (farmacologiche e chirurgiche) riducendo il grado di distress percepito e la compliance alle terapie, aumentando la qualità di vita ed aumentando anche le possibilità di remissione della malattia.
Dr Michele Passarella