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XXIII EDIZIONE DELLA " SAGRA DEL BACCALA'... E NON SOLO " -17,18 E 19 AGOSTO 2017- AVIGLIANO

Anche quest'anno si rinnova la "Sagra del Baccalà...e non solo" giunta alla XXIII edizione che si terrà ad Avigliano (Pz) il 17,18 e 19 agosto 2017, consolidata manifestazione "giornate del commercio e dell'artigianato, promossa dall'amministrazione Comunale e patrocinata dall'Assessorato  Promozione e Valorizzazione del Territorio, Assessorato all'Associazionismo, con il patrocinio della Presidenza della Giunta Regionale. 

Tre giorni all'insegna della tradizione, del buon cibo e dell'ospitalità della comunità aviglianese, con spettacoli per grandi e piccini.

Quintali di baccalà saranno cucinati con ricette tradizionali in abbinamento a prodotti tipici e dal gusto forte della terra aviglianese, dal baccala "della vigna" ai peperoni "cuschi" (piatto tipico natalizio) a la "ciauredda" alle "patate" e tanti altri piatti prelibati.

Lungo il percorso enograstronomico sarà possibile degustare prodotti tipici locali, dalla famosa "strazzata" al tarallo (u mstazzuol) ai salumi ed ai formaggi di Avigliano.

Ma il principe rimane quello a base di merluzzo essiccato e salato, il baccalà.

Il baccalà e lo stoccafisso (derivanti entrambi dal merluzzo, ma con diversi processi di essiccazione e conservazione) furono introdotti in Italia al tempo delle Repubbliche Marinare (X-XIII sec.), grazie alle rotte commerciali con le coste del Mare del Nord, ma la tradizione narra che il merito di averli scoperti e importati in Italia vada a un nobile veneziano, il capitano Pietro Querini.

Nel 1432 la sua spedizione per commerciare vino, spezie, tessuti e altri prodotti naufragò a Røst, una delle più sperdute fra le isole Lofoten, in Norvegia, dove Querini scoprì lo strano ‘pesce-bastone’ Il successo dello stoccafisso, tuttavia, non fu immediato, poiché il consumo di pesce era, a quei tempi, assai limitato.

Con il Concilio di Trento (1545-1563), tuttavia, la chiesa cattolica dettò regole precise sulla scelta dei cibi e sui digiuni e il «mangiar di magro» diventò regola diffusa e stabile e poiché gli alimenti consentiti dalla chiesa non lasciavano grande scelta e non essendoci nelle campagne possibilità di far giungere pesce fresco (peraltro troppo caro), il baccalà divenne il prodotto ittico più diffuso nelle zone rurali.

Lo studioso Braudel, parlando di questo importante periodo della storia d’Europa, parlerà, addirittura, di «rivoluzione del merluzzo», rivoluzione accolta appieno dagli aviglianesi che ne hanno fatto, in abbinamento ai prodotti locali, il loro piatto per eccellenza.

Il baccalà costituì un alimento a base di pesce fondamentale per le popolazioni dell'entroterra lucano, essendo la zona collinare e lontana dal mare. Semplice da conservare e trasportare, fu un'ottima alternativa ai piatti a base di carne.Da qui l'idea a 

 

Angela Rondanini

(I cenni storici sono tratti da internet e pertanto considerati di dominio pubblico.)

 

 

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