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UN HASTAG NON BASTERA’

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Una giornata contro la violenza non dovrebbe esistere, non dovrebbe essere necessaria, non dovrebbe essere indispensabile. Non dovrebbe esserci motivo di istituirla, perché la violenza stessa, dopo anni di evoluzione, non dovrebbe esistere. E invece… Chissà cosa penserebbero, oggi, scienziati ed esperti di evoluzione umana nell'apprendere che molti “uomini” se la prendono con le donne, nel leggere i numeri spaventosi delle violenze perpetuate contro chi è più debole, delle manie di superiorità di chi si sente importante dando uno schiaffo, fisico o morale, ad una donna. Chissà in quale fase evolutiva ci collocherebbero e chissà se, forse, non ripenserebbero seriamente a quale sia, tra l’umano e l’animale, quello con maggiore sentimento e maggiore intelletto.

Oggi è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Una giornata dedicata al tema, per sensibilizzare, per far riflettere, per educare. Una giornata posta ad un mese esatto dal Natale, forse non un caso. Di sicuro non è casuale la lontananza dal Carnevale, perché questo tema ha bisogno di poche chiacchiere e di tanti fatti. Non basta un giorno, non può bastare, e questo è naturale e risaputo. Vale per tutte le ricorrenze, per tutte le celebrazioni, per tutte le giornate dedicate. Serve, però, a ricordare che il problema esiste, è grande, è grave. Serve a far capire alle donne che non sono sole, che non devono temere le mani né la voce di finti uomini. Non è facile, è vero, e i dati ce lo ricordano con una precisione che terrorizza. Troppi i casi di violenza sulle donne, troppo poche le denunce e, spesso, senza esito.

Serve cambiare la rotta. Ma… come? Un hastag non può bastare, è ovvio, una foto nemmeno, una frase neppure. Non possono bastare tutte le parole che oggi si diranno e si scriveranno, a partire da queste che stanno prendendo forma adesso. In questa giornata universalmente dedicata al tema tutti, ma proprio tutti, sembrano essere legati ad esso, tutti scrivono un pensiero, una dedica, condividono con amici e conoscenti un’immagine, magari impostandola come storia simbolo della propria giornata e della propria sensibilità. Proprio tutti. Ma, allora, se tutti sono così legati al tema, chi è che commette violenza sulle donne? E cosa accadrà domani e da domani? Non è che, in fondo, tra i tanti che oggi inviano immagini per sensibilizzare al tema, ci sono anche quelli che un piatto a casa non lo lavano manco a pregarli? Quelli che l’ultima volta che hanno regalato un fiore alla loro donna risale ai tempi delle elementari? Quelli che, se devono affrontare un discorso serio, affermano che è meglio tenerne fuori le donne? Quelli che, quando sono in macchina e vedono una donna a piedi che cammina o magari aspetta il bus cominciano a suonare il clacson, abbassano il finestrino e pronunciano frasi irripetibili? O magari quelli che, quando cala il buio, non esitano a “usare” le donne sfruttate della propria città per i loro puerili bisogni? Non è che tra i tanti volti “segnati” di rosso di oggi ci sono anche quelli che, ogni mattina, si scambiano sui vari gruppi WhatasApp immagini di donne in costumi succinti o, peggio, senza costumi, con tanto di commenti a più non posso? Perché, insomma, la violenza ha tante forme, e per debellarla non possiamo trascurarne neanche una. Servirebbe, quindi, formare le menti anche di molti uomini che non alzano le mani ma che di rispettoso nei confronti delle donne di famiglia e in genere hanno davvero poco. Nemmeno le donne devono trascurare il problema, mantenendo alta la testa, senza farsi trascinare in vicoli bui e senza il timore di denunciare situazioni di violenza, di qualsiasi tipo.

Serve avere leggi più severe, pene più certe, provvedimenti che non si limitino al quasi ridicolo “divieto di avvicinamento” che davvero poco ha di sicuro per chi denuncia. E, poi, un processo di evoluzione vera e concreta non può che partire dai giovani, dalle scuole, dagli Oratori, dai luoghi di aggregazione. Forse si parla troppo poco del problema, del tema, della questione, e questo è grave perché nelle aule delle scuole siedono oggi gli uomini di domani e solo formando loro potremo, tra qualche anno, fare a meno di questa giornata, perché la violenza non esisterà più. Un hastag non basterà.

Marco Tavassi

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