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QUELLI CHE SUONANO (E FISCHIANO) ALLE DONNE

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Ha fatto scalpore, nei giorni scorsi, l'episodio legato ad un giornalista campano che, commentando una partita di calcio in cui a fare da guardalinee era una donna, ha utilizzato parole a dir poco vergognose, non esitando a definire "uno schifo" quanto stava accadendo. Il motivo del suo nervoso sfogo era, appunto, la presenza di una donna su un campo di calcio, di una donna a svolgere un ruolo che, secondo lui, toccava solo e soltanto ad un uomo. In poco tempo le assurde parole del giornalista, poi sospeso dall'ordine (e meno male) hanno fatto il giro del web e sono arrivate alla ribalta nazionale. Pronto l'intervento sul caso del tg satirico "Striscia la Notizia" che ha raggiunto l'uomo, chiedendo maggiori spiegazioni su quanto successo e sulle sue assurde parole. Com'era facile prevedere, alle frasi pronunciate in diretta, il cortese uomo di calcio ne ha aggiunte delle altre, sempre in linea con il suo stile, arrivando ad invitare a letto l'inviata del programma di canale 5. Facili ricerche, inoltre, hanno portato a scoprire come l'uomo non fosse nuovo ad etichette volgari nei confronti di alcune donne del suo paese e non solo, ree a suo giudizio di colpe varie, in primis quella di concedersi facilmente a questo o a quell'altro. Insomma, un caso umano di quelli quasi (per essere ottimisti) irrecuperabili. Dopo la giusta sospensione dall'ordine dei giornalisti, speriamo ora di non ritrovare il tale in qualche programma televisivo non nuovo ad ospitare discutibili personaggi. 

Esulando dal fatto specifico, comunque, l'accaduto pone l'attenzione su quanto l'uomo, inteso proprio come maschio, sia ancora lontano dal considerare la donna come un essere umano di pari dignità, diritto e potenzialità. Perché mai una guardalinee donna era "una cosa vergognosa"? Non era forse in grado di svolgere un compito come, e forse meglio, dei suoi colleghi maschi? E, soprattutto, quanti di quelli che si sono stupiti e hanno commentato e condiviso la notizia con commenti al miele sono poi, effettivamente, rispettosi delle donne? Quanti di quelli che, per acchiappare qualche like, hanno buttato giù elenchi di offese allo pseudo giornalista si comportano poi, nella vita di ogni giorno, in maniera davvero e sostanzialmente differente?

Me lo chiedo poiché, a volte, mi capita di sentire il clacson di un'auto con a bordo dei ragazzi (ma spesso anche con uomini attempati) che, alla vista di una ragazza o di una donna a piedi o intenta a far jogging, non hanno resistito alla tentazione di farle sentire il loro essere "uomini". O, ancora, i commenti davvero poco eleganti che, spesso, uomini di ogni età rivolgono all'indirizzo di colleghe di lavoro, compagne di classe, amiche o semplici passanti. Ricordo di quando una volta un'amica mi raccontò di essersi sentita costretta a lasciare il suo lavoro dietro al bancone di un bar, poiché con l'avvento delle nuove tecnologie erano sempre più gli uomini, sposati e con figli (a volte pure con nipoti) che la contattavano sui social per "approfondire" la conoscenza. E di commenti e battute di discutibile gusto nei confronti di donne e ragazze, purtroppo, ne arrivano spesso anche da personaggi illustri e che, invece, dovrebbero rappresentare il buon esempio. 

Insomma, lo spiacevole episodio dell'ex giornalista ha riportato alla ribalta l'esigenza di una nuova cultura nell'uomo, che parta dal suo modo di intendere la donna e anche solo di vederla. Perché una donna può essere bella e la bellezza piace sempre e a tutti ma il clacson o, peggio, il fischio quando se ne vede una è davvero cosa del tempo antico, o forse nemmeno. 

Marco Tavassi

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