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Articoli filtrati per data: Venerdì, 14 Marzo 2014

Convegno per discutere dell'attuale disegno di legge contro l'omofobia

Si è tenuto ieri, venerdì 15 Marzo, presso l’  Auditorium della Parrocchia di Santa Cecilia a Rione Poggio 3 Galli , un dibattito dal tema “ Legge contro l’omofobia: progetto ideologico o vera necessità ? ˮ per discutere del tema dei diritti delle unioni civili, in particolare dei provvedimenti giuridici che riguardano l’unione  tra coppie  omosessuali,  sempre più spesso sospinte dalla volontà di consacrare tale convivenza attraverso l’istituto giuridico del matrimonio allo scopo di fondare una famiglia nel quale entrambi i congiunti ricoprirebbero il ruolo e la funzione solitamente spettanti, nella tradizionale concezione di famiglia ad un padre ed una madre, e, quindi, ad individui di sesso opposto.  Dopo gli interventi introduttivi delle associazioni “ Le Manif pour tous ˮ (nata in Italia in gemellaggio con l’omologo movimento francese che si oppone al matrimonio gay ) e “ Il Comitato della famiglia ˮ, è stata la volta di Giuseppe Pergola, Presidente regionale Forum delle associazioni Familiari, che” ha definito il recente disegno di legge sull’omofobia, approvato a Settembre alla Camera dei Deputati ed ora al vaglio del Senato un provvedimento che abbandona completamente il buon senso comune e va al di là di ogni possibile forma di ideologia che possa definirsi sana, perché demolisce integralmente le basi antropologiche su cui si fonda la nostra società per il volere di poteri economici forti, tra cui la lobby degli omosessuali, che propugnano l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale, in cui viene meno il tradizionale e fondamentale ruolo di intermediario che la famiglia svolge nel rapporto tra la società e l’individuo ˮ. Le critiche argomentate durante l’incontro da Giancarlo Cerrelli, Vice-Presidente Nazionale Unione Giuristi Cattolici Italiani riguardano  “ quelle norme, italiane ed europee, che sempre più osteggiano e confliggono con la posizione ed il magistero della Chiesa Cattolica, per la quale, è necessario tutelare il ruolo della famiglia, ritenuto motore universale  del mondo e della storia, e che si fonda sul matrimonio, come sostenuto dallo stesso Papa Francesco. Un dibattito focalizzato  sulla nozione di famiglia, intesa come dato naturale, da cui ha origine la nostra società, quindi. Una concezione che va recuperata nell’ottica di molte associazioni e movimenti di ispirazione cattolica, pena il rischio di sovvertire l’ordine naturale delle cose e di mettere in discussione i  concetti di natura, di ordine naturale e di normalità ˮ. Cerrelli,  ha condannato  l’involuzione giuridica di numerose norme odierne, italiane ma anche europee, che stravolgono le tradizionali concezioni delle nozioni di famiglia, matrimonio ed unione tra individui. “ Nel 1950- ha ricordato Cerrelli-  la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’ Uomo e delle libertà fondamentali,  tutelava tramite l’articolo 12 il diritto alla famiglia, stabilendo che il diritto al matrimonio presuppone la diversità biologica dei sessi. Precedentemente, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell‘ Uomo, adottata dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre del 1948, aveva sancito all’articolo 16 i tre principi cardine su cui si fonda il matrimonio ed il diritto alla famiglia. La legge stabiliva in sintesi che uomini e donne hanno diritto, in età adatta, a sposarsi, e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, religione, o cittadinanza, e che la famiglia, essendo il nucleo naturale e fondamentale della società ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.  Sfortunatamente nel tempo,  gli indirizzi ed i principi guida che hanno caratterizzato la nuova giurisprudenza in materia hanno reinterpretato e rovesciato i paradigmi fondamentali dell’articolo 12 della CEDU del 1950, e delle norme ad esso affini, come l articolo 29 della nostra Carta Costituzionale,  favorendo il diffondersi dell’ideologia gender, che sostituisce la tradizionale nozione di sesso biologico con la nozione di genere, intesa come costrutto sociale e culturale.  Le prime avvisaglie di un radicale cambiamento di rotta si ebbero nel 1994, all’indomani della prima Risoluzione del Parlamento europeo, che preconizzò  il programmi lanciati nella Conferenza indetta dall’ ONU  a Il Cairo, in Egitto quello stesso anno e la successiva Conferenza di pechino nel 95’.Con l’articolo 9 della Carta di Nizza(sottoscritta nel 2000 ma entrata in vigore nel 2009 )  che regolamenta le nuove disposizioni in materia di diritti fondamentali viene meno qualsiasi riferimento alla prospettiva ed al paradigma di famiglia intesa come dato di natura. Il diritto al matrimonio ed alla vita famigliare si è gradualmente esteso anche alle coppie omosessuali che oggi rivendicano un riconoscimento istituzionale delle unioni civili, sprovviste nell’attuale ordinamento giuridico italiano di una effettiva legislazione nella convinzione di eliminare l’apparente discriminazione di cui si sentono vittime ˮ. I pericoli insiti nella diffusione e radicalizzazione dell’ideologia gender - ha affermato Giancarlo Cerrelli –  non riguardano solo il rimodellamento della giurisprudenza relativa al matrimonio ed alla famiglia, ma anche temi come adozione, fecondazione e progetti educativi, favoriti dal dilagare di presunti espressioni linguistiche neo-giuridiche di dubbia valenza. Basti pensare alla definizione di progenitore A e progenitore B, che sostituisce la tradizionale coppia padre-madre, o alle espressioni gestazione per altri e ovodonazioni sostitutive rispettivamente di utero in affitto e luogo di vendita di ovuli femminili. 

Emanuele Pesarini

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