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Felice Grande

Felice Grande

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denunce anonime online

Debutta in Italia il servizio di Transparency International che permette di segnalare attraverso la rete la richiesta di tangenti e mazzette nel pubblico e nel privato e fornisce assistenza per rivolgersi alle forze dell'ordine. Allerta Anticorruzione - ALAC, così si chiama il sistema di denunce anonime realizzato da Transparency International Italia per le vittime o i testimoni di casi di corruzione, lanciato oggi a Roma nella sede di Unioncamere, in occasione della presentazione dell'Indice di Presentazione della corruzione 2014.

La piattaforma è raggiungibile all'indirizzo https://www.transparency.it/alac ed è basata sul software open source GlobaLeaks. Inoltre, per chi desiderasse agire in massima sicurezza ed in completo anonimato, è possibile inviare le segnalazioni utilizzando il Tor Browser Bundle, un software progettato per consentire la navigazione web in forma totalmente anonima.

Per segnalare un caso è necessario compilare un apposito modulo web in cui, alcuni campi sono obbligatori e altri facoltativi, bisogna indicare la categoria di illecito come ad esempio appalti e forniture, nomine ed incarichi, reati economici e finanziari, corruzione generica, bisogna descrivere l'accaduto in un massimo di 5.000 caratteri, bisogna indicare l'eventuale ammontare economico, quali altre aziende o enti sono coinvolti e se ci sono altre informazioni utili per verificare la segnalazione. Infine, è necessario indicare anche se il segnalatore è coinvolto direttamente nel fatto, se è una vittima, un testimone, oppure gli è stato raccontato o se è una diceria.

Una volta compilati tutti i campi richiesti si può inviare la segnalazione cliccando sull'apposito pulsante. Una volta inviata la segnalazione, viene fornito un codice attraverso il quale è possibile verificare lo stato di avanzamento o la risposta dell'organizzazione. I responsabili di Transparency, successivamente, procederanno, attraverso collaboratori esterni, alle opportune verifiche dei fatti segnalati e deciceranno il modo in cui agire.

Si tratta senza dubbio di uno strumento utilissimo per contrastare il fenomeno lancinante della corruzione e incentivare gli italiani a denunciare perché, secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, risulta che l'Italia è il Paese dell'Unione Europea con la più bassa propensione a segnalare casi di corruzione. Infatti, stante ai dati raccolti, solo solo il 56% degli italiani si dichiara disposto a segnalare, contro una media europea del 71%. Ciò è dovuto principalmente alla paura di ritorsioni, alla sfiducia e alla triste convinzione che nulla può cambiare.

acquisti sul web anche con bancomat

 

Gli acquisti su Internet si potranno pagare anche col Bancomat. Ad annunciarlo è stato Sergio Moggia, direttore generale del consorzio Bancomat, in occasione del seminario ABI a Ravenna. Le prime transazioni saranno possibili entro fine Marzo del 2015.

Prima di poter effettuare gli acquisti sul web con il Bancomat, è necessario che gli utenti si rechino presso le loro banche per attivare il nuovo servizio ed abilitare la carta PagoBancomat allo shopping online. Pertanto, al momento dell'acquisto, non sarà necessario digitare né il PIN né il numero identificativo della carta e neppure i codici di sicurezza come CVC o CVV, ma si verrà reindirizzati automaticamente al sito della banca di appartenenza e, dopo le opportune verifiche, scatterà il via libera alla transazione e si procederà all'acquisto. Tutto ciò per garantire ai clienti elevatissimi livelli di sicurezza, seguendo e rispettando anche le raccomandazioni dell BCE in materia di "doppio livello" di sicurezza.

Il pagamento tramite Bancomat si va ad aggiungere agli altri principali metodi di pagamento: carte di credito, carte prepagate, PayPal e bonifico bancario. Di conseguenza, l'utilizzo della carta PagoBancomat sarà solo un incentivo in più per stimolare gli utenti italiani più restii a tuffarsi nel mondo dello shopping online.

A Natale il regalo è tecnologico.

 

Il Natale si avvicina e, nonostante la crisi e l'incertezza economica inducano al risparmio, gli italiani non vogliono rinunciare alla soddisfazione di qualche piccolo desiderio. Secondo una ricerca condotta da Samsung e Human Highway, risulta che gli italiani sono molto legati alla famiglia e alle tradizioni, ma anche ai gadget tecnologici.

Dalla ricerca emerge che, dopo aver soddisfatto le primarie necessità familiari, in primis la spesa alimentare, gli italiani sono disposti a spendere il rimanente budget per concedersi un regalo natalizio. In particolare risulta che il 43,1% degli italiani sceglie di regalare e regalarsi un prodotto tecnologico e che tra i desiderata high-tech figurano principalmente smartphone, tablet, smart TV, lettori Blu Ray ed impianti audio Hi-Fi.

Pertanto, vista la propensione degli italiani a spendere in tecnologia in occasione degli acquisti natalizi, la stessa Samsung ha lanciato la la promozione "Realizza i tuoi desideri con Samsung" che consente, a chi sceglie un prodotto Premium tv o audio entro il 25 dicembre, di ricevere un rimborso fino a 700 euro, effettuato sotto forma di Carta Prepagata Mastercard, valida per 12 mesi.

Un'iniziativa che permette, in barba all'austerità, di appagare i desideri senza rinunciare al risparmio ed alla qualità.

un virus ci spia dal 2008

 

Uno spione informatico si aggira indisturbato, da sei anni a questa parte, tra i computer di tutto il mondo rubando ai governi, ai gestori telefonici e ai suoi utenti, alle imprese grandi e piccole, e ai privati cittadini, ogni genere di informazioni possibile. A scoprirlo è stata la Symantec, società specializzata in sicurezza informatica, che lo ha battezzato con il nome di Regin.

Secondo un report diffuso dalla stessa Symantec, le vittime dei furti digitali di Regin sono principalmente i provider di servizi Internet (48%), seguiti dalle dorsali di telecomunicazioni (28%), dalle strutture ricettive (9%), dal settore energetico e dalle compagnie aeree (5%). Dal punto di vista tecnico, a detta sempre degli esperti di Symantec, il malware è un capolavoro informatico: ha una struttura a "scatole cinesi" composta da moduli crittografati, per sfuggire al controllo dei software antivirus, che si attivano in sequenza ed operano a livello del Kernel, il "cuore" del sistema operativo. Come risultato, Regin è praticamente invisibile e, inoltre, può essere aggiornato a distanza per aggiungere nuove funzioni o adattarlo a nuove esigenze.

La provenienza del virus, così come i programmatori ed il metodo di propagazione, restano tuttora sconosciuti. Si pensa, ma non ci sono ancora prove sufficienti per affermarlo con certezza, che sia stato commissionato da uno o forse più governi per essere utilizzato come strumento di spionaggio e sorveglianza dalle agenzie di intelligence. Inoltre, non è chiaro come Regin sia arrivato ad infettare i computer di tutto il mondo: alcune teorie dicono che sia stato trasmesso attraverso il messenger di Yahoo, altre sostengono che la propagazione sia avvenuta via web sfruttando le vulnerabilità dei browser, altre ancora ritengono che il virus si sia diffuso semplicemente via email.

La storia di Regin, benché "vecchia" di sei anni, si inserisce in un contesto attualissimo ed in una fase internazionale delicata in cui c'è il confronto tra la Nato e la Russia, sono continue le denunce di atti di cyber-attack compiuti dai cinesi, il caso dello spionaggio NSA non è ancora chiuso e reti criminali sempre più strutturate compiono incursioni a livello globale, ed è in atto una vera e propria guerra cibernetica nella quale vengono attuati sabotaggi informatici, si rubano dati personali e denaro, e si sorvegliano capi di Stato e di Goverso, politici, nemici e cittadini.

Quello che sta succedendo oggi è quello che spesso si pensa possa accadere solamente nei film, invece è pura realtà. Bisognerebbe pertanto affrontare la questione della sicurezza informatica con maggiore consapevolezza e determinatezza, dotandosi di strumenti e strutture idonei a fronteggiare gli attacchi tecnologici sferrati contro la privacy delle informazioni relative sia alle istituzioni che ai cittadini. Purtroppo, però, sono ancora pochi quelli che si preoccupano della privacy ed attuano adeguate misure difensive, perché molti, un po' per negligenza, un po' per ignoranza e scarsa sensibilizzazione a riguardo, hanno una visione ancora miope del problema.

twitter attiva la ricerca storica

Un tweet è per sempre, ma non è un diamante; è composto da 140 caratteri, ma non è prezioso come Le Régent da 140 carati. Questa assonanza metaforica rende bene l'idea della nuova funzionalità annunciata da Twitter che consentirà a tutti gli utenti iscritti al social network di recuperare ogni cinguettio pubblicato a partire dall'anno di lancio del microblog, ovvero il 2006.

Le ragioni di questa scelta da parte di Twitter di attivare la funzione di ricerca storica dei tweet, sono legate ad una duplice esigenza di natura sia commerciale che politica: esigenza commerciale, per condurre, a seguito dell'archiviazione di ogni tweet pubblicato, una sfida ad armi (quasi) pari con Google, andando ad emulare la caratteristica peculiare del motore di ricerca di Moutain View, rappresentata da una memoria storica pressoché illimitata, con l'intento di attirare una fetta di utenza desiderosa di riscoprire i propri esordi cinguettanti; esigenza politica, invece, per ottemperare all'accordo stipulato con la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, per l'archiviazione di tutti i tweet scritti in USA dal 2006 ed alla susseguente richiesta, effettuata dal Congresso degli Stati Uniti, di archiviare lo scibile cinguettante di tutti gli utenti del mondo iscritti al social network.

Fino ad ora era possibile solo cercare i cinguettii più recenti, ma era praticamente impossibile risalire a quelli più antiquati. Invece, con la nuova funzione di indicizzazione introdotta dal social network, accessibile attraverso l'utilizzo della "Ricerca Avanzata", sarà possibile, impostando nella sezione "Date" il periodo entro il quale si desidera fare la ricerca, recuperare tutti i tweet a partire dal giorno dell'iscrizione su Twitter.

Dunque, coloro i quali sono nostalgici di riscoprire i primi cinguettii postati su Twitter, saranno molto entusiasti di utilizzare questa nuova funzionalità introdotta dal social network. Un po' meno entusiasti ma forse più inquietati ed imbarazzati, circa questa innovazione, saranno quegli utenti che hanno twittato in passato con eccessiva avventatezza, lasciandosi involontariamente scappare dei cinguettii dal contenuto non proprio ortodosso, contando sulla naturale obsolescenza dei tweet più vecchi in timeline e di conseguenza sull'impossibilità di reperirli con il passare del tempo.

D'ora innanzi, quindi, gli utenti di Twitter dovranno essere più accorti e meno improvvidi nel pubblicare i cinguettii, anche perché, senza abusare troppo delle metafore, faranno bene a ricordarsi che: verba volant, tweet manent.

WhatsApp fa divorziare

 

Nei giorni in cui in Parlamento si discute la norma contenuta nel ddl ormai conosciuto come "divorzio breve", si viene a conoscenza che l'utilizzo di WhatsApp finalizzato al flirt, è la causa della separazione di 4 coppie su 10. Infatti, i messaggi di WhatsApp vengono portati in tribunale durante le cause di divorzio e rappresentano la prova dell'infedeltà del partner nel 40% dei divorzi italiani. A sostenerlo è il presidente dell'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti, Gian Ettore Gassani, che, a seguito di uno studio effettuato dalla medesima Associazione, ha pubblicato un report in cui rivela e spiega come il più diffuso ed utilizzato sistema di messaggistica istantanea ricopra un ruolo essenziale nella fine di tanti matrimoni.

Secondo Gassani, i tradimenti in Italia hanno ricevuto una notevole impennata a causa dello sviluppo dei social media, tanto che diventare adulteri è molto più facile rispetto ad un tempo. Infatti, con l'utilizzo di WhatsApp, spiega Gassani, gli amanti possono scambiarsi le foto osè e portare avanti contemporaneamente tre o quattro relazioni parallele. Pertanto, il mio consiglio ai fedifraghi, conclude Gassani, è quello di essere prudenti, perché così come ha reso il tradimento più semplice, WhatsApp lo rende anche facilmente individuabile, tant'è vero che i partner spesso si insospettiscono quando sentono il suono che indica l'arrivo di un nuovo messaggio.

Insomma, se da un lato grazie alla chat si può tradire più facilmente e più velocemente, dall’altro lato, c'è il rischio di essere scoperti. Sicché, coloro i quali sono inclini al tradimento, faranno bene a prendere in cosiderazione l'utilizzo di applicazioni alternative a WhatsApp, come ad esempio Snapchat, che garantiscono una maggiore riservatezza e consentono l'autodistruzione permanente dei messaggi e delle foto pochi secondi dopo che il destinatario li ha letti e visualizzate.

difendersi dal cyberbullismo e navigare sicuri

 

In occasione della Giornata Mondiale del Bambino e dell'Adolescente, per promuovere la sicurezza online e un uso positivo del web, la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Polizia di Stato e Facebook, nell'ambito dell'incontro "Bambini Sicuri: dalla strada alla rete", tenutosi stamani al Teatro Brancaccio di Roma, alla presenza del capo della Polizia Alessandro Pansa e di 1.200 studenti, hanno stilato un vademecum di informazioni e consigli utili rivolti a tutta la famiglia, genitori e ragazzi, con l'obiettivo di combattere il cyberbullismo. Gli adolescenti trascorrono in rete la maggior parte del loro tempo e il cyberbullismo, purtroppo, è un fenomeno in crescita esponenziale. Infatti, un adolescente su tre (31% dei tredicenni maschi e il 35% delle femmine) ha subito, una o più volte nella propria vita, atti di cyberbullismo. Gli atti di bullismo online più diffusi sono gli insulti, persecuzioni e minacce sui social network (39,4%), sulle chat (38,9%), via sms (29,8%), attarverso la condivisione di foto o video (15%) e la creazione di profili falsi su Facebook (12,1%). Ciononostante, l'85% delle giovani vittime di cyberbullismo non ne parla con gli adulti che, di conseguenza, non vengono a conoscenza del problema. I giovani preferiscono difendersi da soli: solo il 16,8% dei ragazzi dice di averne parlato con un adulto, il 14,2% ne ha parlato con un amico, l'11,7% ha subito senza far niente e solo il 3,2% ha denunciato, insieme ai genitori, alla Polizia di Stato. L'iniziativa congiunta di SIP, Polizia di Stato e Facebook, pertanto, ha avuto lo scopo di sensibilizzare genitori, insegnanti e istituzioni sulla necessità di azioni congiunte per favorire l'uso positivo del web, a partire proprio dalla prevenzione e dal contrasto al cyberbullismo. Di seguito si riportano i dieci suggerimenti, componenti il vademecum, dedicati a ragazzi e genitori, per navigare in sicurezza online e proteggersi dagli atti di cyberbullismo. Il medesimo vademecum verrà distribuito anche negli studi e negli ambulatori pediatrici dei 10 mila associati alla SIP.

CONSIGLI PER I GENITORI
PARLA con i tuoi figli di sicurezza e tecnologia quanto prima e più spesso che puoi, nello stesso modo in cui parli della sicurezza a scuola, in auto, sui mezzi di trasporto pubblici o in ambito sportivo. È importante fargli capire che Internet non è un mondo virtuale ma è parte della vita reale.

CHIEDI ai tuoi figli quali sono secondo loro le informazioni che è appropriato condividere online e quali è meglio evitare. Parla con loro di come percepiscono la privacy e di quali strumenti o accortezze utilizzano per tutelarla.

ACCOMPAGNA i tuoi figli, soprattutto i più piccoli, il più possibile e da subito attraverso l’esperienza di navigazione online, condividendo insegnamenti e impressioni sui contenuti

IMPARA dai tuoi figli. Ameno che tu non sia un utente di Internet particolarmente attivo, è probabile che i tuoi figli ne sappiano più di te. Dai loro atto di questa competenza: chiedigli di aiutarti ad utilizzare un determinato servizio online o a configurare la tua presenza su un social network. È un ottimo modo per capire come si comportano su Internet e per renderli consapevoli di eventuali pericoli.

RISPETTA i loro interessi. I ragazzi di oggi sono cresciuti con Internet, cellulari e SMS. Le nuove tecnologie hanno sempre fatto parte della loro vita e rappresentano una importante opportunità per il loro presente e per il loro futuro. Attento a non definirle come una "perdita di tempo" perchè significa criticare gran parte delle loro interazioni sociali e delle attività che svolgono ogni giorno.

CONSIGLI PER I RAGAZZI
STABILISCI alcune regole di base. Prima di postare qualcosa, pensaci bene! Tutto ciò che metti online e che riguarda te stesso o un’altra persona potrebbe essere interpretato male, copiato e distribuito in modi che non ritieni opportuni.

ATTENTO a non dare confidenza agli sconosciuti, proprio come nel mondo offline, e non rendere disponibili a chiunque informazioni private, fotografie ecc.

CONTROLLA le impostazioni sulla privacy dei servizi online che utilizzi e stai sempre attento a cosa condividi con chi, utilizzando gli strumenti di controllo messi a disposizione dai vari servizi online che utilizzi.

SEGNALA i contenuti inappropriati: ricorda che lamaggior parte dei servizi online ti permettono di segnalare e richiedere la rimozione dei contenuti inappropriati. Puoi sempre rivolgerti alla Polizia Postale per segnalare contenuti o attività illegali su Internet (www.commissariatodips.it).

APRITI se hai un problema, parlane con qualcuno: un amico, i tuoi fratelli, i tuoi insegnanti, i tuoi genitori, una associazione o le forze dell'ordine. Qualcuno potrà sicuramente aiutarti.

gli italiani fanno la spesa sul web

In tempi di crisi l'acquisto di generi enogastronomici esclusivi e di ottima qualità, ed a prezzi molto convenienti, è possibile grazie al Web. Infatti, da un'analisi della Coldiretti effettuata sui dati Censis, emerge che la spesa alimentare sulla Rete cresce in controtendenza alla crisi che ha provocato un drastico crollo nei consumi.

Dall'analisi risulta che 8,1 milioni di italiani, dei quali 2,4 milioni hanno un'età compresa tra i 18 ed i 34 anni, acquistano prodotti alimentari su Internet e che il volume d'affari, favorito anche dai marketplace come Amazon ed Ebay, ma anche da Google che ha promosso una specifica piattaforma per le eccellenze enogastronomiche del Made in Italy, prodotto dall'online grocery shopping ha superato i 132 milioni di euro.

Ad incentivare la spesa degli italiani sul Web è innanzitutto la possibilità di mettere a raffronto i prezzi e scegliere l'offerta migliore, per risparmiare senza rinunciare alla qualità. Inoltre, sempre a detta della Coldiretti, sono anche molti quelli che scelgono di fare la spesa online, esclusivamente, sui siti di e-commerce sviluppati e gestiti dalle aziende agricole, per poter gustare direttamente a casa le tante specialità dei vari territori italiani senza doversi spostare. Tra i prodotti enogastronomici più gettonati dagli acquirenti digitali ci sono vino, pasta e formaggi, seguiti da marmellate e confetture, salumi, dolci e olio extravergine d'oliva.

Ciononostante, a frenare la vendita di generi alimentari sul Web rimangono diversi fattori, dalla preoccupazione per la sicurezza di effettuare pagamenti su Internet, che interessa un italiano su tre (33 per cento) secondo una ricerca Eurobarometro, fino alla deperibilità dei prodotti in vendita ed ai timori per le caratteristiche qualitative. In questo contesto però un vero boom, come precisato da Coldiretti, si sta registrando relativamente alle prenotazioni online per acquisti di prossimità anche direttamente dal produttore a chilometri zero, che consentono di verificare direttamente le condizioni di produzione.

le app di messaggistica non sono sicure

La sicurezza e il rispetto della privacy dei sistemi di messaggistica istantanea sono sempre temi caldi di discussione in rete, come dimostrano le reazioni non proprio positive da parte di molti utenti in merito al nuovo sistema di notifica di avvenuta lettura dei messaggi introdotto, di recente, in WhatsApp. La privacy appare infatti sempre più limitata con i moderni sistemi di messaggistica, non solo a causa di queste conferme di lettura, ma anche per altri, ancora più importanti, elementi legati al funzionamento delle applicazioni.

La Electronic Frontier Foundation ha così pubblicato un report, denominato "Secure Messaging Scorecard", relativo alla sicurezza dei più diffusi servizi di messaggistica istantanea da cui emerge che le app più famose, quali Whatsapp, Viber, QQ Messenger, Kik Messenger, BlackBerry Messnger, Facebook chat, Google Hangouts, Yahoo Messenger, Skype, Snapchat e Mxit, adottano meccanismi di sicurezza scadenti e, pertanto, non tutelano in alcun modo la privacy delle conversazioni degli utenti che le utilizzano.

Le prove effettuate dalla Electronic Frontier Foundation, su un totale di 39 applicazioni di messaggistica istantanea, hanno incluso: la capacità di assicurare la crittografia dei dati in transito e la cifratura end-to-end, così che i messaggi inviati non vengano letti dal provider, la possibilità che l'utente possa verificare l'identità dell'interlocutore, anche in caso di compromissione del canale di comunicazione, la presenza di un sistema di forward-secrecy, la corretta documentazione del codice sorgente e la possibilità che esso sia accessibie e revisionabile per scovare eventuali problemi e bug, e la possibilità di sottoporre le applicazioni ad un controllo di sicurezza da parte di un organismo terzo indipendente.

I risultati, alla fine, non sono affatto incoraggianti. Le app di messaggistica più famose ed utilizzate, infatti, si sono rivelate le più insicure ed hanno pertanto popolato la parte bassa della classifica stilata dalla Electronic Frontier Foundation. Peggio di tutte risultano Mxit e QQ Messenger, che non dispone nemmeno di un algoritmo di crittografia dei messaggi in transito, le quali si sono dimostrate inidonee a qualunque parametro tra quelli considerati ed esaminati nelle prove. Il leader di sicurezza è invece Silent Text, app di messaggistica disponibile per Android e iOS, progettata dalla società alla base del BlackPhone, considerato il leader indiscusso degli smartphone a prova di NSA. Test superato a punteggio pieno anche dalle app ChatSecure, CryptoCat, Signal/Redphone, Silent Phone e TextSecure. Buoni risultati, inoltre, anche per FaceTime e iMessage di Apple, Surespot (iOS e Android), Threema (iOS, Android e prossimamente anche per Windows Phone), oltre che per l'ormai noto Telegram, disponibile su iOS, Android e Windows Phone.

Il rapporto "Secure Messaging Scorecard" rientra nell'ambito di una nuova campagna più generale portata avanti da Electronic Frontier Foundation, in collaborazione con Julia Angwin di ProPublica e Joseph Bonneau del Princeton Center for Information Technology, per diffondere sistemi di crittografia più avanzati, usabili e sicuri.

negozi connessi con l'erario per combattere l'evasione

Il Governo italiano mette in campo le nuove tecnologie per cercare di debellare l'evasione fiscale, l'avito male che affligge le casse dell'Erario.

L'intento è quello di ottenere la "tracciabilità costante e totale", obiettivo ambizioso ed interessante, ma difficile da raggiungere in un Paese in cui i pagamenti elettronici faticano a decollare. Infatti, con una media di 31 operazioni all'anno per abitante, l'Italia è notevolmente indietro rispetto alla Spagna (52), alla Francia (130) e soprattutto ai Paesi del Nord, che superano quota 220. Pertanto, nonostante l'obbligo per gli esercenti di dotarsi di un dispositivo elettronico di pagamento (PoS) e di accettare pagamenti con moneta elettronica per importi superiori a 30 euro, introdotto da un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 30 giugno, nel bel Paese il contante continua ad essere il sistema di pagamento preferito. Una scelta imposta degli elevati costi di commissione che si pagano per le transazioni monetarie effettuate tramite PoS, tant'è vero che il 92% dei pagamenti, secondo il calcolo effettuato dall'ABI, avviene in contanti.

Per perseguire tale intento, l'Agenzia delle Entrate, ha proposto una soluzione tecnologica basata sulla rete Internet, che prevede una connessione dedicata tra le sedi degli esercizi commerciali e gli uffici dell'Erario, attraverso la quale monitorare costantemente le entrate nelle casse dei commercianti. Inoltre, la medesima soluzione, mira ad abolire l'obbligo di emissione degli scontrini, con la conseguente eliminazione dei registratori di cassa e delle spese ad esso associate, come quelle relative all'aggiornamento ed alla manutenzione, nonché quelle relative all'acquisto dei consumabili (rotoli di carta termica e cartucce).

Il sistema su cui sta lavorando l'Agenzia delle Entrate punta, di fatto, a trasferire negli esercizi commerciali l'infrastruttura telematica già sperimentata nella Pubblica Amministrazione. L'unico neo rimane, come sempre quando si fa uso della rete, quello della riservatezza delle informazioni che vi transitano. Pertanto, la stessa Agenzia sta anche studiando un meccanismo di sicurezza informatica da integrare nel sistema di monitoraggio degli incassi degli esercenti, per evitare che venga lesa la privacy dei consumatori nell'ambito del commercio.
I costi della riforma dovrebbero essere coperti dallo Stato che, in quest'operazione di contrasto all'evasione, ha tutto da guadagnarci.

Dunque, attraverso l'utilizzo di questo rivoluzionario metodo tecnologico applicato alle attività commerciali, lo Stato intende contrastare in maniera decisa ed efficace i "furbetti" che ogni anno denunciano un reddito molto inferiore ai guadagni realmente ottenuti, nonché assestare un duro colpo all'evasione fiscale e cercare di risolvere definitivamente questo annoso problema.

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