Ogni 4 settembre ricorre la Giornata internazionale del benessere sessuale, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Ma da noi nessuno ne sa niente,nessuno ne parla, nonostante l’Italia faccia parte dei 35 Paesi che aderiscono alla celebrazione. Mentre all’estero sono previsti convegni, seminari, interventi nelle scuole, negli ospedali, all’università, in piazza, mostre e incontri, qui sembra regnare il disinteresse
“Sul benessere sessuale della popolazione c’è un totale disinteresse delle istituzioni, non c’è voglia di informare. Il Presidente del Fiss (Federazione italiana di sessuologia scientifica), Roberta Rossi, sottolinea ad Ansa: "Sul benessere sessuale della popolazione italiana c'è un totale disinteresse da parte delle istituzioni. Si pensa che sia un lusso e un bene accessorio. Non c'è grande voglia di informare su educazione sessuale, gravidanze indesiderate, prevenzione e comportamenti a rischio". Proprio per la salute del nostro paese invece una sensibilizzazione sarebbe molto importante, per cercare di evitare che vengano commessi errori che potrebbero rivelarsi anche fatali. Un punto di vista che deve essere cambiato in fretta per il rispetto di chi abita questo paese.
E racconta che alla Settimana dedicata al benessere sessuale, non legata all’iniziativa dell’Oms, la gente dimostra grande interesse: “ci chiedono a gran voce di essere informati in generale, non soltanto se hanno problemi. Insomma, c’è uno scollamento tra il versante delle istituzioni e la vita delle persone”.
Sull’argomento interviene anche Simonetta Draghi, dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Roma: “Le donne non hanno informazione sufficiente sul benessere sessuale. Avrebbero tante domande da fare, ma chi gli risponde? Basti pensare che secondo una delle ultime ricerche fatte in Italia, solo il 19% dei ginecologi fa domande sulla sessualità alle donne in menopausa”. Imbarazzo, vergogna, sono tanti i sentimenti che impediscono di parlare di sesso e di chiedere informazioni. Istituendo la Giornata, l’Oms aveva come obiettivo proprio di promuovere una più ampia informazione sull’argomento, fornendo linee guida sulla salute sessuale piuttosto che terapie contro le infezioni sessualmente trasmesse.
“Il benessere sessuale è fondamentale per la salute stessa e la felicità delle persone. Questo ha un evidente impatto positivo sulle società e i Paesi”, ha scritto l’Organizzazione. “Ma da noi è un tema difficile e doloroso – dice Adele Fabrizi , del Comitato direttivo Fiss – c’è carenza totale di educazione sessuale. E non è solo perchè stiamo parlando di un Paese cattolico, ma per cultura. C’è anche un colpevole disinteresse del mondo medico, non a caso non esiste una specifica formazione in sessuologia”. Così si finisce a parlare di sesso con un medico solo in caso di malattie. E’ il caso degli uomini, che troppo spesso in presenza di disfunzione erettile – come emerge da un recente studio – preferiscono comprare pillole online rischiando la vita, anzichè andare dal dottore. Che invece li informerebbe che i problemi sotto le lenzuola non sono slegati dalla salute in generale.
Insomma, c’è uno scollamento tra il versante delle istituzioni e la vita delle persone.
Malattie sessualmente trasmissibili, metodi di contraccezione, queste sono solo alcune delle tematiche sulle quali sembrano essere carenti i cittadini. Le donne, in particolar modo, avrebbero molte lacune irrisolte: tra esse, solo poche si rivolgono direttamente al personale specializzato per avere tutte le delucidazioni in merito, valicando il muro della "vergogna".
Il lavoro svolto dal personale ospedaliero e dai consultori familiari, offerto dal Servizio sanitario nazionale (SSN), non sembrano essere sufficienti a eliminare i vecchi tabù e aprire le porte dell'informazione indispensabile che, potenzialmente, sarebbe in grado di prevenire moltissime malattie.
Il boom delle malattie sessuali diventa motivo di nuova emergenza, soprattutto tra i giovanissimi. La prevenzione, dunque, si rivela uno strumento essenziale della quale dovrebbero farsi carico, con enfasi, le istituzioni. Le nuove app di incontri, inoltre, [VIDEO]sembrerebbero aver peggiorato lo scenario della salute sessuale.
Giornate di informazione anche all'interno delle scuole, incontri gratuiti e frequenti con il personale specializzato, screening gratuiti, distribuzioni di anticoncezionali e di materiale per l'informazione, se potenziati, potrebbero rappresentare una svolta positiva.
Viene da chiedersi il perché l'Italia abbia aderito alla Giornata internazionale del benessere sessuale se poi ogni 4 settembre ignora totalmente l'evento.
Angela Rondanini
(fonte Google)