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A Grumento in scena L’Infinito Giacomo. Sipario alle 21:30

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In evidenza A Grumento in scena L’Infinito Giacomo. Sipario alle 21:30

Domani sera alle ore 21:30 presso il Teatro Romano di Grumento Nova andrà in scena la rappresentazione teatrale-musicale de L’Infinito Giacomo, del regista Giuseppe Argirò, con Giuseppe Pambieri che rientra nell’ambito del cartellone Teatri di Pietra 2014 Theatrum Theatron organizzato dall’Associazione Scenamediterraneo Potenza, la Regione Basilicata, la Shell, i Comuni di Venosa, Grumento Nova, Miglionico, CapuAntica Festival e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata. L’Infinito Giacomo è un ritratto inedito di Giacomo, vizi e virtù di Giacomo Leopardi, fotografia del poeta attraverso le sue opere, musiche di Mozart, Bach, Chopin, Beethoven, Rachmaninov, Dvorak. La drammaturgia e la regia è affidata a Giuseppe Pambieri. “L’imperfezione del genio, in tutta la regolarità conduce alla solitudine, a un pellegrinaggio estenuante nell’universo”. Leopardi è un re senza segno, è Amleto, che arriva oltre il limite del conoscibile, supera la coscienza, affermando la vita nel suo groviglio inestricabile del bene e del male, per il genio tutto è noia, è tedio incommensurabile. Il poeta di Recanati, con lucido disincanto, affonda a piene mani nella verità, ne trae la radice del dolore. E’ inutile chiedersi a che punto sia la notte, la notte non finisce…mai. I regni, i globi, i sistemi, i mondi, non sono che una pallida rappresentazione del pensiero dell’uomo, ma l’anima giace nelle profondità ed è a tutti invisibile tranne al poeta che può profanare il suo mistero e consegnarlo all’uomo. Leopardi, affettuosamente Giacomo, nel nostro viaggio, non appare così distaccato e lontano dai piaceri terreni, non ci sembra affatto disinteressato a ciò a cui aspira la gente comune. Giacomo è vulnerabile, ansioso, riservato, schivo, eppure è pervaso da un desiderio inesauribile di vita. Giacomo è goloso, non può fare a meno di dolci, cioccolata, paste alla crema e gelati. In questo ricorda Mozart, altra creatura divina nella sua sregolatezza. Non a caso alcune delle sue più scandalose composizioni, fanno da contrappunto agli aneddoti più divertenti della vita di uno dei massimi autori italiani. La biografia romanzata che esce fuori dalle pagine dell’Epistolario e dello Zibaldone, ci aiuta a ricostruire un ritratto singolare e inedito del poeta. Leopardi, con grande sincerità, confessa le sue paure come la sua fobia per l’acqua, un fastidio che giungerà al parossismo e alla comicità, culminando nel rifiuto del bagno almeno settimanale. Non mancano gli spunti divertenti per riflettere sul suo rapporto con l’eros e la sessualità. Nelle sue stesse parole, il desiderio di una vita normale è incessante: il dono della poesia appare spesso come una maledizione divina che lo segna come diverso, lo condanna a una sofferenza eterna e lo affranca contro ogni sua volontà dal mondo che lo circonda. Ecco, questa è la figura dilaniata, spesso scissa, combattuta e afflitta, che la parola non può contenere. Leopardi non è tutto nella sua poesia. La sua ricerca affettiva attraversa i secoli e incontra una disperata umanità che per sopravvivere alla storia che avanza, non può che stringersi in una solidarietà che diventa l’unica possibilità di sopravvivenza, ancora oggi per tutto il mondo.

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