Associazione di Promozione Sociale, "Famiglie Fuori Gioco".

GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO. ORA LA LEGGE C’E’, APPLICHIAMOLA. Il testo regionale sul GAP riconosce che anche in Basilicata c’è un problema e lo guarda in faccia.

Potenza, 9 dicembre ’14 – La Basilicata è la nona regione italiana a dotarsi di una Legge in materia di prevenzione, riduzione del rischio e contrasto della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico (GAP), nonché di cura e riabilitazione delle persone affette da tale patologia. “Una Legge di cui si avvertiva forte la necessità, perché riconosce ufficialmente il problema a livello locale, se ne fa in parte carico e offre strumenti concreti d’intervento per tutti gli operatori di settore”. E’ la valutazione giunta dall' Associazione Famiglie "Fuori-Gioco", dal 2010 impegnata nel trattamento di persone e loro familiari portatori di problematiche legate al gioco d'azzardo patologico, che in una nota stampa illustra i punti di forza del testo e formula alcune proposte.

Il suo presidente, Michele Cusato, esaudito nel poter riconoscere la sensibilità e la volontà d’intervento manifestate dall’istituzione Regionale promulgatrice del testo, dichiara: “Questa Legge porta in sé alcune parole che diventano chiavi di lettura e di azione”. “La prima è quella che riconsegna dignità all’individuo alle prese con il gioco patologico e il disagio che spesso si maschera sotto quella superficie. La seconda è la famiglia che non è più soltanto il soggetto chiamato passivamente a subire le conseguenze di un comportamento facilmente etichettabile come scellerato ma può sentirsi parte attiva e tutelata nel processo di contenimento e soprattutto in quello di rinascita”. La terza riguarda la comunità che va coinvolta, informata, sensibilizzata. Vengono poi le parole: ammenda e suo uso sociale, Osservatorio, rete territoriale, corretta informazione, prevenzione.

“Auspico che l’intera Legge venga al più presto recepita e applicata nella sua interezza”. Continua Cusato. “Penso alla sanzione di 500 euro per le case da gioco, le sale bingo, le ricevitorie e le agenzie ippiche che non sono dotate di uno spazio per l’informazione e/o non espongono una nota sui rischi connessi al gioco. Se i Comuni non esercitano la funzione di controllo, sarà difficile inculcare la giusta cultura del rispetto delle regole. Penso anche all’osservatorio le cui porte spero verranno aperte il prima possibile, per fotografare le caratteristiche locali del disagio, programmare attività, irrobustire la rete sul territorio e rafforzarne la capacità d’impatto positivo sulla comunità. Senza una lingua comune ed un approccio integrato, si rischia di vanificare il beneficio accertato che da il trattamento pluridisciplinare e multimodale, esponendo invece il fianco alla frammentazione, alla dispersione delle risorse, alla confusione nella comunicazione esterna. Anche per questo, la nostra prima proposta sarà quella di un corso di formazione destinato a tutti gli attori coinvolti. Un’occasione di confronto e di messa a punto di obiettivi comuni. 

Non si fa goal senza gli attaccanti. Non si vince la partita senza i difensori. Ogni singolo soggetto pubblico o privato coinvolto deve mantenere vivo e attivo il proprio ruolo senza mai dimenticare di far parte di una squadra votata tutta al raggiungimento di un unico obiettivo: la cura della persona. Diversamente, ogni volta che permetteremo alla guardia del proprio recinto o alla lusinga dei personalismi di impedirci il cammino dovremo riconoscere di aver fallito, di aver permesso che a perdere fosse l’individuo in difficoltà. Di fatto la negazione della mission di ogni Ente, Associazione, Spazio operante nel sociale.   

Il Presidente di Famiglie Fuori Gioco

Michele Cusato

Tel: 348-7829460/e.mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.                                                                                                                                                              

Michele Saporito