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Il concetto di sè e l'autostima

Il concetto di sè e l'autostima hanno ricevuto considerevole attenzione nella letteratura psicologica; alcuni autori, forse in maniera eccessiva, considerano l'autostima come metro di valutazione della salute mentale individuale. il concetto relativo all'autostima è emerso solo in anni relativamente recenti: nel medioevo era praticamente sconosciuto; la nostra idea di individuo come unità autonoma, autodeterminante capace di prendersi la responsabilità della propria esistenza è emersa nel rinascimento e soprattutto nell'illuminismo, anche se è possibile affermare che l'idea di sentirsi competenti e percepire una sensazione di efficacia sia quasi un bisogno intrinseco della natura umana. Sinteticamente si può definire l'autostima come la valutazione emessa in merito alle informazioni di cui siamo in possesso su noi stessi, mentre si è soliti distinguere, in maniera didattica, l'autostima in stabile o fluttuante nonché in specifica o generale. La valutazione di sè stessi è influenzata dagli apprendimenti e dalle esperienze maturate nell'infanzia nonché dai comportamenti dei genitori e degli adulti significativi verso il bambino la quale inevitabilmente creerà dei giudizi ricalcando gli esempi alla quale è esposto. Il concetto di sè e l'autostima hanno una importanza notevole in ogni dominio psicologico influenzando motivazione, emozioni, atteggiamenti e comportamenti sociali ma soprattutto focalizzazione dell'attenzione e memoria: alcune ricerche suggeriscono che selezioniamo gli stimoli alla quale siamo sottoposti e li interpretiamo secondo  canoni conformi al concetto che abbiano di noi stessi. Quest'ultimo fattore ha indotto molti Psicologi e Psicoterapeuti a considerare l'autostima come una trappola la cui sottovalutazione potrebbe avere spiacevoli conseguenze. A parte il rischio di cadere in tentazione affermando frasi banali e fuorvianti tipo "se credi in te stesso, anche gli altri lo faranno" e similari,  se selezioniamo ed interpretiamo gli stimoli circostanti in maniera conforme al nostro concetto di sè e di conseguenze in maniera conforme alle nostre aspettative, si crea il rischio di generare un circolo vizioso nella quale la valutazione finale alimenterà quella iniziale amplificando di conseguenza la valutazione di sè indipendentemente se essa era positiva o negativa. Anche l'idea di aumentare la stima di sè è una trappola alla quale molte figure, più o meno riconosciute, spesso cadono; infatti l'idea dell'esistenza di alta o bassa autovalutazione si basa su costrutti soggettivi e non realmente codificabili rendendo impossibile stabilire realmente cosa fare e quali criteri adottare per stabilire cosa significa avere una autostima alta oppure bassa.

Dr Michele Passarella

Ultima modifica ilLunedì, 16 Febbraio 2015 16:14
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