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L'autoinganno

La menzogna rappresenta un comportamento intenzionale che ha sempre interessato gli Psicologi soprattutto in riferimento alla capacità di mentire durante le fasi di sviluppo e l'età evolutiva. In linea di massima i motivi che inducono una persona a mentire o ingannare gli altri sono: evitare un problema, ottenere un vantaggio, danneggiare qualcuno. Gli studi di Psicologia comparata hanno osservato comportamenti ingannatori anche in moltissime specie animali con l'obiettivo prevalente di ingannare una preda o sfuggire ad un predatore ma se l'inganno rappresenta un filo conduttore di tutte le specie animali, la specie umana si caratterizza per la capacità di saper ingannare oltre ai propri consimili anche se stessi. L'autoinganno rappresenta un argomento che ha creato moltissimi dibattiti, spesso particolarmente accesi, tra gli Psicologi  e considerato da alcuni uno dei più grandi paradossi della mente umana. Alcuni studiosi sostengono l'impossibilità di ingannare se stessi poiché la mente umana non sarebbe in grado di gestire contemporaneamente due informazioni contraddittorie ed escludentesi mentre altri lo ritengono possibile ma a condizione che esso non avvenga in maniera intenzionale. Gli studi sperimentali in realtà sostengono la possibilità di ingannare se stessi muovendo da un principio basilare del funzionamento mentale. Ogni essere vivente è esposto continuamente a stimoli esterni non tutti analizzati in maniera analitica dal sistema cognitivo che deve necessariamente elaborare una selezione degli stimoli percepiti; la selezione degli stimoli sottoposti ad analisi è influenzata dalle motivazioni e dalle aspettative e soprattutto dalla coerenza delle informazioni percepite con il proprio sistema di credenze e di informazioni già in possesso. Partendo da questo spunto teorico è possibile spiegare l'autoinganno in maniera piuttosto semplice: quando siamo esposti a stimoli riferiti a noi stessi, quando questi sono fonte di sofferenza oppure non coerenti con l'immagine che noi stessi ci siamo creati (sia essa positiva o negativa) può innescarsi il fenomeno dell'autoinganno mediante la selezione degli stimoli percepiti e la focalizzazione dell'attenzione sugli stimoli che confermano le informazioni più "gradevoli" mettendo in secondo piano quelle sgradevoli che, ad una analisi successiva, possono anche essere escluse dall'analisi e di conseguenza non essere più percepite eliminando le informazioni che causano disagio o sofferenza. Questa spiegazione del fenomeno sottolinea come gli stimoli sgradevoli sono sì percepiti ed analizzati ma esclusi poiché le informazioni in proprio possesso sono utilizzate al fine di  confermare quelle gradevoli oppure sgradevoli ma comunque coerenti con quelle già in proprio possesso. Un esempio drammatico di autoinganno è individuabile nel racconto di un ex pilota militare dell'Unione Sovietica che nel 1983 fece fuoco su un aereo di linea causando oltre 200 morti: per sopravvivere emotivamente e non soccombere al senso di colpa il suo sistema cognitivo ha focalizzato l'attenzione sulle variabili che evidenziavano le responsabilità dei piloti dell'aereo abbattuto e sui protocolli ufficiali alla quale si era attenuto mettendo in secondo piano e successivamente ignorando le informazioni relative al proprio operato. E' obbligatorio sottolineare come ogni persona ha un proprio funzionamento mentale individuale e le reazioni agli eventi è sempre soggettiva, e se quest'ultimo esempio rappresenta un estremo di un meccanismo psicologico esso in realtà è molto diffuso in ogni individuo e serve a mantenere la coerenza con se stessi e con le informazioni in nostro possesso comprese, come già detto, quelle negative.

Dr Michele Passarella

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