La giungla dei test psicologici
- Scritto da Michele Passarella
- Pubblicato in Spazio psicologia
Tra gli strumenti tipici della professione dello Psicologo, uno di quelli che più di tutti stimola la curiosità, crea interesse ma anche interrogativi e polemiche rientrano i test mentali. Il test può essere definito come lo strumento utilizzato al fine di ottenere una misurazione obiettiva e standardizzata che consente di analizzare le differenze fra le reazioni psichiche di più individui o le reazioni di uno stesso individuo esposto a differenti stimoli o condizioni ambientali. Un test mentale per essere utilizzato da un professionista deve necessariamente possedere determinate caratteristiche tra cui: la validità, ovvero la capacità di misurare esattamente ciò che si propone; l'affidabilità, ovvero il grado di accuratezza con cui il test discrimina la variabile misurata; la sensibilità, ovvero la capacità di discriminare le differenze intra ed inter individuale: i test psicologici prima di essere utilizzati sono sottoposti a rigorosissimi studi al fine di verificare che queste caratteristiche vengano rispettate. Uno Psicologo, nel somministrare un test è strettamente vincolato non solo alla scelta di un test che rispetta le caratteristiche appena citate ma anche a determinate indicazioni deontologiche compresa la modalità di somministrazione, l'analisi approfondita e minuziosa dei risultati e la comunicazione dei risultati emersi. Didatticamente i test possono essere suddivisi in test di rendimento e test di personalità. I test di rendimento consistono in una serie di prove standardizzate allo scopo di valutare determinate funzioni psichiche o determinate attitudini; fanno parte di questa categoria i test di intelligenza e delle altre facoltà cognitive come ad esempio la memoria od il linguaggio, i test attitudinali, come ad esempio quelli per la selezione del personale ed i test psico-diagnostici, come ad esempio quelli utilizzati per valutare eventuali disagi emotivi. I test di personalità si prefiggono di esplorare la personalità individuale nella sua globalità oppure in qualche sua dimensione; fanno parte di questa categoria i test obiettivi, molti dei quali elaborati su modelli matematico-statistici molto accurati ed i test proiettivi, i quali si differenziano da quelli obiettivi per via di una maggiore libertà di espressione da parte di chi si sottopone alla somministrazione. Nel corso degli anni all'interno della Psicologia si è sviluppato un dibattito molto acceso sulla reale utilità dei test psicologici che ha raggiunto il proprio apice a cavallo degli anni '70 e '80 del secolo scorso e la creazione di due posizioni particolarmente contrapposte. Per quanto questa diatriba non sia ancora pienamente sopita oggi molti Psicologi sono hanno assunto una terza posizione, non frutto di un compromesso: è infatti opinione molto diffusa tra gli Psicologi che i test sono utili ma solo se utilizzati correttamente e soprattutto i risultati emersi siano valutati in maniera estremamente flessibile e coerente con una visione globale della persona. I risultati di un test psicologico infatti non possono essere considerati in maniera assoluta ma ponderati e considerati come indicativi e mai come definitivi. Quest'ultimo argomento ci introduce un aspetto molto delicato quale la formazione e la competenza di chi somministra un test psicologico: somministrare e soprattutto valutare i risultati di un test psicologico richiede una formazione professionale ed approfondita; come molti altri aspetti della professione dello Psicologo, anche per i test vi è il pericolo di banalizzare lo strumento ed utilizzarlo in maniera inappropriata e, almeno potenzialmente, deleteria per l'utente come spesso accade. A riguardo è piuttosto semplice trovare dei test psicologici su internet o su riviste proposti come rivelatori di dinamiche psichiche: coloro i quali si dilettano con questi test devono essere consapevoli che questi test hanno un valore ludico ma nessun valore professionale.
Dr Michele Passarella