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La nuova politica riformista di Bill De Blasio.

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In evidenza La nuova politica riformista di Bill De Blasio.

 

Non sarebbe azzardato dire che Bill De Blasio, nuovo sindaco di New York, un giorno potrebbe diventare presidente degli Stati Uniti. Ha superato il repubblicano Joseph Lota, alla candidatura come sindaco, con il 73,3% dei voti. Avvocato di professione è laureato in politica e affari internazionali alla Columbia University.

Bill ha le sue origini a Grassano (Matera) e a Sant'Agata Dei Goti (Benevento). Anna Briganti infatti, la nonna materna, era proprio di Grassano e rimase nel centro materano insieme agli altri tre fratelli e alla sorella fino alla morte del padre. Nel 1903, i suoi bisnonni vendettero tutta la proprietà di Grassano e la mamma, Maria Schiavone, insieme a tre dei suoi fratelli, si trasferì a New York dove acquistò una casa e un appezzamento di terreno. Iniziò da lì il sogno americano e la scalata di Bill De Blasio.

La famiglia Briganti a Grassano è ricordata soprattutto per la presenza dello zio, Gaetano, divenuto un famoso professore di agricoltura. Nel 1922 i suoi nonni rientrarono in Italia. Ma, dopo un breve periodo, la nonna tornò con la madre a New York. Nonostante questo, la famiglia continuò a tenere vive le sue radici. Quel patrimonio familiare è rimasto parte integrante della sua esistenza.

Il sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino, si è subito messo in contatto con De Blasio e pensa di offrigli la cittadinanza onoraria, perché è un piacere avere un concittadino che ricorda con orgoglio le sue origini. Ma molti ignorano che nella città apparentemente più aperta e democratica del mondo, esiste ancora l'apartheid, che New York è una città dove i lavoratori delle classi medie vengono licenziati o ignorati.

Bill promette di impegnarsi affinché l'interesse della politica si sposti sul ceto più bisognoso e non più sulle élites. Bill ha avuto tanti di quei voti che fra 8 o 12 anni nulla gli vieterebbe di ambire alla poltrona più importante del mondo, come avvenne già per Rudy Giuliani. De Blasio, uomo di gran talento seppur rimasto sano e umile di principi, si promette di tornare in Italia con i figli, in modo che possano comprendere meglio le sue origini e quella cultura che ha sempre portato con sé. Le sue dichiarazioni alla stampa sono state sintetiche, ma significative.

 


Qual è il legame che ha continuato a mantenere con la sua terra d'origine?

Sono molto fiero della mia famiglia multiraziale. Ho una moglie afroamericana, Chirlane McCray, e due figli italianissimi, Chiara e Dante. Mia moglie e i miei figli sono al centro della mia esistenza. Come me, Chirlane è sempre stata impegnata nella difesa dei diritti umani. Sono orgoglioso dei miei figli, perché mi danno un grande sostegno e sono stato molto fiero di fargli conoscere la mia storia. Non a caso, i miei nonni hanno lasciato un segno profondo nella mia esistenza. Un'identità forte che mi portò a prendere, a 22 anni, il cognome di mia madre.



Quali sono i maggiori problemi riscontrati nella sua città?

New York è una città dove l'amministrazione si è rivolta sempre ad una élite benestante. Per combattere le disuguaglianze, dobbiamo migliorare l'istruzione, con il nostro sistema scolastico ed io ho un progetto per farlo. Non a caso, il mio obiettivo è creare la prima forma di istruzione pubblica, dalla scuola materna al doposcuola, chiedendo ai newyorkesi più ricchi di pagare un po' più tasse. Voglio case per tutti a prezzi più accessibili. New York è pronta ad avere un sindaco che potrà finalmente affrontare questi problemi, che da sempre interessano le famiglie medie e la classe operaia. Sono convinto che bisogna portare ai cittadini questa visione progressista.

 


Considerato che lei è un democratico, quali sono i principi cardini su cui si fonda la sua politica?

E' dal 1989 che i newyorkesi non hanno un sindaco democratico. Far pagare più tasse ai ricchi servirà anche a finanziare gli asili nidi. Farò nuovi investimenti sull'edilizia popolare. Servono 200.000 nuove case popolari. Cambierò la legge sui salari minimi. Sarò attento all'ambiente, non a caso farò costruire nuove piste ciclabili. New York sarà una città profondamente diversa. E' questo che ho in mente, sin da quando ho deciso di improntarmi su politiche di sinistra. Resto un sindaco molto progressista, soprattutto sui temi valoriali. L'ambiente, i matrimoni gay, la battaglia contro le armi, ma tuttavia, non rinnego i poteri forti del capitalismo, di Wall Street o dei grandi gruppi dell'edilizia. Voglio riportare al centro dell'attenzione il tema sociale, il tema delle diseguaglianze. New York non è mai stata così opulenta e tuttavia ha 50000 senza tetto. Questa per me ora diventa la vera priorità. Sarà un modello di sviluppo più equilibrato, più attento, alla parte debole della città. Daremo il meglio solo quando ogni bambino, ogni genitore, ogni newyorkese avrà un'opportunità. Raggiungeremo le nostre più grandi aspirazioni solo quando riusciremo ad alzarci in piedi tutti assieme.

 

Nei sobborghi di New York esiste ancora l'apartheid?

La disuguaglianza è un tema difficile. Gli italoamericani, anche quelli più ricchi, sono confinati in zone ben precise di Brooklyn, Stane Island, Bronx e New Jersey. Nessun italiano, infatti, può abitare in una zona di ebrei, di irlandesi, o neri. E viceversa. Certo, i ristoranti di Cipriani o la libreria Rizzoli sulla 57esima Strada sono affollati e apprezzati anche dai newyorkesi che contano. Ma quella è un'Italia raffinata, lontana dagli immigrati. I problemi che dovremo affrontare esistono da decenni e non si risolveranno certo dal giorno alla notte. Ma sia chiara una cosa! Il popolo di questa città ha scelto una strada di progresso! Mi complimento con le generazioni della mia famiglia, compresi coloro che non ci sono più. Un ringraziamento speciale va alla mia famiglia italiana, ai miei amici italiani, a Roma e al paese dei miei nonni. A loro io mi sento di dire grazie!

 

 

Giulio Ruggieri

Ultima modifica ilMartedì, 23 Giugno 2015 22:43

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