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Anna Teresa Laurita presenta il suo ultimo volume dal titolo: L'occhio di Erode"

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In evidenza Copertina L'occhio di Erode di Anna Teresa Laurita Copertina L'occhio di Erode di Anna Teresa Laurita

 

Un dramma unico nel suo genere. Ma prima di tutto un'opera storica. Apoteosi di un immaginario di malvagità e redenzione ancora oggi attuale. Il protagonista di questo entusiasmante dramma è un personaggio storico, Erode il Grande ( 73 a.C. - 4 a. C ). Il nome Erode ha origine greca e significa discendente da eroi. E' questo il senso del volume scritto da Anna Teresa Laurita, poetessa potentina. Erode fu re di Giudea, regione storica della Palestina. Regnò dal 37 a.C, fino alla sua morte. Governò sotto la protezione dell'impero romano in quanto la Giudea non godeva dello status di provincia a causa della sua proverbiale turbolenza. Ed è in questo ambito che il volume di Laurita si pone, rimarcando la forte connotazione del testo. Il volume sottolinea la presenza dei romani i quali eleggono un sovrano giudeo, loro amico, studiando una forma indiretta di controllo del popolo giudaico. In buona sostanza, le notizie che molti conoscono di Erode sono principalmente legate ai racconti evangelici, in particolare al racconto di San Luca, o ancor di più a quello dell'evangelista Matteo, che ci presenta la triste tragedia degli innocenti descrivendo il protagonista come un sovrano dispotico, perverso, energico e pronto a tutto pur di mantenere il proprio status. Emblema del volume è la presenza dell'uomo che si macchia di innumerevoli atti di violenza, comportamenti che farebbero senso anche alla maggior parte dei tiranni della storia. Pur di uccidere il presunto Messia, venuto sulla Terra, punta a spodestarlo ed è il responsabile del genocidio di tutti i neonati della Giudea da zero fino a due anni d'età. Il dramma, elegantemente riprodotto da Laurita è composto da un lungo soliloquio, in cui il protagonista, riflettendo con se stesso si esalta dinanzi a tanta potenza. Manifesta l'esigenza di voler andare oltre se stesso e desidera contestualmente che il suo regno arrivi a non avere confini, che nessuno quindi intralci i suoi desideri di onnipotenza. La sua sete di potere e sopraffazione supera ogni limite. Il personaggio non vuole rassegnarsi neppure alla morte, perché è perfettamente convinto di essere l'unico vero re e di non poter ammettere rivali. La sola idea di un successore, arrivato sulla terra per convertire tutti non gli permette di vivere serenamente. La sua, come recita il volume di Laurita, è una corsa contro il primato, perciò non si accontenta mai della grandezza raggiunta. Aspira ad ottenere sempre più. Ciò però lo fa sentire angosciato, portadolo ad infliggere nuove gabelle al popolo giudaico, ormai completamente prostrato ai suoi piedi. Il punto di domanda del volume resta il solito: vuoi vedere che Erode siamo noi? Con i nostri peccati e i nostri atti di egoismo. Un personaggio non diverso da noi, come recita Anna Teresa Laurita.

 

Giulio Ruggieri

 

Ultima modifica ilDomenica, 09 Novembre 2014 16:01

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