l'ansia
- Scritto da Michele Passarella
- Pubblicato in Spazio psicologia
Il termine ansia è da tempo entrato nel linguaggio comune e, come spesso accade, non sempre utilizzato in maniera appropriato: questo termine deriva del latino angère che significa stringere ed è una condizione sgradevole quanto inevitabile nonché universale della condizione umana. Per quanto il confine possa essere poco marcato, si è soliti distinguere l'ansia fisiologica da quella patologica. L'ansia è uno stato di tensione psicologica e fisica che implica un'attivazione generalizzata di tutte le risorse dell'individuo, consentendo così l'attuazione di iniziative e comportamenti utili all'adattamento ed è diretta contro uno stimolo realmente esistente e conosciuto: essa può essere considerata come strutturante poiché aiuta la persona ad affrontare situazioni difficili o sgradevoli. Si parla invece di ansia destrutturante quando l'ansia diviene difficile da gestire fino al punto di compromettere le funzioni quotidiane amplificando la difficoltà nel gestire la situazione. Un semplice esempio è quello dell'ansia derivante un esame scolastico od universitario: l'ansia strutturante induce la persona ad aumentare la propria preparazione, quella destrutturante al contrario inficia la capacità di prepararsi. Oltre alla distinzione tra ansia strutturante e destrutturante, molti Psicologi propongono la distinzione tra ansia di stato ed ansia di tratto: come dice la parola stessa l'ansia di stato è causata dalla situazione vissuta ed è la conseguenza degli stimoli alla quale si è esposti come ad esempio un colloquio di lavoro, un esame oppure situazioni gravi nella quale viene messa a rischio l'incolumità personale; l'ansia di tratto non è invece causata da uno stimolo specifico ma dipende dalla personalità e dal funzionamento mentale della persona. Quest'ultima categoria può essere considerata una forma di disturbo d'ansia. In sintesi un disturbo d'ansia è caratterizzato da uno stato d'incertezza rispetto al futuro con la prevalenza di sensazioni sgradevoli; spesso è vaga e non ha una causa direttamente riconoscibile e non è diretta verso uno stimolo specifico; può essere contraddistinta da forte intensità e provocare sofferenza molto elevata che a sua volta può indurre comportamenti tali da amplificare la sofferenza oppure peggiorare il disturbo; moltissime affezioni psichiatriche e neurologiche hanno il disturbo d'ansia in comorbilità. Tra i sintomi più diffusi dell'ansia patologica ritroviamo l'insonnia, l'inappetenza, rimuginazioni, preoccupazioni, irritabilità, deficit nelle funzioni mnestiche oltre a sintomi fisici quali dolori diffusi, tachicardia, secchezza della bocca, tremori, disturbi gastro-intestinali. Tecnicamente l'ansia è una condizione psicologica diversa dalla paura e soprattutto dalla fobia anche se nel linguaggio comune spesso sono utilizzati erroneamente come sinonimi. Sulle cause dei disturbi d'ansia in psicopatologia non vi è accordo unanime: in sintesi estrema possono essere individuate due macro scuole di pensiero: una che chiama in causa aspetti neurobiologici ed organici in generale ed una seconda per la quale sono prevalenti gli aspetti cognitivi ed i rapporti con la famiglia e gli adulti durante gli anni dello sviluppo. La gestione dell'ansia è una delle sfide alla quale ognuno di noi è chiamato a fare nella propria esperienza quotidiana ed i metodi per farlo sono soggettivi ed idiosincratici, per quanto recentemente si stiamo pubblicizzando diverse metodologie a tal fine è utile ricordare che, se non siamo difronte ad un disturbo d'ansia, è opportuno evitare "trattamenti" o percorsi di qualsiasi genere. In merito all'ansia patologica il trattamento è competenza esclusiva di Psichiatri e Psicoterapeuti; per quanto riguarda la Psicoterapia, gli studi di efficacia ne confermano l'opportunità se non proprio la necessità di applicazione con risultati a lungo termine molto positivi. Anche per i disturbi d'ansia, qualora la sindrome si manifesta in maniera particolarmente pervasiva ed invalidante, è opportuno un trattamento combinato di psicofarmaci e psicoterapia.
Dr Michele Passarella