Narcisismo e personalità
- Scritto da Michele Passarella
- Pubblicato in Spazio psicologia
Nel luglio del 1890 l'Inghilterra vittoriana venne scossa da furiose polemiche nei riguardi di un autore, Oscar Wilde, per via della pubblicazione di quello che ancora oggi è considerato un capolavoro della letteratura mondiale: "Il ritratto di Dorian Gray". Molti contemporanei videro in quel romanzo un'affermazione della supremazia dell'artista sulle leggi morali, la falsità di ogni credo, la necessità di ricercare tutto ciò che vi è al mondo di bello, raro ed intenso. Oscar Wilde probabilmente diede voce ad una nuova concezione dell'uomo che in quell'epoca si stava manifestando, riportando in primo piano un concetto presente ed ampiamente divulgato nella cultura ellenistica classica ovvero il narcisismo. Il termine narcisismo deriva, come ben noto, dal mito di Narciso, un giovane innamorato della propria immagine fino a consumarsi e trasformarsi in un fiore, il Narciso appunto. Questo termine fu presto introdotto prima in Sessuologia e successivamente in Psichiatria per indicare la tendenza di alcune persone ad ignorare pensieri ed emozioni altrui e la ricerca esclusiva del soddisfacimento dei propri bisogni. Successivamente questo concetto è stato approfondito in Psicoanalisi divenendo un concetto cardine di molte concettualizzazioni e teorie finendo, come molti altri concetti approfonditi dalla Psicoanalisi, a generare semplificazioni e confusioni in quanto il termine fu utilizzato per indicare indistintamente aspetti relativi fasi di sviluppo, disturbi psichici e comportamenti considerati "normali" dagli autori. In sintesi possiamo considerare il narcisismo come la tendenza ed atteggiamento psicologico di chi fa di sé stesso il centro esclusivo e preminente del proprio interesse restando più o meno indifferente agli altri. In ottica evoluzionistica il narcisismo ha una sua funzione e nello specifico quello di preservare la propria integrità al fine della conservazione della specie. Il termine è in parte sovrapponibile a quello di egocentrismo anche se quest'ultimo oggi è meno utilizzato nella letteratura professionale. Se agli inizi del '900 con il narcisismo si indicava un atteggiamento sostanzialmente negativo e tendenzialmente patologico, il dibattito e la ricerca in Psicologia ha indotto gli Psicologi a considerare il narcisismo come un tratto di personalità e dunque una componente rintracciabile in tutti gli individui; per tratto di personalità si intende un modo di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti di se stessi che si manifesta in un ampio spettro di contesti sociali e personali sostanzialmente stabili nel tempo. La personalità umana è l'insieme di una moltitudine complessa di tratti sviluppati nel corso dell'età evolutiva; il tratto di personalità narcisistico dunque si integra con altri tratti di personalità amplificando o mitigando alcuni aspetti del narcisismo in base al percorso evolutivo individuale, proprio come accade per ogni singolo tratto. Come noto, quando un tratto di personalità diviene eccessivamente rigido e pervasivo, inducendo l'individuo ad emettere comportamenti lesivi nei confronti di se stesso o di altri, si parla di disturbo di personalità. E' utile ricordare che la più recente classificazione psichiatrica ha eliminato dalla propria tassonomia il disturbo di personalità narcisistico generando nei professionisti del settore molte perplessità anche per via del coinvolgimento di questo disturbo in molte azioni criminali e lesive nei confronti di terze persone.
Dr Michele Passarella