LA SATIRA DI BOCHICCHIO PER PARLARE DI AMORI VIOLENTI
- Scritto da Maria De Carlo
- Pubblicato in L'editoriale
E’ terminata nelle scorse settimane la campagna di Amnesty “Mai più spose bambine”. Una forma di non amore o di “possesso violento” –come è descritto nella satira di Mario Bochicchio. Una vignetta che presenta l’iniziativa di sabato 21 pv al Ridotto del Teatro Stabile del capoluogo a cura del Centro studi Erasmo da Rotterdam (sezione lucana) su “Gli amori violenti”, come nel titolo del libro di Mirella Baldassarre. L’autrice sarà presente all’incontro per parlare appunto di quegli amori che si trasformano in un “bisogno incontenibile che spinge a impadronirsi dell’altro, a invaderne i pensieri, a volerli controllare, possedere. Massacrate nel corpo e nella mente – scrive l’autrice – molte donne perdono la vita, semplicemente perché si ribellano alla prigione in cui è stata trasformata la loro vita”.
La serata si concluderà con la poesia di Salvatore Accardo e ampio spazio sarà dato anche alle vignette satiriche di Mario Bochicchio, compagno di avventura del Centro Erasmo da diversi anni.
La vignetta di Bochicchio nasce dalla sintesi di quello sguardo che vede con l’occhio dell’intelligenza e del cuore. Un “metodo” a lui congeniale. Schietto, immediato, ma allo stesso tempo rispettoso, discreto osservatore pronto a cogliere con arguzia le sfumature di ogni particolare notizia. La sua matita colorata scorre fluida sul bianco foglio di carta ritraendo fedelmente i protagonisti del momento, riportandoli nella loro dimensione più autentica e veritiera. La sua è una satira pensata, meditata, studiata.
La satira di Bochicchio suscita nell’immediato ilarità ma aiuta soprattutto a “pensare”. L’artista con le sue vignette apre alla riflessione sulla notizia. Fa, in senso più ampio del termine “politica”. Con la sua satira elegante Mario accende i riflettori su quegli aspetti apparentemente più marginali, o subdoli e nascosti ai più. A volte è anche pungente ma lo fa in modo così “garbato” e nel rispetto della veridicità dei fatti. La satira riporta le cose nella loro giusta dimensione, facendole scendere da un illusorio piedistallo, mettendo a nudo e chiamando le cose con il loro nome. Non è forse questa la sua natura?!
Maria De Carlo
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