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LA VERSIONE DI BARNEY

In evidenza LA VERSIONE DI BARNEY

 LA VERSIONE DI BARNEY

La scheda:

Regia: Richard J.Lewis; SCENEGGIATURA: Michael Konyves

ATTORI: Paul Giamatti, Rachelle Lefevre, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Bruce Greenwood, Minnie Driver, Scott Speedman, Mark Addy, Saul Rubinek, Thomas Trabacchi, Jake Hoffman, Clé Bennett, Harvey Atkin, Mark Camacho, Ellen David, Anna Hopkins

Genere: COMMEDIA ESISTENZIALE, DRAMMATICO, SENTIMENTALE – Durata 132 m.

 

La trama:

Questa è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo dello scrittore canadese Mordecai Richler: la storia di Barney Panofsky (Paul Giamatti), ebreo, proprietario di un’improbabile casa produttrice televisiva di Montreal che propina da 30 anni la stessa soap. Il film si apre con l’immagine di una bottiglia di whisky e un sigaro “Montecristo”, compagni di vita fedeli di un uomo qualunque. Un uomo tutt’altro che avvenente o affascinante, spesso cinico, ma capace di grandi sentimenti: il rispetto affettuoso per il padre (Dustin Hoffman); l’amore per la donna della sua vita (Rosamund Pike), condotto con assurda tenacia; l’amicizia duratura e indulgente per l’amico tossico (Scott Speedman).

Il film si compone di una serie di retrospettive sul percorso di vita di Barney: il primo matrimonio a Roma negli anni ’70 con una pittrice esistenzialista con il senso macabro dello humour e la tendenza al suicidio; il secondo matrimonio, fallito ancora prima di cominciare, con una una donna manager pedante e fedifraga. Ironia della sorte, proprio il ricevimento che segue la cerimonia darà la svolta alla vita di Barney: tra un whisky e un litigio con il suocero, ha la visione celestiale di una ragazza con l’abito blu, di cui si innamora istantaneamente e perdutamente. Da quel momento le farà una corte disperata, facendo andare sempre più alla deriva il proprio rapporto matrimoniale. Un giorno Barney, già deciso a chiedere il divorzio, torna a casa e trova la moglie a letto con il suo migliore amico, Boogie, che ospitava per cercare di disintossicarlo dall’abuso di alcool e droga. È quasi grato all’amico che gli offerto un insperato e inconsapevole aiuto e si sbronzano insieme. Hanno un violento alterco e Boogie sparisce nelle acque del lago. Barney, incolpato dell’omicidio dell’amico, diventa l’oggetto della persecuzione del detective O’Hearne, che pubblica un libro e lo accusa di ogni genere di bassezza; si decide a dare, pertanto “la sua versione” dei fatti, ripercorrendo la sua (mal)educazione sentimentale e la sua vita oltre le righe. Miriam, la ragazza dal vestito blu, interpretata da una fragile ed eterea Rosamund Pike, cederà alle goffe profferte amorose di Barney, facendosi conquistare dalla sua burbera sentimentalità e diventandone moglie e madre di famiglia. L’ispido yiddish non smetterà mai di amarla e di ri-conquistarla, tentando di reinventare il rapporto, anche quando lei lo abbandona, stanca delle sue ciniche ubriacature e del suo caustico egoismo.

 

La recensione:

HUMOUR: COMMOZIONE = EROS: TANATOS – È questa la non-facile equazione che un regista (Richard J. Lewis) finora impegnato in brevi polizieschi tipo “CSI – Scene del crimine”, deve sviluppare per trasporre in pellicola un capolavoro letterario come quello di Mordecai Richler, così articolato, originale e complesso. Il risultato è sorprendente ed adeguato, proprio perché un film si avvale di mezzi espressivi diversi rispetto al libro, primo tra tutti la maestria di attori di consumata esperienza, come Paul Giamatti, che ha recitato, soprattutto come caratterista, in pellicole di grande risalto (esempi lampanti: “The Truman Show” e “Salvate il soldato Ryan”). Personificando il complesso protagonista, accentra tutta la vicenda narrata e dona allo spettatore continue emozioni.

È la rivalsa dell’uomo comune, il capovolgimento di ogni eroismo, l’umanità che si affranca dal conformismo, il trionfo del politicamente scorretto: “siate grandi nelle azioni come lo siete stati nel pensiero”.

Dustin Hoffman, infine, è indiscutibilmente un mostro sacro: interpreta magistralmente il vecchio poliziotto erotomane e millantatore. La sua espressione beata, il suo sorriso sardonico appena abbozzato, sul letto di morte di un bordello, strappa al figlio una sonora risata e regala a noi una pagina di autentico vero Cinema.

 

La pagella:

Cast 9 (Giamatti 8, Hoffmann 10); Regia 8; Sceneggiatura 9; Pathos 10 – Incondizionatamente consigliata la visione, specialmente se siete stanchi di roboanti effetti digitali e commediole insulse.

 

 

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