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URBANIZZAZIONE PATOLOGICA

In evidenza URBANIZZAZIONE PATOLOGICA

Lo spostamento di popolazione dalle zone rurali alla città, alla ricerca di lavoro o di sostentamento, o semplicemente per l'attrazione della cosiddetta vita urbana, prende il nome di inurbamento, e il complesso di fenomeni legati allo sviluppo delle città viene detto urbanizzazione. Per lungo tempo considerata addirittura positiva, oggi l'urbanizzazione viene vista con crescente preoccupazione, per l'enorme importanza del problema che riveste: ormai tutti i regimi economici la affrontano come tale, adottando problemi di decentramento urbano, più o meno razionali. Facciamo qualche precisazione a tale riguardo. L'urbanista inglese E. Howard, al termine del secolo scorso propose di intervenire su Londra, che era la più popolosa città del mondo. La popolazione andava indirizzata verso alcune new towns dotate di industrie e da realizzare a poche decine di miglia dal centro, al di là di una Green Belt (Fascia Verde). Il programma divenne operativo solo molti decenni più tardi, quando prima del 1940 la popolazione londinese stava raggiungendo gli 8 milioni, e da allora non è ulteriormente diminuita.

La struttura organizzativa urbana può tenere dietro all'aumento di popolazione solo se questo è graduale, ma attualmente l'aumento di popolazione delle città è talmente rapido da rendere impossibile fornire a tutti i suoi abitanti servizi indispensabili.

In Asia, Shangai e Tokyo superano i 12 milioni, ma l'area urbana cinese è particolare: secondo un piano urbanistico che mira all'autosufficienza alimentare, si stende su di un territorio 3 volte più ampio, con vaste zone agricole.

In generale, tuttavia, l'assembramento di milioni di uomini su un territorio limitato costituisce un carico che l'ambiente non può sostenere, e l'economia stessa subisce numerose influenze negative. Sono esse però anche strutture produttive (pensiamo alle grandi concentrazioni industriali statunitensi).

In America Latina, invece, si sono verificati aumenti a dir poco raccapriccianti, in quanto in molti Stati gli abitanti si sono quadruplicati in una dozzina d'anni. Il caso più clamoroso è quello di Città del Messico  (nel 2010 contava 8.851.080 abitanti, con la spaventosa densità di 5.960 ab./km²), che accoglie svariati milioni di persone su di una superficie inferiore a quella del Comune di Roma, mentre la sua area metropolitana, con circa 18 milioni in rapido aumento, è oggi la più popolosa del mondo. 

Tutte queste non sono però strutture produttive, ma solo assembramenti di gente, con immensi problemi, a partire dall'approvvigionamento idrico.

La necessità di acqua dell'uomo è tale che, se non sono poste sul mare, le grandi città si trovano almeno sulla sponda di grandi laghi o fiumi, ma in generale le concentrazioni di popolazione raggiungono livelli assolutamente patologici nei Paesi del Terzo Mondo, dove le strutture urbane sono assolutamente inadeguate a garantire uno standard di vita accettabile.

Ultima modifica ilDomenica, 14 Febbraio 2016 13:39
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