Log in
A+ A A-

Tecnologia, professionisti a secco

In evidenza Tecnologia, professionisti a secco

Tecnologia, professionisti a secco

 

Tecnologia, questa sconosciuta per gli studi professionali. Due su tre, infatti, non considerano l’innovazione tecnologica uno strumento di sviluppo dell’attività e non intende investirci. Non solo. Mediamente lo studio professionale ha due professionisti e due dipendenti, un fatturato massimo di 100 mila euro, non più di 50 clienti e svolge attività tradizionale. Sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Professionisti & Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, presentata il 26 febbraio scorso a Milano, dal titolo «Professionista, oggi apriresti uno studio?». L’indagine prende in esame gli studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari, attraverso questionari che raccolgono le risposte di oltre mille soggetti.

La propensione all’innovazione. Riguardo la tecnologia, l’analisi individua cinque tipologie di comportamento e sensibilità nei confronti dell’innovazione digitale. Il 14% del campione rientra nelle «avanguardie strutturate», ovvero si tratta degli studi che prima di altri hanno creduto nella capacità delle tecnologie di creare valore per l’attività. Generalmente, si tratta di studi con in portafoglio oltre 60 clienti aziendali, un fatturato per addetto superiore ai 60 mila euro e che dedicano più del 28% del budget Ict a progetti innovativi. Un altro 11%, invece, testimonia interesse e sensibilità verso le tecnologie. Sono studi con una elevata propensione all’investimento in Ict (oltre il 5%) ma essendo partiti in ritardo hanno effettuato scelte più in chiave tattica che strategica, perdendo in efficienza. Un terzo cluster è formato dal 17% degli studi che dispongono di indicatori di performance e dimensionali al di sopra della media in virtù dei quali non hanno investito in tecnologia sia per il modello organizzativo sia per quello di business. Tuttavia, manifestano un concreto interesse per i temi formativi orientati alla digitalizzazione. Il 10%, invece, con buoni indicatori di efficienza interna ma con redditività in calo si dimostra indifferente nei confronti delle tecnologie anche in chiave prospettica. Il quinto cluster individuato dalla ricerca è formato dalla maggior parte degli studi (48%), che non dispongono di buoni indicatori economico-finanziari e non rivelano reazioni sensibili alla contingenza sfavorevole.

L’approfondimento completo su ItaliaOggi Sette in edicola da lunedì 29 febbraio 2016

L'immagine è tratta da www.breaknotizie.com

Ultima modifica ilGiovedì, 10 Marzo 2016 15:40
Devi effettuare il login per inviare commenti

Meteo

Potenza

Ultime

Calendario Articoli

« Aprile 2024 »
Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          

Area Riservata