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Le dinamiche della relazione genitore figlio spiegate dal CAD PZ Capoluogo

In evidenza Le dinamiche della relazione genitore figlio spiegate dal CAD PZ Capoluogo

Sabato 2 Aprile presso la sede del Cad Pz Capoluogo si è tenuto un seminario dal titolo “ Diventare genitori: la realtà delle aspettative ˮ promosso dal Dipartimento Psicologia del CAD  di Potenza. Le psicologhe e psicoterapeute Maria Teresa Muscillo e Fabiola Santicchio hanno descritto le dinamiche caratterizzanti il processo di genitorialità, con un approfondimento delle reciproche aspettative nella relazione genitore- figlio e della gestione delle difficoltà che ingenerano meccanismi di rottura del rapporto con le figure genitoriali.

In primo luogo si è messo in luce, la necessità  di non rimuovere i propri vissuti perché recidere le proprie radici non aiuta a proiettarsi con fiducia e consapevolezza nel futuro, né a vivere serenamente il presente.

Un ruolo essenziale nelle dinamiche della genitorialità è svolto dalle fantasie, consapevoli e non, che plasmano  la nostra percezione della realtà. Come sottolineato dalla dott.ssa Muscillo “ queste fantasie sono l’anticamera di aspettative che il futuro genitore nutre nei confronti dei futuri e differenti ruoli svolti dai vari membri all’interno del nucleo familiare, e si tratta di un ciclo che si riverbera, in quanto le aspettative generano i ruoli e viceversa ˮ.

Le aspettative dei genitori verso i figli riguardano anche l’identità di genere ( l’essere maschio o femmina ) e quelle disattese, ossia che il genitore ha nutrito su di sé in passato e che non è riuscito a soddisfare : “ il figlio che percepisce di non essere come i propri genitori vorrebbero che fosse, nutre un crescente senso di frustrazione, in quanto non è in grado di concretizzare le aspettative genitoriali percepite come estranee al suo essere più autentico e profondo ˮ. Si è pertanto sottolineato la necessità di favorire un processo di differenziazione che dura tutta la vita e volta a riscoprire la propria unicità. Come ha sostenuto Massimo Recalcati i vissuti sono risorse e non limiti. Pertanto, si deve cercare di accettare quelle che sono state eventuali mancanze affettive da parte di uno o entrambi i genitori riappropriandosi  dei modelli di riferimento più consoni alla propria personalità e integrandoli con i desideri e i bisogni dell’oggi, in un costante dialogo tra le aspettative  e le esigenze individuali e quelle delle figure genitoriali ˮ.

In tale ottica è decisiva la categoria del perdono per quelle che riteniamo siano state mancanze affettive perché il riconoscimento e l’accettazione degli errori altrui sono tappe essenziali per accettare sé stessi ed essere liberi interiormente.

La dott.ssa Fabiola Santicchio si è soffermata sul concetto di risonanza emotiva,  ossia la capacità di comprendere gli stati d’animo altrui. Un bambino che ha fame non è consapevole di esserlo sebbene avverta uno stato di attivazione psico-fisico negativo spesso osservabile in termini di terrore  che va regolato attivando uno stato positivo che soddisfi il suo bisogno ˮ.

La capacità di comprendere le esigenze affettive dei figli spesso sfuma con il tempo, in quanto diventano preponderanti le aspettative e i giudizi che si nutrono nei loro confronti; basti pensare a quelle madri, che in presenza di un attacco di panico da parte del figlio manifestano a loro volta un simile stato emotivo.

Come far fronte ad una mancanza affettiva nella vita di tutti i giorni ? Non solo nella relazione genitore- figlio ma anche nei rapporti interpersonali quotidiani  per accettare una mancanza bisogna vedere quello che c’è di buono in essa, come se fosse una forma di apprendimento. Fare pace con il proprio bagaglio emotivo accettando serenamente eventuali mancanze da parte di chi avrebbe ma non ha voluto o non è riuscito a cogliere i nostri bisogni più profondi.

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