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In corso presso la Galleria Civica la personale di Nino Tricarico Limen et Lumen

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In evidenza In corso presso la Galleria Civica la personale di Nino Tricarico Limen et Lumen

E’ stata inaugurata mercoledì 5 febbraio e resterà aperta al pubblico sino al 10 Marzo 2014, presso la galleria civica di Palazzo Loffredo in Largo Pignatari la personale di pittura dell’artista lucano Nino Tricarico. La mostra intitolata Limen et lumen è visitabile dal martedì alla domenica, festivi compresi, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:30. Come illustratoci dall’esimio prof. Francesco Calabrese, guida museale d’eccezione per l’occasione, il titolo richiama i concetti oraziani di limen e lumen, ossia di  limite, soglia da un lato e luce, fonte o sorgente di illuminazione dall’ altro. Come noto, infatti il poeta di origini venosine, si trasferì a Roma presso la corte augustea e da mecenate divenne un illustre uomo di cultura, trovando nel fervore poetico e letterario concessogli dall’otium contemplativo della nuova condizione sociale l’affermazione di sé ed il superamento dei propri limiti. La personale di Tricarico appartiene al quel filone di pittura meglio noto come astrattismo, ossia quell’indirizzo artistico moderno e contemporaneo che tende a raffigurare la realtà in astratto,  e come ricordato da Calabrese attraverso il quale un artista cerca di sfuggire a qualsiasi incasellamento e definizione etichettante. L'artista astratto -rimarca il prof. Calabrese- cerca di mettere in risalto la luce, il colore, i sentimenti e le sensazioni soggettive affinché essi prevalgano sul rigore formale e superino al contempo la materia. La pittura di Tricarico ha una connotazione filosofica perché ciò che muove le creazione dell’artista è sempre la ricerca e la scoperta. L’odore del grano è un olio su tela del 1986 in cui prevale il colore  e che si pone su 3 livelli linguistici che esprimono il senso del divenire, del rapporto dialettico della propria realtà individuale e  soggettività con la natura ed il paesaggio, trasposizione su tela dei sentimenti individuali che riecheggiano attraverso la categoria del ricordo. Paesaggio lucano , Paesaggio verde, ci fa notare il prof. Calabrese, sono anch’essi dipinti che traspongono non mimeticamente e quindi senza riduzione alla pura imitazione del reale, sentimenti individuali e primordiali nei confronti degli elementi paesaggistici. Affidato al ricordo sensitivo astratto è anche la tela intitolata Il mercato dei fiori di Amsterdam datata 1986. Infinito bianco, opera che si ispira alla pittura russa ed astratta di Kandiskij, è l’espressione del molteplice, giocato su effetti cromatici e raffigura la ricerca sognante di un luogo che possa appartenere sia alla sfera terrena che a quella extra-terrena ma che in ogni caso consenta all'io individuale di andare "oltre " i propri limiti e di superare la propria finitezza, nella sua tensione ed aspirazione all'infinito, negli aneliti di congiungimento ad una dimensione totalizzante ed assolutizzante. Ritorna qui il tema del rapporto tra la relatività della soggettività delle proprie emozioni, sentimenti e sensazioni e l' oggettività strabordante della realtà naturale, che eccede i limiti individuali dell' artista. Non è il tema della trascendenza che domina nei dipinti, ma il tentativo da parte dell'artista di trascendere sé stesso avendo sempre comunque l'Infinito come dimensione a cui tendere. Altri dipinti come La bolla di mare e quelli della sezione La destrutturazione- dichiara Calabrese- inneggiano ancora  al superamento degli steccati e dei limiti e all’ imprescindibile separazione della sfera soggettiva della propria individualità  da quella oggettiva della realtà. Molto suggestivi anche La solitudine del Monarca, uomo di potere spesso inviso alle comunità che governa e che per questo trova la morte e L’uomo senza potere che è invece l’uomo libero dal potere e che finalizza i suoi sforzi alla ricerca. Il prof. Calabrese sottolinea che in ogni caso i dipinti dell' autore potentino raffigurano paesaggi dell’anima, affidati al ricordo della propria intimità. Infine vari dipinti come La persiana rossa della casa cantoniera, Vigneto dove nasce il Basento e Molino di piede esprimono il profondo rapporto tra la soggettività dell’artista lucano e il suo genius loci. L’autore di origini potentine, si è formato negli ambienti dell’avanguardia napoletana intorno agli anni sessanta. Studente di chimica frequentò in quegli anni l’ambiente accademico di belle arti della città partenopea, animata in quella fase dal fervore artistico e creativo di personalità quali Barisani, De Stefano, Spinosa e dei più giovani Fiore e Ruotolo, fautori di un linguaggio che travalica la tradizione della scuola napoletana da una parte e il levismo dilagante in Basilicata in quegli anni dall’altra. In un certo senso è a Napoli che impara la leggerezza e la drammaticità che troveranno espressione nella pittura della maturità

Emanuele Pesarini

Ultima modifica ilMartedì, 13 Maggio 2014 10:32

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