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EVENTO CULTURALE ORGANIZZATO DA AGUA VENERDÌ 15 SETTEMBRE: PROVERBI E DETTI AVIGLIANESI

Venerdì 15 settembre ci sarà un evento culturale, presso il Parco Baden Powel a Potenza, organizzato dall’Associazione AGUA APS. L’appuntamento è fissato per le ore diciotto, dove verrà presentato il libro dal titolo: “Proverbi e detti Aviglianesi”, edizioni Hermaion. All’evento interverranno: Giuseppe Lariccia, Presidente dell’Associazione AGUA APS, Vito Antonio Romaniello, autore del volume, Federica D’Andrea autore. A moderare sarà Caterina Sabato, Associazione AGUA APS.

In occasione di questo bellissimo evento culturale abbiamo avuto il piacere di incontrare e dialogare con uno degli autori del volume, e, cioè Vito Antonio Romaniello. Egli si è laureato in “Scienze della Comunicazione”, presso l’Università degli Studi della Basilicata, da adulto; discutendo la sua tesi di laurea proprio sul Dialetto Aviglianese. (Tesi che è stata successivamente pubblicata)

L’autore Romaniello del volume “Proverbi e detti Aviglianesi”, attraverso i suoi studi e le sue ricerche, omaggia Avigliano e l’intera Basilicata. Egli insieme all’autrice Federica D’Andrea usa nel suo lavoro l’Alfabeto Internazionale Fonetico, l’IPA. (Alfabeto fonetico internazionale)

Dunque, le parole scritte in trascrizione fonetiche riportano per ogni parola il diverso modo di dire nei vari paesi della Basilicata. Il seguente libro curato dagli autori Romaniello e D’Andrea si divide in proverbi numerati, insieme all’aggiunta di un carattere non scientifico, e fruibile per tutti. Sfogliando le pagine del volume si nota affianco alle parole la traduzione in italiano, affiancata una traduzione di senso e, poi, un quadretto che indica il tratto pertinente.

Tre sono le fasi: Dialetto, Italiano e Significato, visibili nella scheda seguente al testo.

 

Si trovano anche molti aneddoti, con l’intendo di chiedersi perché su usa quel proverbio. Esempio è: “Com s’i r’muas”, che significa “Come siamo rimasti”. Tantissimi sono i proverbi legati ad Avigliano, come il seguente: “N’Pozz avè b’sogn d la grattacasa”, e, cioè speriamo di non aver bisogno della grattugia, e, “speriamo che nessuno muoia”. Si ricorda che nel dialetto Aviglianese è presente il tratto gallo-italico e, dunque, come i dominatori conquistando il posto vanno ad imporre la loro lingua.

Studiando il dialetto notiamo la vicinanza delle parole al latino, grazie all’influsso grammaticale delle quattro coniugazioni tipiche del latino, il genere neutro, la metafonia, il rotacismo e altri..

E, allora si rinnova l’invito del prossimo venerdì, ad essere presenti a Potenza per una degustazione dialettale, ricordando che la lingua è il nostro senso identitario, e non possiamo altro che essere orgogliosi dell’appartenenza alla Lucania.

FEDERICA CORBISIERO

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