ScientificaMENTE – LA STORIA DELLA TERRA: LE ERE GEOLOGICHE – seconda parte
ScientificaMENTE è una serie di articoli dedicati alla divulgazione scientifica.
Affrontiamo argomenti di Biologia, Chimica, Geografia, Scienze della Terra e molti altri di carattere tecnico – scientifico, utilizzando termini il più possibile semplificati, allo scopo di avvicinare le materie scientifiche al più vasto pubblico di lettori.
L’ERA CENOZOICA
L’era Cenozoica o Terziaria, durata 65 milioni di anni, viene suddivisa in 5 periodi:
Paleocene |
Eocene |
Oligocene |
Miocene |
Pliocene |
Paleogene o Terziario antico |
Neogene o Terziario recente |
Durante tale era si verificò un’intensissima attività orogenetica (formazione di catene montuose) e vulcanica, che provocò grandi mutamenti in campo fisico e biologico.
Si ebbe un profondo rinnovamento della flora e della fauna, che si evolsero verso forme sempre più vicine a quelle attuali. In ambiente marino si affermarono ed ebbero una grandissima diffusione i nummuliti (ottimi fossili guida del primo periodo Terziario), ma questa è soprattutto l’era dei Mammiferi che, comparsi nell’era mesozoica, conobbero un grande sviluppo e si affermarono definitivamente subentrando ai grandi rettili che avevano dominato l’era precedente.
All’inizio il gruppo prevalente era quello dei marsupiali; successivamente essi furono soppiantati dai placentati e sopravvissero soltanto in Australia e nell’America Meridionale, andate alla deriva prima dell’esplosione biologica dei placentati. Quest’ultimi, come i rettili, conquistarono sia l’ambiente aereo (pipistrelli) che quello acquatico. Comparvero e si svilupparono i felini, i canidi, gli equini e le scimmie, fra cui quelle antropomorfe.
Per la loro enorme diffusione e per la rapida evoluzione, che originò varie specie di breve durata, i mammiferi sono ottimi fossili guida delle aree continentali. Anche tra i mammiferi comparvero dei giganti. Ad esempio il Paraceratherium (un erbivoro simile al rinoceronte) vissuto in Asia 28 milioni di anni fa, misurava 7,5 m di lunghezza e ben 5 m di altezza. Anche le attuali balene sono dei mammiferi marini giganti.
Nel regno vegetale si ebbe la definitiva affermazione delle Angiosperme che, grazie alla presenza dei semi, raggiunsero il massimo sviluppo e una grandissima diffusione.
Dal punto di vista geologico vanno segnalati i grandi fenomeni orogenetici che provocarono il corrugamento alpino-himalayano e il sollevamento delle Montagne Rocciose e delle Ande. Tali fenomeni proseguirono anche nell’era successiva e i terremoti e le eruzioni vulcaniche che si registrano tuttora nelle zone interessate dai corrugamenti terziari, sono da imputarsi all’assestamento, ancora in atto, di quelle terre.
Alla fine del Miocene avvenne inoltre un evento straordinario: il Mediterraneo, per innalzamento della soglia di Gibilterra, divenne un mare chiuso senza comunicazione con l’Atlantico e, poiché l’apporto delle piogge e dei fiumi immissari era inferiore al tasso di evaporazione, si prosciugò completamente. Si formarono così grandi depositi di salgemma e di gesso.
In seguito, all’inizio del Pliocene, la soglia di Gibilterra si abbassò, consentendo alle acque dell’Atlantico di penetrare nuovamente nel Mediterraneo, riempiendolo.
In questo periodo era in atto l’orogenesi appenninica, per cui i sedimenti evaporitici depositati vennero sollevati e deformati.
L’Italia si è praticamente formata, sorgendo dal mare, durante questa era.
Nel Terziario antico la collisione fra le zolle africana ed europea portò al sollevamento delle Alpi, mentre l’Appennino si formò più tardi.
Fu intensa anche l’attività magmatica intrusiva, ovvero la penetrazione di grandi masse di magma entro fratture della crosta terrestre, ed effusiva (imponenti coltri effusive nelle Prealpi Venete, in Toscana, Lazio, Campania, Lucania e Sardegna).
L’ERA NEOZOICA
L’era neozoica o quaternaria, ultima della storia geologica della Terra, va da circa 2 milioni di anni fa, fino ad oggi e si suddivide in 2 periodi:
PLEISTOCENE |
OLOCENE |
caratterizzato da un raffreddamento del clima, con conseguenti vaste glaciazioni |
iniziato con l’ultimo definitivo ritiro dei ghiacci, giunge fino ad oggi |
Gli avvenimenti più importanti dell’era furono le imponenti variazioni climatiche che causarono alternativamente l’espansione e il ritiro dei ghiacci su vaste zone della Terra.
Le espansioni glaciali accertate nella regione alpina furono 5:
- DONAU
- GUNZ
- MINDEL
- RISS
- WURM
Corrispondenti il primo alle tracce rinvenute nella valle del Danubio e gli ultimi 4 ad altrettante località della Baviera dove furono studiati per la prima volta i depositi morenici.
Le notevoli variazioni del clima conseguenti all’avanzata e al ritiro dei ghiacciai si ripercossero anche sulla flora e la fauna.
Durante i periodi glaciali, animali e piante di ambiente freddo si diffusero espandendosi nei paesi mediterranei; durante i periodi interglaciali animali e piante di ambiente caldo si spinsero nell’Europa settentrionale.
Alla fine del Pleistocene scomparvero numerosi mammiferi che avevano dominato incontrastati: la tigre dai denti a sciabola, i mastodonti, i mammut, i grandi armadilli, l’orso delle caverne e i cervi giganteschi.
La causa di queste grandi estinzioni sembra vada attribuita non solo alle modificazioni ambientali e climatiche alle quali questi animali eccessivamente specializzati non avrebbero saputo adattarsi, ma soprattutto alla rapida diffusione dell’uomo, che proprio in quest’era aveva fatto la sua comparsa.
Durante la massima espansione dei ghiacciai il livello marino era inferiore a quello attuale di oltre 100m, per cui vaste aree delle piattaforme continentali si trovavano allo scoperto e venivano incise ed erose dai fiumi.
Le Alpi erano completamente ricoperte da una coltre di ghiaccio, che si estendeva anche agli altopiani svizzero e bavarese.
Un imponente scudo di ghiaccio ricopriva la Scandinavia, il mar Baltico, la Russia nord-occidentale, la Germania settentrionale, la Danimarca e parte della Gran Bretagna. Un’altra coltre glaciale ricopriva la parte settentrionale del Nord America. Ghiacciai erano presenti anche sui Pirenei e sull’Appennino.
Nel periodo successivo, l’Olocene, i ghiacciai si ritirarono gradatamente fino ad occupare le posizioni attuali. Dalla loro fusione presero origine grandi fiumi, che con i materiali depositati alla loro foce colmarono laghi e bracci di mare, formando estese pianure alluvionali.
Il clima, la flora e la fauna divennero simili a quelle attuali.
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