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Felice Grande

Felice Grande

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Anche tu sei stato spiato dalla NSA? Ecco come scoprirlo con certezza

L'operazione di sorveglianza di massa dei servizi segreti americani e britannici, rivelata al mondo intero dalla talpa del Datagate, Edward Snowden, ha suscitato e continua a suscitare notevole scalpore. A suo dire tutti eravamo (e forse lo siamo ancora) a rischio; e non solo usando il telefonino, ma anche mandare un'email o navigare in Internet era sufficiente per trasformare qualsiasi individuo in vittima ignara di un'intercettazione. La NSA americana, infatti, poteva mettere qualsiasi smartphone e PC, in qualsiasi parte del mondo, sotto controllo, senza che l'utente se ne accorgesse.
Adesso, però, c'è un modo per scoprire se i servizi segreti ci hanno spiato. Attraverso uno strumento online offerto gratuitamente da Privacy International, una charity inglese che si batte per i diritti civili, è possibile inviare una richiesta all'Investigatory Powers Tribunal che è obbligato, per legge, a controllare se si è stati sorvegliati. La Privacy International è nota per aver portato in tribunale, e vinto, il GCHQ, il più segreto dei servizi britannici, con il quale la NSA condivideva tutte le spiate. A seguito dell'invio della richiesta, l'Investigatory Powers Tribunal accederà all'archivio digitale del GCHQ e, se troverà delle corrispondenze con i dati da noi forniti, ce lo notificherà, confermandoci l'avvenuto spionaggio e obbligherà, inoltre, le due agenzie di intelligence a cancellare dai loro database i nostri dati.
La risposta arriva solo in caso affermativo, cioè se effettivamente risulta che siamo stati spiati illegalmente, documentando dettagliatamente cosa sia finito sui computer dei servizi segreti. L'unico vincolo è che bisogna compilare il modulo ed inviarlo entro il 5 dicembre 2015 perché, grazie ad un cambio di legge del governo inglese, l'attività di sorveglianza del GCHQ è stata dichiarata illegale solo fino al 5 dicembre 2014, e la ricerca del tribunale inglese si limita all'anno precedente la data della richiesta.
L'inconveniente è che la procedura risulta abbastanza lenta, e che per l'eventuale risposta potrebbero occorrere alcuni mesi, ma il risultato è assicurato. Pertanto, se si è interessati o semplicemente curiosi, vale la pena usufruire del servizio.

La stampante 3D più grande del mondo

Si chiama BigDelta, è alta dodici metri, con una base di sette metri, ed è stata totalmente progettata e realizzata in Italia da un team di giovani guidati da un artigiano di 55 anni, Massimo Moretti, titolare dell'azienda WASP, acronimo di World's Advanced Saving Project, con l'obiettivo di costruire case a basso costo.
L'innovativo macchinario rientra nella categoria delle stampanti 3D, che in scala molto più ridotta sono in commercio da qualche anno e stanno rivoluzionando il concetto di produzione grazie al basso costo ed alla facilità di utilizzo, ma con la sua imponente impalcatura metallica si prefigge l'ambizioso obiettivo di "stampare" case low cost in argilla da destinare alle popolazioni disagiate del pianeta. Un sogno che può diventare presto realtà, considerando che le stime internazionali prevedono entro il 2030 una rapida crescita della richiesta di alloggi a prezzi accessibili per oltre quattro miliardi di persone con un reddito annuo sotto i tremila dollari. Inoltre, le Nazioni Unite prevedono che per soddisfare questa domanda, nei prossimi quindici anni, vi sarà un fabbisogno giornaliero di centomila unità abitative.
BigDelta rappresenta, pertanto, un mix di tecnologia Made in Italy e progresso sostenibile che, si spera, aiuterà chiunque a beneficiare del diritto ad avere una casa.

Via gli intrusi dalle foto

Eliminare i photobomber, ovvero gli elementi inappropriati di una fotografia, in modo completamente automatizzato, con un semplice clic o tap: questo è il risultato ottenuto da un'équipe di scienziati della Princeton University, che hanno messo a punto un sistema in grado di eliminare automaticamente gli elementi indesiderati in una foto, come un'automobile che passa per caso o un volto intruso.
Per raggiungere lo scopo, i ricercatori hanno dovuto sviluppare un algoritmo che identificasse gli elementi indesiderati nelle fotografie, e si sono serviti di Mechanical Turk, un software creato da Amazon per addestrare i computer a compiere una specifica attività, come ad esempio l'identificazione di tracce musicali o, per l'appunto, degli elementi chiave di un'immagine. Analizzando ed elaborando gli output di Mechanical Turk, gli studiosi hanno scoperto che
gli elementi indesiderati in una foto hanno una serie di caratteristiche comuni: si tratta di oggetti che si trovano nei pressi del bordo della foto stessa. Pertanto, utilizzando queste informazioni, il team di informatici ha creato l'algoritmo vero e proprio, che scansiona l'immagine e, valutando fattori come la sfocatura e la composizione, decide quali oggetti eliminare. Infatti, se un elemento è grande e si trova al centro della foto, è il soggetto principale dell'immagine; se, al contrario, è sfocato e si trova ai lati, si tratta di un intruso che il software provvede ad eliminare.
In realtà, la maggior parte dei programmi di fotoritocco già consente la rimozione degli elementi indesiderati dalle foto, ma l'obiettivo dei ricercatori statunitensi è quello di semplificare e automatizzare il processo di image editing, creando un software che consenta di eliminare gli elementi che distraggono con un singolo clic.
Qualcosa di completamente nuovo nel campo della computer vision, che gli scienziati hanno definito "previsione automatica di distrattori", intesi come "le regioni di un'immagine che deviano l'attenzione dal soggetto principale e riducono la qualità complessiva dell'immagine stessa".

Eclissi totale di superluna

Una superluna davvero speciale, si tingerà di rosso nel corso dell'eclissi totale del prossimo 28 settembre. Uno show cosmico per nottambuli, dal momento che in Italia l'evento astronomico avrà inizio quando saranno passate da poco le 2 del mattino. La Luna, infatti, entrerà nella zona di penombra alle 2:11 e dalle 3:07 comincerà a entrare invece nella zona d'ombra mentre, il momento clou, la totalità dell'eclisse, inizierà a partire dalle 4:07 e durerà fino alle 5:23. Il fenomeno si concluderà alle 7:23, quando la Luna sarà prossima all'orizzonte, e in alcune parti d'Italia sarà appena tramontata.
Sarà un'eclissi lunare particolare, anzitutto perché la Luna, nella notte tra il 27 ed il 28 settembre, si troverà in prossimità del perigeo, il punto della sua orbita più vicino alla Terra, e pertanto apparirà il 14% più grande e il 30% più luminosa del solito, tanto che, popolarmente, viene definita superluna, e poi perché sarà l'eclissi che chiuderà la Tetrade che, in astronomia, è un fenomeno nel quale si susseguono 4 eclissi totali, una dopo l'altra, nel corso di poco tempo, senza che, nel medesimo intervallo temporale, occorrano altre eclissi lunari, parziali o penombrali che siano. Il quartetto è cominciato il 15 aprile 2014 e terminerà con la "Luna di sangue" del 28 settembre 2015. La Tetrade è un fenomeno speciale, ma non molto raro: nel corso di questo secolo (2001-2100), infatti, si conteranno 3 tetradi.
I presupposti per assistere a questo ennesimo spettacolo che la natura ci regala, ci sono tutti. Malgrado l'orario improbo, sarà un'eclissi di Luna davvero straordinaria che varrà la pena di ammirare in un cielo, si spera, sgombro da nubi.

Gli italiani sono guardoni digitali

Una ricerca condotta da Norton by Symantec, un'azienda statunitense che sviluppa software per la sicurezza informatica, volta ad analizzare il rapporto dei consumatori italiani con i loro dispositivi mobili e le informazioni (anche quelle sensibili) che essi contengono, come li utilizzano, li perdono o ne abusano, e capire quale sia la percezione nei confronti della protezione delle informazioni personali contenute sui propri device mobili, ha rivelato che il 62% degli italiani ha informazioni molto riservate sui propri dispositivi mobili e il 55% vorrebbe sbirciare in quelli altrui. Inoltre, dei tremila intervistati, il 65% ha ammesso di aver perso almeno un device mobile, rendendo accessibili a chiunque le informazioni in esso memorizzate, che spesso contengono dati altamente sensibili (dettagli bancari e di accesso ai social media e alla posta elettronica), intimi e perfino imbarazzanti: foto, video e messaggi. Ma cio che di più sorprendente è emerso dall'indagine di Norton è la curiosità degli italiani, i quali, il 55%, hanno ammesso di voler utilizzare uno smartphone senza l'autorizzazione del proprietario principalmente per leggere i messaggi e per dare una sbirciata alle foto ed ai video in esso contenuti.
Dalla ricerca è emerso anche che la metà degli intervistati considera lo smarrimento del proprio dispositivo mobile e dei dati che contiene come un possibile rischio e pertanto sono stati rilevati alcuni miglioramenti nella gestione della sicurezza dei dispositivi mobili, ma meno di un intervistato su dieci ha sottoscritto una polizza di assicurazione contro il furto o lo smarrimento dei dispositivi.
In definitiva, il dato rilevante, e non particolarmente incoraggiante, della ricerca è che la maggior parte dei consumatori italiani sono ben lontani dall'adottare un approccio che assicuri la protezione dei loro dati personali.

Mais e girasole in aiuto della tecnologia

Il mondo vegetale corre in aiuto della tecnologia. All'università di Friburgo, in Germania, infatti, alcuni ricercatori stanno affinando un processo attraverso il quale è possibile estrarre il germanio da alcune piante che lo accumulano nei germogli e nelle radici.
Il germanio è un elemento chimico indispensabile per la fabbricazione dei transistor, gli elementi essenziali costituenti i circuiti integrati che governano il funzionamento di tutti i moderni dispositivi tecnologici; è presente all'interno del suolo ma è molto difficile da estrarre tanto che, oggigiorno, si preferisce ottenerlo partendo da altri elementi e minerali, attraverso opportuni processi chimici. Ecco perché gli studiosi tedeschi stanno cercando di migliorare la tecnica di phytominig (che letteralmente significa estrazione tramite l'utilizzo delle piante) per riuscire a rendere l'estrazione del germanio più semplice e meno costosa.
Il phytominig, relativamente all'estrazione del germanio, verrà applicato alle coltivazioni a scopo energetico, come il girasole ed il mais, ottenendo un ulteriore vantaggio: la produzione di carburanti energetici tramite la fermentazione dei raccolti dai quali, in un secondo momento, viene separato, e quindi estratto ed ottenuto, il germanio utilizzabile poi dalle industrie per produrre i componenti elettronici da impiegare nelle apparecchiature tecnologiche.
Pertanto, quando lo studio sarà completato, e il processo di phytominig (che non è una novità assoluta perché è già stato utilizzato in passato per estrarre elementi come l'oro e il rame) perfezionato per l'estrazione del germanio, girasoli e mais diventeranno preziosi alleati dello sviluppo tecnologico.

Alleanza per uno standard video aperto

Sembra un motto da moschettieri, ma è un accordo raggiunto da sette compagnie big dell'hi-tech, tra cui spiccano Microsoft, Cisco, ed Intel per creare un formato video aperto e svincolato da diritti di una specifica azienda, per mettere fine alla dittatura di Flash e dei codec proprietari, nonché per offrire, gratuitamente, agli utenti uno standard qualitativamente più alto e soprattutto più sicuro, privo delle falle evidenziate dal player di Adobe ed emerse anche nella recente vicenda di Hacking Team.
Un'alleanza trasversale ed ampia, denominata Alliance for Open Media, rara nel settore della tecnologia, composta da sette sorelle: Google, Netflix, Amazon, Microsoft, Cisco, Intel e Mozilla. Mancano all'appello Apple, che già da anni ha scelto di non supportare Flash, e Facebook, che sui video punta parecchio e sempre di più, ma non è escluso che si alleino in futuro dal momento che i fondatori del gruppo hanno invitato altre aziende e partner operanti nel settore tecnologico ad unirsi ed a cooperare con loro.
Gli obiettivi da raggiungere per il nuovo formato video open sono sostanzialmente due: qualità e gratuità. L'alleanza, infatti, mira a cambiare radicalmente il modo in cui vengono sviluppati ed erogati i prodotti ed i servizi video, creando uno standard aperto e comune per vedere i video in straming ed in rete, caratterizzato da un'alta compressione e da un elevato frame rate, in grado di rendere i contenuti in alta definizione fruibili su ogni genere di dispositivo, dalla TV allo smartphone. L'altro obiettivo, invece, è la gratuità rispetto al pagamento delle royalty, da parte delle aziende che offrono servizi video a pagamento, per l'utilizzo di codec proprietari, dei quali il più diffuso ed utilizzato è H.264, di proprietà della MPEG LA. Netflix, ad esempio, sborsa cifre sonanti (milioni di dollari l'anno) alla MPEG LA, per mostrare ai propri utenti i video compressi con il codec H.264. Costi che, inevitabilmente, contribuiscono a far lievitare il prezzo dell'abbonamento e, alla fine, ricadono sempre sui consumatori.
L'avvento del nuovo standard video aperto e condiviso favorirà la liberalizzazione dei prodotti video, consentendo un notevole risparmio economico sia a chi li distribuisce e sia a chi ne usufruisce, in un futuro in cui il mercato dei video in rete è in continua espansione.
Stante alle stime delle sette hi-tech big company il nuovo standard video dovrebbe essere portato a compimento entro 18 mesi.

Viaggiare alla velocità del suono

Quando fu svelato su twitter nel 2013 sembrava solo una velleità avveniristica, invece ora, Hyperloop, l'innovativo sistema di trasporto in capsule, capace di superare i 1200 chilometri orari, sta per diventare realtà. Il progetto ideato da Elon Musk, presidente di Tesla Motors, ma anche cofondatore di PayPal e di SolarCity, prevede la creazione di tubi a bassa pressione all'interno dei quali potranno viaggiare, ad una velocità prossima a quella del suono nell'aria (1237 chilometri all'ora), capsule contenenti merci o passeggeri.
La realizzazione del progetto avverà grazie alla collaborazione di Hyperloop Transportation Technologies, la compagnia che sta portando avanti l'impresa del treno sonico, con la Oerlikon Leybold, produttrice di pompe a vuoto, ed un gruppo di esperti composto prevalentemente da ingegneri ed architetti. Anche l'Italia partecipa ai lavori per lo sviluppo dell'idea innovativa, con Gabriele Gresta, già co-fondatore di Digital Magics, che fa parte del team di Hyperloop Transportation Technologies.
Le caratteristiche peculiari di Hyperloop, oltre alla velocità sonica, sono il rispetto della natura e dell'ambiente e l'impiego di fonti energetiche rinnovabili: solari ed eoliche. Infatti, le uniche fonti di alimentazione di Hyperloop saranno i pannelli solari, posti sulla parte superiore dei tubi che coprono il percorso, e le turbine eoliche interne, capaci di produrre elettricità ed immagazzinarla in batterie specifiche, utili in condizioni estreme, quando non si potranno sfruttare le energie rinnovabili come, ad esempio, nei passaggi sott'acqua. Inoltre, per ridurre al minimo l'impatto ambientale, la struttura dei piloni di cemento che reggeranno i tubi, saranno in grado di raccogliere diossido di carbonio e rilasciare ossigeno.
La prima sperimentazione di Hyperloop sarà condotta in California, nella Quay Valley Nord di Los Angeles, dove sta nascendo una smart city a impatto zero. Qui verrà costruita una linea di 5 miglia che attraverserà la città, su cui sarà possibile fare i test necessari per il lancio della capsula su larga scala. I lavori inizieranno il prossimo anno, e dal 2018 i passeggeri della Quay Valley potranno utilizzare il supertreno.
Quando e se il sistema di trasporto ultraveloce sarà costruito in Italia, permetterà di percorrere la distanza tra Roma e Milano in soli 25 minuti.

Connessioni a Facebook: un giorno da record

Lunedì scorso, per la prima volta in assoluto, il più famoso ed utilizzato social network ha registrato il più alto numero di connessioni in un giorno: un miliardo.
Il record di accessi è stato rivelato dall'amministratore e fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che con un post specifico ha sottolineato che una persona su sette, quel giorno, in tutto il pianeta, è entrata su Facebook per connettersi con parenti ed amici.
Le connessioni registrate lo scorso lunedì sono "soltanto" 32 milioni in più rispetto a quelle, in media, registrate giornalmente nel mese di giugno: 968 milioni. Nell'arco di un mese, invece, sono quasi 1,5 miliardi gli utenti che si connettono a Facebook almeno una volta.
Sono numeri imponenti che suggellano la notorietà del social network di Mark Zuckerberg.

Smartphone con il sesto senso

I moderni smartphone sono costituiti da diversi componenti hardware, in particolare sensori e rilevatori, che consentono una migliore interazione tra l'utente e l'ambiente circostante ed abbattono le distanze tra il mondo reale e quello digitale. A questi componenti se ne aggiungerà presto un altro: un sensore molecolare che utilizza la spettroscopia per analizzare gli oggetti che ci circondano; una sorta di sesto senso tecnologico, così come recita lo slogan pubblicato sul sito web Kickstarter, dove è stata avviata, per l'innovativo sensore, una campagna di crowdfunding.
Il progetto è stato realizzato da una startup israeliana, la Consumer Physics, che ha pensato di utilizzare la spettroscopia molecolare, la stessa adottata dagli scienziati per individuare le composizioni chimiche delle sostanze in base alla luce assorbita o riflessa, per realizzare un dispositivo denominato SCIO, che puntato su qualsivoglia oggetto, ne analizza la composizione, come ad esempio il livello di zucchero nelle angurie o la quantità di cotone nelle t-shirt, e visualizza i risultati mediante un'apposita app. SCIO è grande quanto un accendino, ed entro settembre arriverà sul mercato in versione definitiva ad un prezzo compreso tra i 250 e i 300 dollari.
Le possibilità offerte da SCIO sono innumerevoli, ma gran parte del suo successo dipenderà dalla community di sviluppatori che potranno realizzare applicazioni specifiche, per misurare ad esempio le proprietà dei cosmetici, dei gioielli e delle pietre preziose, del terreno e perfino degli animali domestici, e nel contempo sviluppare il più grande database mondiale delle sostanze.
Nel frattempo la Consumer Physics cercherà di miniaturizzare ulteriormente SCIO al fine di renderlo adatto ad essere installato sul retro degli smartphone, come le fotocamere e gli altri sensori a cui siamo abituati, così da essere integrato direttamente nell'ecosistema mobile senza necessità di un accessorio esterno. L'obiettivo principale della startup israeliana è infatti quello di incorporare SCIO nei futuri modelli di smartphone, soprattutto nei top gamma delle marche più blasonate, per dotarli del sesto senso.

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