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Antonio Corbo

Antonio Corbo

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Due ore di divertimento tra monologhi di vita vissuta, sketch di coppia, barzellette e un po’ di musica.

 

Potenza.- Sempre il buon umore sano e gentile. L'intrattenimento per tutta la famiglia. Uccio De Santis Non so che fare prima. Reduce da un sabato a Pescara teatro “Circus” con un fantastico sold out ha replicato ieri a Potenza al Teatro “Due Torri” con un altro magnifico sold out: Uccio De Santis; il re della comicità e del suo Mudù. Durata: 110 minuti -Numero atti: 1 – Anno di produzione: 2022. Un mix esplosivo di monologhi, un viaggio attraverso gag irresistibili e racconti di vita vissuta. Il re delle barzellette, nel corso della serata domenicale, ha deliziato gli ospiti con un divertente spettacolo domenicale. I saldi dell’estate, la spesa al centro commerciale e la lotta tra moglie e marito per avere un po’ spazio nell’armadio sperando di non trovare qualcuno nascosto dentro… Due ore di divertimento tra monologhi di vita vissuta, sketch di coppia, barzellette e un po’ di musica. Non necessariamente in quest’ordine perché Uccio.  Non sa mai cosa fare prima. In ogni caso, cambiando l’ordine delle battute, l’effetto comico non cambia. Scritto da Uccio e Antonio De Santis. In questa avventura potentina Uccio De Santis è stato accompagnato dai volti storici del programma Mudù: Umberto Sardella , Antonella Genga, e Giacinto Lucariello.

Un viaggio nei ricordi, che dipinge tanti gustosi quadretti familiari: il padre che lo voleva avvocato, la madre che lo voleva bravo e educato. Non necessariamente in quest’ordine, perché Uccio non sa mai cosa fare prima.  In ogni caso, cambiando l’ordine delle battute, l’effetto comico non cambia. Lo show racconta, in forma di monologo e di sketch a due, la vita di un comico ‘per vocazione’. Dagli esordi per vincere la timidezza, alle feste in casa, al suo grande amore: il teatro. Un viaggio nei ricordi che dipinge tanti gustosi quadretti familiari. Si racconta il presente con divertenti siparietti tra moglie e marito sulla vita di ogni giorno. Storie in cui ognuno si può identificare e ridere di gusto con tanta buona musica. In questa avventura Uccio De Santis non sono mancate le sue  divertenti interazioni con il pubblico, vero cavallo di battaglia dell’artista pugliese, creando dei siparietti comici di gran coinvolgimento;; risate assicurate con “Non so che fare prima”. Uccio De Santis è conosciuto al grande pubblico per “Mudù”: una Sitcom cioè un format televisivo di intrattenimento per tutta la famiglia. Una serie leggera, spassosa, divertente e comica con tanti momenti esilaranti, che possono essere seguiti spensieratamente. Una serie leggera, spassosa, divertente e comica con tanti momenti esilaranti, che possono essere seguiti spensieratamente. Le gags realizzate, girate in suggestive locations, sono cucite tra loro da stacchetti orecchiabili e confezionate in puntate da 24 minuti, capitanati dal noto attore e comico pugliese. La dottoressa Maria Rosaria Capoluongo (amica da ben venti anni di Uccio De Santis, all’anagrafe Gennaro De Santis, attore, comico e cabarettista e conduttore televisivo particolarmente apprezzato e conosciuto non solo in Puglia, di cui è originario, ma anche oltre i confini nazionali) unitamente all’ing. Vito Ciuffreda titolare del Teatro Due Torri di Potenza hanno organizzato a Potenza, l’evento: ”Non so che fare prima” dell’artista e amico Uccio De Santis. Si sta già pensando ad organizzare un prossimo evento per le festività natalizie 2024, sempre al Teatro “Due Torri” del capoluogo di regione.

 

 

 

Report :"Da dove l'erba trema"

MATERA . -Lucean le stelle del magnifico cielo di Colle Timmari, meta privilegiata degli astrofili di tutto l'emisfero, e splendevano, sotto quella volta, gli astri più luminosi del firmamento del folk lucano, rappresentanti di luoghi privilegiati, scuole e filoni della tradizione e di tre generazioni di musicisti, in una jam session memorabile che ha mandato in visibilio il pubblico numerosissimo (oltre mille convenuti alla festa del Dio Salvatore) e partecipe. Rino Locantore e la Sciattaband (Matera), Antonio Guastamacchia e Antonio Brienza (Tricarico), Maria Antonietta Silletti (Pisticci), Emilio Lastrucci (Matera), Fra' Gianparide e la Fratellitutti Band (Campania/Matera). Una performance assolutamente straordinaria, in un'atmosfera magica, che ha vergato una pagina indimenticabile della musica popolare del Sud e aperto uno squarcio nelle sue prospettive. Si è suonato e ballato fino a notte inoltrata, degustando un eccellente piatto di capunti alle cicerchie e altre specialità tipiche della collina materana. Impeccabile l'impegnativa organizzazione del nutrito programma della festa, curata dalla Parrocchia di "San Vincenzo de' Paoli" e dall'Associazione "Verde Colle Timmari". Ai prossimi concerti in programma ...

Il 10 Settembre 2023 a Colle Timmari ci sarà la Rassegna di balli e canti tradizionali della Provincia di Matera e dintorni

Matera .- A conclusione dei festeggiamenti in onore del Dio Salvatore, che si svolgono per lunga tradizione a Colle Timmari la prima o la seconda domenica di settembre, il 10 settembre, per questa edizione del 2023, è in programma, a cura dell'Associazione "Verde Colle Timmari, uno spettacolo che vedrà protagonisti alcuni artisti e gruppi musicali tra i più rappresentativi del panorama cella canzone popolare e d'autore del territorio lucano e pugliese. Si tratta quindi di una rassegna di canti e balli tradizionali locali, nei quali anche il pubblico sarà coinvolto, partecipando alle danze collettive nello spazio appositamente predisposto. Si alterneranno, fra gli altri, Rosalba Santoro (accompagnata dal chitarrista Alessando Musci), Rino Locantore e la Scettabband, Emilio Lastrucci, Maria Antonietta Silletti, la Fratellitutti Band. La serata avrà inizio alle 7.30, con una presentazione dell'iniziativa del presidente dell'associazione, Rocco Festa, e un'introduzione della rassegna di Emilio Lastrucci, suo organizzatore, cui seguirà una bella serata, che si concluderà intorno alle 24.00. Saranno presenti stand gastronomici per la degustazione di piatti locali e l'acquisto di prodotti tipici, curati da Slow Food, dall'associazione stessa e da S&P Ristorazioni. L'ingresso alla manifestazione è libero.

DA DOVE L’ERBA TREMA

Matera .- A conclusione dei festeggiamenti in onore del Dio Salvatore, che si svolgono per lunga tradizione a Colle Timmari la prima o la seconda domenica di settembre, il 10 settembre, per questa edizione del 2023, è in programma, a cura dell'Associazione "Verde Colle Timmari, uno spettacolo che vedrà protagonisti alcuni artisti e gruppi musicali tra i più rappresentativi del panorama cella canzone popolare e d'autore del territorio lucano e pugliese. Si tratta quindi di una rassegna di canti e balli tradizionali locali, nei quali anche il pubblico sarà coinvolto, partecipando alle danze collettive nello spazio appositamente predisposto. Si alterneranno, fra gli altri, Rosalba Santoro (accompagnata dal chitarrista Alessando Musci), Rino Locantore e la Scettabband, Emilio Lastrucci, Maria Antonietta Silletti, la Fratellitutti Band. La serata avrà inizio alle 7.30, con una presentazione dell'iniziativa del presidente dell'associazione, Rocco Festa, e un'introduzione della rassegna di Emilio Lastrucci, suo organizzatore, cui seguirà una bella serata, che si concluderà intorno alle 24.00. Saranno presenti stand gastronomici per la degustazione di piatti locali e l'acquisto di prodotti tipici, curati da Slow Food, dall'associazione stessa e da S&P Ristorazioni. L'ingresso alla manifestazione è libero.

ESSERE LUCANI OGGI...TERRE LUCANE È UN PERCORSO DI SCOPERTA IDENTITARIA COLLETTIVA, CHE PARTE DA LONTANO E SI PROIETTA NEL PRESENTE DI OGNUNO.

Essere lucani oggi...Terre lucane è un percorso di scoperta identitaria collettiva, che parte da lontano e si proietta nel presente di ognuno. E' un tentativo (di qualificare la lucanità, quale cifra di idee, valori, azioni in un contesto moderno e multiculturale. Il modo migliore per celebrare il decennale della Sezione Lucana. La promozione della cultura dello sviluppo, obiettivo prioritario della progettualità dell'Accademia, trova in Terre Lucane un ulteriore e ancor più pregevole tassello.

Il Presidente Prof . Cav. Nicola Pascale Cav. al Merito della Repubblica Italiana,Dirigente Scolastico ed Ispettore dell’ex M.I.U.R. ora M.I.M. Presidente Nazionale ANSI: Associazione Nazionale delle Scuole Italiane così si esprime: “Speciale gratitudine va espressa  a tutte le autrici (Marilena Di Grazia, Anna Maria Di Tolla, Cristina Florenzano, Annamria Molinari, Emma Russo Carrara, Leonarda R. Santeramo - Dirigente Scolastico Dirigente Tecnico M.I.M. dell’ Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata-Rosanna Sassano, la prof.ssa Pasqualina Satriano) e autori (Mario Ascolese, Aniello Ascolese, Marco Ascolese,  Gianfranco Blasi - Funzionario, politico e poeta italiano, dott. Rocco Carbone professionista, scrittore e pubblicista in tematiche inerenti la medicina naturale e olistica, nonché Segretario Generale dell'Accademia Tiberina di Basilicata -,  Prof. Antonio Sergio De Franchi  docente ordinario Unibas, meridionalista convinto, agronomo di lungo corso, esperto di materia forestale, Giuseppe D’elia, Domenico Marcigliano, Michele Marsico , Nicola Pascale, Federico Valicenti) che con generosità e passione , hanno contribuito alla realizzazione  di Terre Lucane,  opera inserita in un novero apprezzabile  di iniziative culturali promosse ed attuate dalla  Sezione Lucana  in questo suo primo decennio di vita , con il dichiarato intento di augurarle con il sostegno di tutti  ancora lunghi anni di vitalità  accademica” dalla prefazione di Nicola Pascale -Presidente Sezione Lucana Accademia Tiberina-.

E ancora la varietà degli argomenti affrontati con studi assidui e ricerca costante, traccia una linea temporale lucana di vitalità, laboriosità, fede, audacia , carattere, pur nelle dimensioni ridotte per popolazione e territorio.

Tutte le tematiche - arte, cultura, economia, fede, istituzioni, natura – sono egregiamente presenti, nel testo, avvicinano il lettore, coinvolgendolo intellettualmente ed emotivamente, con rapide ed efficaci incursioni in settori ed epoche che hanno costellato e celebrato le terre lucane nei secoli nella prefazione di Antonio D’Andrea - Segretario Generale  dell’Accademia Tiberina Roma -.

L'Accademia Tiberina è un'istituzione fondata a Roma nel 1813 con lo scopo di "coltivare le scienze e le lettere latine ed italiane".

In data 21 gennaio 1955 entrò in vigore il nuovo Statuto, per cui la denominazione dell’Istituzione venne così modificata: Accademia Tiberina, Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori.

Ma cosa è l’Accademia Tiberina? Essa venne fondata in Roma il 9 aprile 1813 da un gruppo di 26 privati cittadini, dotti e letterati di tutta Italia, residenti nell’URBE (fra i quali: i poeti Giuseppe Gioachino Belli e Jacopo Ferretti, lo storico Antonio Coppi, il medico patriota Pietro Sterbini e l’umanista Gaetano Celti), con lo scopo precipuo: (a) di coltivare le scienze e le lettere latine e italiane, particolarmente, tutto ciò che riguardava l’Urbe e gli studi storici su Roma; (b) per impegno assunto dallo stesso Coppi, Istoriografo Tiberino, di compilare una storia politico-civile (come si legge nell’Atto di Adunanza dell’11-IV-1813), dal primo armo del regno di Odoacre sino al pontificato di Clemente XIV, e una Storia letteraria dell’epoca suddetta “sino ai tempi presenti, e progressivamente nell’avvenire”.(Tratto dallo Statuto attualmente in vigore).

L’Accademia ha, quale scopo di carattere generale, quello di mantenere sempre viva la fiamma degli studi e delle ricerche letterarie, artistiche, storiche, scientifiche, tecniche e di ogni altra disciplina, non solo in Italia ma anche in tutto il mondo. In linea più specifica, l’Accademia si prefigge di: promuovere ed incrementare gli studi e le ricerche di ogni genere, tipo e grado, in tutti i rami dello scibile umano e delle professioni, raccogliendo intorno a sé, accogliendo nel proprio seno ed eleggendo ad Accademici ingegni italiani e stranieri, attirando in maniera particolare i giovani e altre personalità meno note, che posseggano tuttavia il germe del loro futuro affermarsi e le forze che potranno portarle al successo;

  1. Formulare proposte, esprimere pareri, promuovere, coordinare, organizzare e attuare anche per conto di altri Enti, iniziative su fatti e problemi di indole umana e sociale, didattico-divulgativa, tecnica, industriale, scientifica, professionale ed operativa, letteraria ed artistica, di curare relazioni con istituzioni similari italiane e straniere;
  2. Divulgare nuovi metodi educativi, nuovi sistemi e teorie scientifiche, nuove branche del sapere, come pure materie e scienze moderne non ancora prese
  3. nella giusta considerazione nell’ambito dell’insegnamento ufficiale;
  • Istituire premi di vario genere (contributi in denaro mediante borse di studio, medaglie, coppe, targhe, lauri, diplomi, emblemi di varia forma, ecc.) per opere letterarie, filosofiche, artistiche, storiche, sociali, scientifiche, ecc., composizioni, studi, ricerche, saggi di ogni genere, come pure realizzazioni e affermazioni in ogni campo creativo e operativo da assegnare su segnalazione oppure in propri concorsi o in altri, che vengano organizzati da Istituzioni Culturali consorelle o similari, dando a essi concorsi il proprio patrocinio, a seconda dei casi, delle necessità e delle opportunità vagliate dal Consiglio;
  • Diffondere la istruzione, la cultura, il sapere, in ogni modo possibile, promuovendo altresì interscambi culturali e scientifici.
  • L’Accademia, per raggiungere le proprie finalità, oltre ad avvalersi dell’attività didattica svolta dall’autonomo “Istituto Tiberino di Cultura Universitaria e di Studi Superiori” potrà avvalersi liberamente anche di altre Università italiane e straniere, Enti, Scuole, Istituti di ricerca ed Istituti di formazione italiani e stranieri.

E’ previsto che ogni anno si tenga una cerimonia solenne di inaugurazione dell’Anno Accademico alla quale vengano invitati tutti gli accademici, i Soci e i Simpatizzanti, e nel corso della quale il Presidente Generale o altro Accademico, specificatamente designato, potrà dare rendiconto dell’attività compiuta dall’Accademia durante l’anno precedente.

  • Per il conseguimento delle proprie finalità, l’Accademia ha facoltà di acquistare o prendere in affitto, a titolo gratuito od oneroso, mobili ed immobili.
  • Persone particolarmente competenti in determinate materie –anche se non appartenenti al Corpo Academico– possono essere chiamate a collaborare, a puro titolo di gratuità, alle attività dell’Accademia, e invitate eventualmente, a presentare comunicazioni scientifiche, studi, relazioni, eseguire ricerche promozionali, tenere conferenze o Corsi di lezioni, audizioni e concerti, rappresentazioni di qualsiasi tipo, presenziare a cerimonie e manifestazioni.

L’Accademia, per raggiungere gli scopi e le finalità specificate, avvalendosi del già citato autonomo Istituto Tiberino di Cultura Universitaria e di Studi Superiori oltre che di altre università italiane e straniere nonché di Enti, Scuole ed Istituti di ricerca di formazione italiani e stranieri, si propone, sul piano concreto, di: farsi promotrice, nel campo della ricerca, di studi di qualsiasi tipo; organizzare ed effettuare conferenze sia singole sia in cicli, Tavole Rotonde, seminari di studio, convegni e congressi; indire e svolgere Corsi propedeutici, corsi normali di studio e di insegnamento e corsi di perfezionamento a livello universitario e post-universitario; master di ogni ordine e grado; istituire e concretizzare letture e commenti di opere antiche e moderne, secondo i metodi e le teorie più recenti; pubblicare o patrocinare la pubblicazione di monografie, opere scientifiche, letterarie, poetiche; corsi organici a dispense, serie organiche di opere; scritti complementari, stampe varie a carattere periodico o a numeri unici, bollentini, riviste, edizioni di qualsiasi natura, albi, annuari, relazioni su nuove scoperte o teorie scientifiche, oltre a un giornale dell’Accademia, la cui testata, per tradizione storica, potrà portare il titolo di “Diario Romano”, oppureTebro, glorioso fiume.

Ma per diventare accademico ? Gli Accademici si dividono, per ordine e grado di importanza, in quattro aree specifiche:

  1. Matricula Tiberina: aspirante accademico che, pur non possedendo i requisiti necessari o essendo questi in itinere, desidera entrare nel novero degli Associati partecipando così alle attività generiche dell’
  • Accademico Associato: persone degne di
  • riconoscimento e di distinzione. E’ questa peraltro, la categoria nella quale si accede a pieno titolo in Accademia. L’Associato potrà essere elevato alla Categoria superiore dopo almeno un anno dalla sua aggregazione o, in via eccezionale, anche subito dopo la sua ammissione, qualora possa dimostrare di aver acquisito particolari benemerenze nel campo della propria attività o nel campo sociale o nei confronti dell’
  • Accademici Residenti o Corrispondenti, così denominati, rispettivamente, a seconda che risiedano o meno nella località ove è la Sede Centrale dell’ Vi possono essere ammessi laureati, professionisti, docenti, artisti, studiosi, sempre di altissimo livello.
  • Accademici Ordinari: categoria che costituisce la massima dignità accademica: cattedratici universitari, scienziati, studiosi di fama mondiale, letterati, artisti, che abbiano illustrato, con il loro sapere, il proprio Paese e la cui attività scientifica abbia superato anche i confini della Patria. Ugualmente possono essere ammessi in detta categoria professionisti di altissima fama, alte Gerarchie Diplomatiche, Militari, Religiose e Sociali che, nel campo del loro lavoro o del loro ministero, si siano affermate in modo eccezionale).
    • Accademici Onorari: Capi di Stato e di Governo; altissime Gerarchie della Chiesa e insigni altre Personalità, le quali non possono dare una collaborazione attiva e continuativa.

L'Accademia Tiberina nacque da una scissione dell'Accademia ellenica, un sodalizio fondato dall'archeologo Antonio Nibby nel 1809 con lo scopo di promuovere gli studi della lingua greca. Nell'impossibilità di far cessare delle gravi discordie nate in seno all'Accademia ellenica, l'arconte della stessa società, l'archeologo e storico Antonio Coppi, insieme con altri venticinque soci (tra cui Giuseppe Gioacchino Belli, Pietro Sterbini, Jacopo Ferretti e l'editore e filologo Filippo de Romanis) decisero, in un'adunanza che si tenne il 9 aprile 1813 nell'abitazione di Coppi in via della Scrofa n. 95, di uscire dall'Accademia ellenica e di fondarne una nuova: l'Accademia Tiberina. Nel 1936 l'Accademia Tiberina, come altre accademie (per esempio l'Accademia dei Lincei) venne incorporata nella Reale Accademia d' Italia. Riacquistò l'autonomia il 5 aprile 1949, ma perdette il titolo di Pontificia Università, rimanendo di fatto nell'ambito della legislazione italiana giuridicamente ascrivibile alle associazioni prive di personalità giuridica.

Il cammino di un popolo tra storia e storie di Nicola Pascale a cura di:

Editore: Edizioni dell'Accademia

Collana: Saggistica

  • A cura di: Nicola Pascale
  • Data di Pubblicazione: 2023
  • EAN: 9788894555424
  • ISBN: 8894555429
  • Pagine: 338
  • Formato: brossura
  • Pubblicato 27/06/2023

Il 20 luglio 2023 pomeriggio ore 19.30 presentazione della raccolta poetica “Attesa del passato” di Emilio Lastrucci a Matera

Matera . - Il 20 luglio 2023, al Tower Art Museum di Matera, sarà presentata la silloge poetica Attesa del passato, del poeta Emilio Lastrucci, edita da Pensa Multimedia, in concomitanza con l'avvio della mostra fotografica di Cristina Consoli. Questa esporrà alcune serie di scatti che si accordano con i versi del poeta, generando una integrazione espressiva di forte impatto estetico-emotivo sui fruitori. La partecipazione all'evento riveste, infatti, un carattere immersivo, il quale rende la partecipazione diretta estremamente coinvolgente.

Gli scatti d'Autore proposti da Cristina Consoli hanno per soggetto situazioni ed ambientazioni evocate nei versi che compongono la raccolta di componimenti lirici. Paesaggi, luoghi, contesti, eventi, volti, ritratti, rituali, tradizioni, storie, richiamati e rivissuti attraverso un'integrazione di linguaggi finalizzata a promuovere un'esperienza di immersione emozionale, multipercettiva e sinestesica, fra immagini, melodie, voci e parole. Non si tratta quindi di una passerella di letture e di autori/lettori, come avviene solitamente in un reading poetico. L'evento sarà concentrato sulla produzione più recente del poeta Emilio Lastrucci, docente universitario di chiarissima fama e poeta di massimo valore e notorietà, attestati dalla critica e dal vasto pubblico, nonché da riconoscimenti prestigiosi consolidatisi nel tempo a livello nazionale e internazionale.

L'incontro sarà coordinato da Lucia Summa. Dialogherà con l'autore, approfondendo alcuni aspetti della sua poetica, Onofrio Arpino. Laura Arleo e Daniela Lupi declameranno alcune delle poesie che compongono la silloge e Maria Antonietta Silletti elaborerà sottofondi musicali con la chitarra acustica.

L’ingresso è gratuito e si svolge in una location importante come il Tower Art Museum, museo di arte contemporanea e centro di produzione artistica e culturale sito in Via Domenico Ridola, 13, nel cuore del centro storico di Matera. Un museo d'arte contemporanea che si propone come luogo di incontro e sperimentazione e che permette ad una platea eterogenea di fruire con continuità delle dinamiche culturali locali, in modo da innescare processi creativi/fruitivi virtuosi  con la conseguente produzione di esternalità positive per le comunità che agiscono sul territorio.

In anteprima, di seguito, un componimento inserito nella raccolta Attesa del passato di Emilio Lastrucci.

VIII. (da Attesa del passato, variante 2023 Emilio Lastrucci)

Ci sono parole soavi

che elevano il cuore all'azzurro,

come falchi che planano in caccia

sulle radure silenti:

mare, primavera, sogno,

libertà, nascita, vita.

Ci sono parole

che scuotono

e risvegliano il terrore del vivere

sopito nell'animo,

disvelano voragini oscure:

terremoto, prigione, violenza,

guerra, metastasi, morte.

C'è poi una parola che abbraccia

ambedue quelle sfere,

accompagna l'estasi e il pianto,

ora è roccia, ora è cenere,

oggi è nettare, domani è veleno,

prima stilla da pura sorgiva,

quindi stagna in fangosi acquitrini,

la parola che tutto comprende

ed illumina: amore.

 

Essere lucani oggi...Terre lucane è un percorso di scoperta identitaria collettiva, che parte da lontano e si proietta nel presente di ognuno.

Essere lucani oggi...Terre lucane è un percorso di scoperta identitaria collettiva, che parte da lontano e si proietta nel presente di ognuno. E' un tentativo (di qualificare la lucanità, quale cifra di idee, valori, azioni in un contesto moderno e multiculturale. Il modo migliore per celebrare il decennale della Sezione Lucana. La promozione della cultura dello sviluppo, obiettivo prioritario della progettualità dell'Accademia, trova in Terre Lucane un ulteriore e ancor più pregevole tassello.

Il Presidente Prof . Cav. Nicola Pascale Cav. al Merito della Repubblica Italiana,Dirigente Scolastico ed Ispettore dell’ex M.I.U.R. ora M.I.M. Presidente Nazionale ANSI: Associazione Nazionale delle Scuole Italiane così si esprime: “Speciale gratitudine va espressa  a tutte le autrici (Marilena Di Grazia, Anna Maria Di Tolla, Cristina Florenzano, Annamria Molinari, Emma Russo Carrara, Leonarda R. Santeramo - Dirigente Scolastico Dirigente Tecnico M.I.M. dell’ Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata-Rosanna Sassano, la prof.ssa Pasqualina Satriano) e autori (Mario Ascolese, Aniello Ascolese, Marco Ascolese,  Gianfranco Blasi - Funzionario, politico e poeta italiano, dott. Rocco Carbone professionista, scrittore e pubblicista in tematiche inerenti la medicina naturale e olistica, nonché Segretario Generale dell'Accademia Tiberina di Basilicata -,  Prof. Antonio Sergio De Franchi  docente ordinario Unibas, meridionalista convinto, agronomo di lungo corso, esperto di materia forestale, Giuseppe D’elia, Domenico Marcigliano, Michele Marsico , Nicola Pascale, Federico Valicenti) che con generosità e passione , hanno contribuito alla realizzazione  di Terre Lucane,  opera inserita in un novero apprezzabile  di iniziative culturali promosse ed attuate dalla  Sezione Lucana  in questo suo primo decennio di vita , con il dichiarato intento di augurarle con il sostegno di tutti  ancora lunghi anni di vitalità  accademica” dalla prefazione di Nicola Pascale -Presidente Sezione Lucana Accademia Tiberina-.

E ancora la varietà degli argomenti affrontati con studi assidui e ricerca costante, traccia una linea temporale lucana di vitalità, laboriosità, fede, audacia , carattere, pur nelle dimensioni ridotte per popolazione e territorio.

Tutte le tematiche - arte, cultura, economia, fede, istituzioni, natura – sono egregiamente presenti, nel testo, avvicinano il lettore, coinvolgendolo intellettualmente ed emotivamente, con rapide ed efficaci incursioni in settori ed epoche che hanno costellato e celebrato le terre lucane nei secoli nella prefazione di Antonio D’Andrea - Segretario Generale  dell’Accademia Tiberina Roma -.

L'Accademia Tiberina è un'istituzione fondata a Roma nel 1813 con lo scopo di "coltivare le scienze e le lettere latine ed italiane".

In data 21 gennaio 1955 entrò in vigore il nuovo Statuto, per cui la denominazione dell’Istituzione venne così modificata: Accademia Tiberina, Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori.

Ma cosa è l’Accademia Tiberina? Essa venne fondata in Roma il 9 aprile 1813 da un gruppo di 26 privati cittadini, dotti e letterati di tutta Italia, residenti nell’URBE (fra i quali: i poeti Giuseppe Gioachino Belli e Jacopo Ferretti, lo storico Antonio Coppi, il medico patriota Pietro Sterbini e l’umanista Gaetano Celti), con lo scopo precipuo: (a) di coltivare le scienze e le lettere latine e italiane, particolarmente, tutto ciò che riguardava l’Urbe e gli studi storici su Roma; (b) per impegno assunto dallo stesso Coppi, Istoriografo Tiberino, di compilare una storia politico-civile (come si legge nell’Atto di Adunanza dell’11-IV-1813), dal primo armo del regno di Odoacre sino al pontificato di Clemente XIV, e una Storia letteraria dell’epoca suddetta “sino ai tempi presenti, e progressivamente nell’avvenire”.(Tratto dallo Statuto attualmente in vigore).

L’Accademia ha, quale scopo di carattere generale, quello di mantenere sempre viva la fiamma degli studi e delle ricerche letterarie, artistiche, storiche, scientifiche, tecniche e di ogni altra disciplina, non solo in Italia ma anche in tutto il mondo. In linea più specifica, l’Accademia si prefigge di: promuovere ed incrementare gli studi e le ricerche di ogni genere, tipo e grado, in tutti i rami dello scibile umano e delle professioni, raccogliendo intorno a sé, accogliendo nel proprio seno ed eleggendo ad Accademici ingegni italiani e stranieri, attirando in maniera particolare i giovani e altre personalità meno note, che posseggano tuttavia il germe del loro futuro affermarsi e le forze che potranno portarle al successo;

  1. Formulare proposte, esprimere pareri, promuovere, coordinare, organizzare e attuare anche per conto di altri Enti, iniziative su fatti e problemi di indole umana e sociale, didattico-divulgativa, tecnica, industriale, scientifica, professionale ed operativa, letteraria ed artistica, di curare relazioni con istituzioni similari italiane e straniere;
  2. Divulgare nuovi metodi educativi, nuovi sistemi e teorie scientifiche, nuove branche del sapere, come pure materie e scienze moderne non ancora prese
  3. nella giusta considerazione nell’ambito dell’insegnamento ufficiale;
  • Istituire premi di vario genere (contributi in denaro mediante borse di studio, medaglie, coppe, targhe, lauri, diplomi, emblemi di varia forma, ecc.) per opere letterarie, filosofiche, artistiche, storiche, sociali, scientifiche, ecc., composizioni, studi, ricerche, saggi di ogni genere, come pure realizzazioni e affermazioni in ogni campo creativo e operativo da assegnare su segnalazione oppure in propri concorsi o in altri, che vengano organizzati da Istituzioni Culturali consorelle o similari, dando a essi concorsi il proprio patrocinio, a seconda dei casi, delle necessità e delle opportunità vagliate dal Consiglio;
  • Diffondere la istruzione, la cultura, il sapere, in ogni modo possibile, promuovendo altresì interscambi culturali e scientifici.
  • L’Accademia, per raggiungere le proprie finalità, oltre ad avvalersi dell’attività didattica svolta dall’autonomo “Istituto Tiberino di Cultura Universitaria e di Studi Superiori” potrà avvalersi liberamente anche di altre Università italiane e straniere, Enti, Scuole, Istituti di ricerca ed Istituti di formazione italiani e stranieri.

E’ previsto che ogni anno si tenga una cerimonia solenne di inaugurazione dell’Anno Accademico alla quale vengano invitati tutti gli accademici, i Soci e i Simpatizzanti, e nel corso della quale il Presidente Generale o altro Accademico, specificatamente designato, potrà dare rendiconto dell’attività compiuta dall’Accademia durante l’anno precedente.

  • Per il conseguimento delle proprie finalità, l’Accademia ha facoltà di acquistare o prendere in affitto, a titolo gratuito od oneroso, mobili ed immobili.
  • Persone particolarmente competenti in determinate materie –anche se non appartenenti al Corpo Academico– possono essere chiamate a collaborare, a puro titolo di gratuità, alle attività dell’Accademia, e invitate eventualmente, a presentare comunicazioni scientifiche, studi, relazioni, eseguire ricerche promozionali, tenere conferenze o Corsi di lezioni, audizioni e concerti, rappresentazioni di qualsiasi tipo, presenziare a cerimonie e manifestazioni.

L’Accademia, per raggiungere gli scopi e le finalità specificate, avvalendosi del già citato autonomo Istituto Tiberino di Cultura Universitaria e di Studi Superiori oltre che di altre università italiane e straniere nonché di Enti, Scuole ed Istituti di ricerca di formazione italiani e stranieri, si propone, sul piano concreto, di: farsi promotrice, nel campo della ricerca, di studi di qualsiasi tipo; organizzare ed effettuare conferenze sia singole sia in cicli, Tavole Rotonde, seminari di studio, convegni e congressi; indire e svolgere Corsi propedeutici, corsi normali di studio e di insegnamento e corsi di perfezionamento a livello universitario e post-universitario; master di ogni ordine e grado; istituire e concretizzare letture e commenti di opere antiche e moderne, secondo i metodi e le teorie più recenti; pubblicare o patrocinare la pubblicazione di monografie, opere scientifiche, letterarie, poetiche; corsi organici a dispense, serie organiche di opere; scritti complementari, stampe varie a carattere periodico o a numeri unici, bollentini, riviste, edizioni di qualsiasi natura, albi, annuari, relazioni su nuove scoperte o teorie scientifiche, oltre a un giornale dell’Accademia, la cui testata, per tradizione storica, potrà portare il titolo di “Diario Romano”, oppureTebro, glorioso fiume.

Ma per diventare accademico ? Gli Accademici si dividono, per ordine e grado di importanza, in quattro aree specifiche:

  1. Matricula Tiberina: aspirante accademico che, pur non possedendo i requisiti necessari o essendo questi in itinere, desidera entrare nel novero degli Associati partecipando così alle attività generiche dell’
  • Accademico Associato: persone degne di
  • riconoscimento e di distinzione. E’ questa peraltro, la categoria nella quale si accede a pieno titolo in Accademia. L’Associato potrà essere elevato alla Categoria superiore dopo almeno un anno dalla sua aggregazione o, in via eccezionale, anche subito dopo la sua ammissione, qualora possa dimostrare di aver acquisito particolari benemerenze nel campo della propria attività o nel campo sociale o nei confronti dell’
  • Accademici Residenti o Corrispondenti, così denominati, rispettivamente, a seconda che risiedano o meno nella località ove è la Sede Centrale dell’ Vi possono essere ammessi laureati, professionisti, docenti, artisti, studiosi, sempre di altissimo livello.
  • Accademici Ordinari: categoria che costituisce la massima dignità accademica: cattedratici universitari, scienziati, studiosi di fama mondiale, letterati, artisti, che abbiano illustrato, con il loro sapere, il proprio Paese e la cui attività scientifica abbia superato anche i confini della Patria. Ugualmente possono essere ammessi in detta categoria professionisti di altissima fama, alte Gerarchie Diplomatiche, Militari, Religiose e Sociali che, nel campo del loro lavoro o del loro ministero, si siano affermate in modo eccezionale).
    • Accademici Onorari: Capi di Stato e di Governo; altissime Gerarchie della Chiesa e insigni altre Personalità, le quali non possono dare una collaborazione attiva e continuativa.

L'Accademia Tiberina nacque da una scissione dell'Accademia ellenica, un sodalizio fondato dall'archeologo Antonio Nibby nel 1809 con lo scopo di promuovere gli studi della lingua greca. Nell'impossibilità di far cessare delle gravi discordie nate in seno all'Accademia ellenica, l'arconte della stessa società, l'archeologo e storico Antonio Coppi, insieme con altri venticinque soci (tra cui Giuseppe Gioacchino Belli, Pietro Sterbini, Jacopo Ferretti e l'editore e filologo Filippo de Romanis) decisero, in un'adunanza che si tenne il 9 aprile 1813 nell'abitazione di Coppi in via della Scrofa n. 95, di uscire dall'Accademia ellenica e di fondarne una nuova: l'Accademia Tiberina. Nel 1936 l'Accademia Tiberina, come altre accademie (per esempio l'Accademia dei Lincei) venne incorporata nella Reale Accademia d' Italia. Riacquistò l'autonomia il 5 aprile 1949, ma perdette il titolo di Pontificia Università, rimanendo di fatto nell'ambito della legislazione italiana giuridicamente ascrivibile alle associazioni prive di personalità giuridica.

Il cammino di un popolo tra storia e storie di Nicola Pascale a cura di:

Editore: Edizioni dell'Accademia

Collana: Saggistica

  • A cura di: Nicola Pascale
  • Data di Pubblicazione: 2023
  • EAN: 9788894555424
  • ISBN: 8894555429
  • Pagine: 338
  • Formato: brossura
  • Pubblicato 27/06/2023

Un lavoro eclettico forse quasi un “Unicum in Basilicata”, evviva l'Accademia Tiberina Lucana e…. "Ad maiora semper"!.

La diversità è una ricchezza

Quante volte, specie negli ultimi anni, abbiamo sentito questa parola “diversità”.

Siamo unici ma diversi. Qualcuno può dire “meno male”, se la pensiamo tutti alla stessa maniera che mondo sarebbe.

Se riusciamo a comprendere che siamo unici, diversi, che la diversità è una ricchezza, forse ci sarebbe un mondo migliore, invece c’è sempre qualcuno che ha da ridire sugli altri qualunque essi siano, ci dividiamo per categorie, mentre siamo PERSONE. Non devono esistere le parole immigrato, clandestino, gay, lesbica, trans, bianco, nero, giallo. Siamo persone e non categorie.

La stessa Sacra Scrittura nel libro degli Atti degli Apostoli dice che “Dio non fa preferenze di persone”, mentre noi siamo i primi a fare preferenze di persone, a puntare il dito, a giudicare perché non ci va bene nulla.

Lo stesso Papa Francesco, il Papa più criticato degli ultimi 100 anni e, soprattutto da sottolineare, non ascoltato purtroppo da 10 anni, dal momento che è diventato Papa, sta cercando di far comprendere il valore del Vangelo con tutte le sue sfaccettature. Per alcuni, pochi, che conoscono il Vangelo non è una novità, mentre per chi non conosce il Vangelo, o la Bibbia, tanti, tanti cattolici, sembra che è tutta una novità. Non riescono a comprendere che Dio è Amore come dice San Giovanni nelle sue lettere.

Poi, notizia di queste ore, Papa Francesco è uscito dall’ospedale, ora gli aspettano in Vaticano, anzi a Santa Marta, giorni di riposo, ma sappiamo che il Papa non vuole stare fermo nemmeno un secondo. Quando è uscito dal Gemelli ha detto “sono ancora vivo”, mentre mezza Italia era strafelice che era in ospedale e non vede l’ora che muore. Anche questa volta le crociate di preghiera per augurare la morte al Papa non sono andate a buon fine.

La diversità è una ricchezza, quando lo capiremo sarà sempre troppo tardi, come sarà sempre troppo tardi capire che la Chiesa siamo tutti noi, non sono solo i preti, i frati, le suore, siamo tutti noi e che non serve a niente criticarla e poi ci lamentiamo che le Chiese sono vuote. Sono vuote per il pessimo esempio dei laici, non tanto dei sacerdoti, e aggiungo anche di giornalisti diventati, da 10 anni a questa parte, pseudo esperti di questioni vaticane.

Lunga vita al Papa e soprattutto cerchiamo di essere uno dono dell’altro.

 

L'ultimo lavoro del Prof. Emilio Lastrucci

“Un qualcosa di perenne, dunque, attraversa tutta la silloge, e cioè la fiducia che il divino scintillio della sapienza sprigionerà faville di saggezza dalla tua voce stentorea di Maestra”.

“Eloqui spenti dei poeti d’occasione nelle lande inondate da tetro silenzio, fu allora, ora è certo, che iniziai ad aspettare il passato, ascoltando le voci degli avi, calpestando fra i solchi segnati dalle diuturne fatiche, da sofferenze viepiù inascoltate, mi slanciai in frementi riscosse, seguendo il richiamo di genti lontane".

Una luce che illumina un orizzonte perenne, in effetti, attraversa tutta la silloge “L’Attesa del passato” dell’Autore Emilio Lastrucci: poesia e sapienza, amore e passione, Bellezza e Virtù, intesi come valori di civiltà, si fondono con emozioni, sentimenti, visioni che affiorano dalla lezione greca antica, sia poetica sia filosofica – ancora forte nella nostra terra e nella nostra civiltà -, spingono il poeta verso l’identità del vate e come tale egli eleva il suo canto oltre la transitorietà del presente, affidandosi alla natura generatrice e alla generatrice poesia". Questo un brano di una delle numerose letture critiche apparse sulla stampa recente che meglio pongono in risalto la profondità ed il valore specifico dei versi di Lastrucci ed in particolare dell'ultima sua fatica che qui presentiamo.

"La cifra della massima parte dei componimenti raccolti in questa silloge è sicuramente il dolore.

Ciò, credo, non rappresenta unicamente l'esito di un carattere stilistico e perciò di un elemento connaturale alla mia personalità intellettuale e creativa. Il dolore è, in realtà, consustanziale alla poesia in quanto esperienza umana e forma espressiva in sé.

Se le parole sono i colori dell'animo, la poesia è un fiore dai colori straordinari che affonda le sue radici nelle viscere - umane - del poeta, per nutrirsi della sua sofferenza.

E il poeta, a sua volta, da semplice artigiano della parola, offre in sacrificio la sua sofferenza ed ogni altro stato del suo animo quale nutrimento dello spirito di chi ne ascolta la voce, per permettere a questi di elevarlo e cogliere così con sguardo più esteso la meravigliante bellezza del mondo e la sua tragica essenza”. Questa, invece, è parte della presentazione al volume “L’Attesa del passato” redatta dallo stesso Autore, Prof. Emilio Lastrucci.

E’ una splendida silloge poetica che raccoglie le vibrazioni dell’animo dello scrittore e le offre alla sensibilità dei suoi lettori. La raccolta di poesie è stata pubblicata per le edizioni Pensa Multimedia nel 2022.

In questa silloge sono presentati i componimenti prodotti dall’autore fra il 2021 ed il 2022, oltre ai testi di alcune canzoni composte a partire dagli anni Ottanta e ad alcune poesie d’amore.

Tema dominante delle poesie più recenti permane, infatti, quello amoroso, inquadrato, però, nella cornice della condizione tragica dell’esistenza umana.

Emilio Lastrucci prende per mano il lettore e lo accompagna attraverso i meandri del proprio cuore, creando un contorno accogliente, con ambienti che avvolgono, metafore che mostrano l’essenziale, ossimori che dicono di contraddizioni. Usando musicalità, dolcezza, forza, intensità, le sue poesie chiariscono il senso dei sentimenti e conferiscono ad essi forza espressiva e autenticità.

Ogni poesia di Emilio Lastrucci rappresenta una breve storia, un itinerario esemplare nelle profondità più celate dell'animo.

Ogni componimento raccolto nel libro “L’Attesa del passato” vive di vita propria, ma chiama in causa il lettore, esortandolo a far emergere le proprie tensioni interpretative, lasciandosi coinvolgere, attraverso la lettura, nel turbine dei sentimenti, delle emozioni e dei moti passionali.

Emilio Lastrucci è uno studioso e accademico di chiara fama in campo psico-pedagogico-didattico e filosofico, svolge da sempre un’intensa attività letteraria e critica ed ha al suo attivo una copiosa produzione poetica, la quale ha ottenuto premi e riconoscimenti sempre più significativi e prestigiosi, anche in campo internazionale. Le sue sillogi hanno acquisito, infatti, crescente risonanza in vari altri Paesi e sono state tradotte o in corso di traduzione in diverse lingue straniere. Per i tipi dell’editrice Pensa Multimedia ha pubblicato le ultime tre sillogi, che raccolgono i componimenti prodotti nel corso dell’ultimo decennio e molti altri tratti da opere precedenti, inclusi diversi lavori giovanili.

Un piccolo libro, bello, per chi ama le poesie e sa scovare tra le parole anche ciò che non si dice.

“L’Attesa del passato” raccoglie poesie dolci, espressione di un’anima tormentata ma anche predisposta al viaggio nei territori sterminati dell'esistenza, alla ricerca della bellezza e dell'amore.

L'ultimo lavoro del Prof. Emilio Lastrucci

“Un qualcosa di perenne, dunque, attraversa tutta le silloge, e cioè la fiducia che il divino scintillio della sapienza/sprigionerà faville di saggezza/dalla tua voce stentorea di Maestra”. …Eloqui spenti dei poeti d’occasione/nelle lande inondate da tetro silenzio, / fu allora, ora è certo, /che iniziai ad aspettare il passato, /ascoltando le voci degli avi, / calpestando fra i solchi segnati, /dalle diuturne fatiche, / da sofferenze viepiù inascoltate,/mi slanciai in frementi riscosse,/seguendo il

richiamo di genti lontane. Un qualcosa di perenne, dunque, attraversa tutta le silloge: “L’Attesa del passato” dell’autore.

Emilio Lastrucci: poesia e sapienza, amore e passione,

Bellezza e Virtù, intesi come valori di civiltà, si fondono con emozioni, sentimenti, visioni che affiorano dalla lezione greca antica, sia poetica sia filosofica – ancora forte nella nostra terra e nella nostra civiltà -, spingono il poeta verso l’identità del vate e come tale egli eleva il suo canto oltre la transitorietà del presente, affidandosi alla natura generatrice e alla generatrice poesia". Questo un brano di una delle numerose letture critiche apparse sulla stampa recente che meglio pongono in risalto la profondità ed il valore specifico dei versi di Lastrucci ed in particolare dell'ultima sua fatica che qui presentiamo. Note salienti

che arricchiscono dalla visuale del lettore sensibile la presentazione essenziale che lo stesso Poeta fa della propria opera:

"La cifra della massima parte dei componimenti raccolti in questa silloge è sicuramente il dolore.

Ciò, credo, non rappresenta unicamente l'esito di un carattere stilistico e perciò di un elemento connaturale alla mia personalità intellettuale e creativa. Il dolore è, in realtà, consustanziale alla poesia in quanto esperienza umana e forma espressiva in sé.

Se le parole sono i colori dell'animo, la poesia è un fiore dai colori straordinari che affonda le sue radici nelle viscere - umane - del poeta, per nutrirsi della sua sofferenza.

E il poeta, a sua volta, da semplice artigiano della parola, offre in sacrificio la sua sofferenza ed ogni altro stato del suo animo quale nutri­ mento dello spirito di chi ne ascolta la voce, per permettere a questi di elevarlo e cogliere così con sguardo più esteso la meravigliante bellezza del mondo e la sua tragica essenza”: Questa, infatti, è la presentazione al volume “L’Attesa del passato” redatta dall’autore, prof. Emilio Lastrucci.

E’ una splendida silloge poetica che raccoglie le vibrazioni dell’animo dello scrittore. La raccolta di poesie è stata pubblicata per le edizioni Pensa Multimedia 2022.

In questa silloge sono presentati i componimenti prodotti dall’autore fra il 2021 ed il 2022, oltre ai testi di alcune canzoni composte a partire dagli anni Ottanta e ad alcune poesie d’amore (due tratte dalla silloge giovanile Pagine Rinnegate e inserite nella breve raccolta Sei poesie d’amore, già edita in più occasioni, fra cui nel volumetto Emilio Lastrucci, Poesie scelte, Roma, Anicia, 2011, una tratta dalla silloge Pagine Sparse, inserita nella stessa raccolta e dedicata alla figura femminile immaginaria di Eterea ed altre tre, più recenti, incluse nella silloge Emilio Lastrucci, Semi alati, Lecce, Pensa MultiMedia, 2019, anch’esse rivolte ad Eterea).

Tema dominante delle poesie più recenti permane quello amoroso, inquadrato, però, nella cornice della condizione tragica dell’esistenza umana. Il rilievo che ne scaturisce, evidenziato nella presentazione, essenziale ma densa di significato interpretativo, di quest’ultima fatica, consiste nel prender coscienza che l’afflato poetico attinge sostanzialmente dalla sofferenza e se ne nutre quale propria ineluttabile linfa vitale. In un viaggio nell’universo della scrittura poetica.

Emilio Lastrucci prende per mano il lettore e lo accompagna attraverso i meandri del proprio cuore; creando un contorno accogliente, con ambienti che avvolgono, metafore che mostrano l’essenziale, ossimori che dicono di contraddizioni. Usando musicalità, dolcezza, forza, intensità, le sue poesie chiariscono il senso sentimenti e conferiscono ad essi forza espressiva e autenticità.

Ogni poesia di Emilio Lastrucci rappresenta una breve storia, un breve itinerario nelle profondità più celate dell'animo.

Ogni componimento raccolto nel libro “L’Attesa del passato” vive di vita propria, ma chiama in causa (in fabula) il lettore, esortandolo a far emergere le proprie tensioni interpretative, lasciandosi coinvolgere, attraverso la lettura, nel turbine dei sentimenti, delle emozioni e dei

moti passionali.

Breve richiamo sulla figura dell'Autore: Emilio Lastrucci, studioso e accademico di chiara fama in campo psico-pedagogico-didattico e filosofico, svolge da sempre un’intensa attività letteraria e critica ed ha al suo attivo una copiosa produzione poetica, la quale ha ottenuto premi e riconoscimenti sempre più significativi e prestigiosi, anche in campo internazionale. Le sue sillogi hanno acquisito, infatti, crescente risonanza in vari altri Paesi e sono state tradotte o in corso di traduzione in diverse lingue straniere. Con i tipi dell’editrice Pensa Multimedia ha pubblicato le ultime tre sillogi, che raccolgono i componimenti prodotti nel corso dell’ultimo decennio e molti altri tratti da opere precedenti, inclusi diversi lavori giovanili.

Un piccolo libro, bello, per chi ama le poesie e sa scovare tra le parole anche ciò che non si dice.

“L’Attesa del passato” raccoglie poesie dolci, con un’anima un po’ tormentata ma anche predisposta al viaggio, l7 rigo e tormentato, alla ricerca della bellezza e dell'amore.

Emilio Lastrucci

Attesa del passato

Collana: Fuori Collana

Anno: 2023

Pagine: 94

Formato: 10,5x17,5cm

ISBN: 9788867609840

€ 9,00

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