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Donne che spostano il traguardo – Intervista a Dino De Angelis.

 

L'autore Dino De Angelis, alla sua seconda prova con la scrittura, si misura con una raccolta di novelle il cui titolo, “Donne che spostano il traguardo”, non nasconde il soggetto principale attorno a cui ruotano tutti i racconti. Le donne sono declinate tramite diverse figure femminili che, a volte delicate, a volte potenti, incidono nelle vite di chi le circonda, spostando sempre il traguardo dei loro uomini. Il libro è stato presentato sabato 7 marzo, alle ore 18.00, presso il circolo Potenza Partecipa per scoprire, a poche ore dalla ricorrenza della festa delle donna, le figure femminili e il punto di vista dell’autore e dell’editore su quelle “Donne che spostano il traguardo”. L'incontro è stato moderato dal giornalista Massimo Brancati, mentre Pino Quartana ha letto alcuni passi del libro. Il tutto è stato ritmato dalla jazzband "MisterGrant" di Rionero. Ne ho approfittato così per fare alcune interessanti domande all'autore.

 

1 Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Credo di averla avuta da sempre, fin dai tempi della scuola, una passione più che per la scrittura, per le materie umanistiche in generale. Ne è prova il fatto che, seguendo questo “istinto”, ho fatto scelte anche relative alla formazione scolastica che privilegiassero istituti umanistici (Liceo Classico prima e Scienze Politiche dopo).

 

2 Su quali aspetti dei tuoi personaggi ti soffermi maggiormente?

Quelli più connessi al proprio vissuto personale e come lo vivono da dentro. Mi piace indagare quello che pensano più di quello che fanno.


3 Parliamo della tua ultima fatica: “Donne che spostano il traguardo”. Cosa hai voluto raccontare?

Intanto una delle caratteristiche che più mi affascinano in una donna, ovvero la sua capacità di guardare avanti, molto più avanti dell'uomo e di fissare, reconditamente o esplicitamente, dei percorsi e delle mete da raggiungere alle quali noi finiamo con aderire più o meno consapevolmente. Poi ho voluto parlare della nostra terra, la Basilicata, di alcuni luoghi a cui sono affezionato. Di feste popolari, della sua gente povera e per finire, ho voluto immaginare una società del futuro piuttosto dark e decadente.

 

4 Hai realizzato anche un booktrailer, grazie all'ausilio di alcuni amici. Ce ne parli?

Oggi il video è il mezzo migliore per avvicinare, incuriosire, se possibile anche emozionare un pubblico potenziale. Attraverso il booktrailer, girato a Potenza con un gruppo di amici che hanno sposato l'idea, ho solo cercato di ricreare le atmosfere che si respirano nel libro. Così le ragazze che lo hanno interpretato, Giusj D'Alfonso, Donata Manzolillo e la piccola Alice Verrastro, il cameraman che mi ha aiutato a girarlo e a montarlo, Donato Colangelo, e i musicisti che mi hanno concesso l'uso delle musiche, Antonio Deodati e i Renanera, hanno reso possibile questo cortometraggio ispirato e complementare al libro.



5 Che legame hai mantenuto nel tempo con la tua terra?

Un legame sostanziale. Sono stato anche via da Potenza per diversi anni, prima per l'università, poi per diverse esperienze di lavoro, che mi hanno portato a girare in buona parte dell'Italia meridionale. Poi sono ritornato nella città in cui sono nato e dove vivo tuttora.



6 Che rapporto hai con i tuoi lettori?

Affettuoso e costante. Chiedo a tutti di essere critici nei confronti della lettura del libro per due motivi, perché così facendo essi ci porranno più attenzione e perché le critiche realistiche aiutano a migliorare e sono sempre ben disposto ad accettarle. In fondo nessuno è perfetto.



7 Il nostro territorio sta vivendo una crisi profonda. Qualcuno potrebbe pensare che un romanzo poco si adatti al nostro periodo storico. Credi, invece, ci sia ancora molto da scoprire nella lettura?

La lettura prescinde dalle situazioni contingenti economiche o sociali. Anzi, proprio in una fase come questa, ritengo la lettura un'ancora necessaria per vivere un'esperienza coinvolgente e – perché no – aumentare le nostre informazioni, la nostra sintassi e anche la nostra fantasia.



8 Secondo te, esiste una ricetta per il successo di un libro?

Io non ho una ricetta perché in fondo più che essere uno scrittore, mi accontento di provare a scrivere per il puro piacere di condividere delle emozioni fatte di inchiostro. Detto questo, credo che dalla scrittura emerge sempre la verità di chi scrive, per cui meno artefatta e costruita è, meglio arriva al potenziale lettore.

Inoltre scegliersi un buon compagno di viaggio, che è la casa editrice. Io ho avuto la fortuna di incontrare l'editore Universo Sud, sempre qui a Potenza, e devo dire che il loro supporto è stato ed è tuttora decisivo ai fini della promozione del libro.



9 Un consiglio ai giovani che si cimentano nella scrittura, attività faticosa ma molto entusiasmante.

Essere se stessi e raccontare le cose che conoscono davvero. La parola, una volta scritta, resterà lì per sempre, per cui si deve essere assolutamente certi di ciò che si pubblica, non esisterà mai più la possibilità di cambiare una cosa inesatta. E poi leggere tanto, presupposto ineludibile per scrivere correttamente.



Giulio Ruggieri





“La voce del ritratto”, di Anna Ciampi.

 

E' stata presentata giovedì 26 febbraio, presso il “Salotto Letterario” di Potenza, la raccolta poetica di Anna Ciampi, “La voce del ritratto”. Si tratta di un'opera strutturata in trentuno liriche, suddivise in due parti. Un percorso puntellato di ricordi e di immagini.

Le parole chiavi di questo libro, secondo il professore e critico letterario Francesco Calabrese sono il silenzio e l'ira. Il silenzio inteso come momento della pace in cui riusciamo a ritrovare noi stessi. Il silenzio è, non a caso, condizione naturale per la scrittrice, se interpretato come momento che dà forza e significato alle cose. L'ira invece è sempre qualcosa di negativo, anche se fa parte dell'essere umano. L'evento è stato accompagnato dagli intervalli musicali, con flauto e piano, rispettivamente di Chiara Sabia e Francesco Paolillo, che hanno saputo infondere armonia e completezza alla serata.

Parlando della poetica di Anna Ciampi, Calabrese nota che si riconosce un forte legame fra la sua poesia e la pittura. “Direi che se la nostra poetessa fosse una pittrice, dipingerebbe con gusto impressionistico", ha detto.

“Ciò che mi ha colpito della poesia di Anna è il suo modo di dire le cose con semplicità, perché la vita è semplice e anche la verità è semplice", ha affermato la psicoterapeuta e scrittrice, Antonella Amodio, che ha curato la prefazione del volume.

Per il professore, Giuseppe Zita, se si dovesse paragonare la sua poetica ad uno dei quattro elementi della natura, terra, acqua, aria e fuoco, potrebbe identificarsi con l'acqua, per via del suo essere, per certi versi, spirituale e sognatrice.

La poesia per Anna serve anche a superare i momenti di difficoltà. "Per me la poesia è tante cose”, ha detto. “La vita si esprime in tante maniere ed in tante dimensioni. La poesia ha in sé dei valori universali ed è uno spazio in cui si riesce a trovare sempre tutto. È la volontà di dire qualcosa, di avvicinarsi all'altro”. Ha poi ringraziato i presenti rivolgendo un saluto particolare al sindaco di Potenza, Dario De Luca, suo compagno di liceo presente anch'egli all'evento e al “Gruppo di Lettura” della biblioteca provinciale, mettendo in evidenza l'importanza della lettura.

Un autore ci dà lo stimolo per intraprendere i percorsi che suggerisce attraverso le parole, in modo che il lettore ne esca sempre con una consapevolezza in più, di se stesso e della realtà. La poesia per Anna, quindi, è uno spazio tutto personale. Spazio in cui ritrovarsi e che conserva in sé dei valori universali. Un po' come le canzoni, che tendiamo ad ascoltare e riascoltare. Essa si manifesta soprattutto quando c'è la volontà di avvicinarsi all'altro.

L'autrice ha parlato poi delle circostanze che l'hanno ispirata a scrivere questo testo poetico. La prima poesia del suo libro, letta dall'ex docente di italiano e latino, Silvia Cibarelli, è dedicata alla collega Giusy. Poi si è parlato, tra le altre, di “Passione”, “La spiaggia” e “Il diavolo e il delfino”, poesie evasive e introspettive al tempo stesso.

Anna ama coltivare la fiducia nelle persone, soprattutto nei giovani che devono costruirsi un futuro. Infatti, la copertina del libro è composta da due bambini volti a rappresentare l'ingenuità e la spensieratezza dei fanciulli.

Poesie semplici ma profonde, dunque, che non si limitano agli addetti ai lavori della cultura e che non vogliono essere appannaggio di umanisti ed eruditi, ma saper coinvolgere un pubblico attento, non necessariamente colto, che ama però curiosare nei meandri della poesia, per imparare a soffermarsi di più sulle piccole cose.

 

 

Giulio Ruggieri

"L'invenzione dell'amore proibito", di Anna Terlimbacco.

 

Anna Terlimbacco è una scrittrice originaria di Miglionico, dov'è nata il 25 febbraio del 1980. E' sempre stata affascinata dalla musica, dal ballo, dalla danza, dal canto, passioni che ha perseguito anche durante gli studi universitari. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione consegue una laurea in conservatorio, approfondisce i temi della voce e dell'educazione musicale. Ideatrice e protagonista di spettacoli che portano in scena e fanno dialogare voce, canto, ballo di tango e liscio, musica, disegno, parole.

Ha già pubblicato per Statale 11, "Nel diario di Elamef" e "La ragazza di Teverò". Successivamente con l'editore Caosfera, "La principessa dalle scarpe di carta" e "L'invenzione dell'amore proibito", un'intrigante storia d'amore, più dolce di un bacio appassionato più emozionante di un viaggio con la fantasia e più melodiosa di una romantica colonna sonora.

Anna Terlimbacco è un'artista a tutto tondo. Oltre alla passione per la scrittura e per la musica si rivela, infatti, anche una raffinata cantante e ballerina di tango. Dotata di una spiccata sensibilità artistica, cura nei dettagli i suoi spettacoli, anche nelle scenografie.

"L'invenzione dell'amore proibito" si trova anche in abbinamento facoltativo con il giornale “La nuova del Sud" dal 14 febbraio al 14 marzo. La struttura dell'ultima opera è molto personale e fantasiosa. La modalità espressiva dell'autrice è quella tipica della favola che diventa efficace strumento di comunicazione. Da qui scaturisce la “fiavola”, ovvero l'incontro tra una fiaba e una favola. La Terlimbacco tratteggia storie fantastiche, ma rivela anche la sua vocazione intimista, specie quando esplora l'universo femminile.

Non riuscivo mai a mettere da parte la scuola o le arti, tutto ha avuto sempre la stessa attenzione. Così, prima il liceo scientifico, poi l'università e la possibilità di dedicarmi alla voce , visto che ero partita con lo studio del pianoforte. Insomma piano piano è arrivata la laurea in scienze della comunicazione vecchio ordinamento, indirizzo comunicazione di massa, con una bella tesi, sperimentale, con la cattedra di storia della radio e della televisione. Poi altri studi musicali, seminari, approfondimenti sull'insegnamento dell'educazione musicale, e la laurea in discipline musicali, con un occhio particolare rivolto all'arrangiamento. La passione per la musica mi ha regalato la soddisfazione di cantare in Orchestra, in coro e di essere anche la voce solista di alcune formazioni. Insomma, un "pochettino" di difficoltà e qualche soddisfazione, ma questo rende dinamica la vita, o meglio la vita è così e sono convinta che bisogna studiare, sudare e lavorare molto per provare ad offrire sempre il meglio e cercare di interagire, con se stessi, e con gli altri in maniera umile e corretta, oltre che costruttiva".

L'artista, sostenuta e seguita da un gruppo di amici, ha interpretato grazie al suo ultimo libro il repertorio classico, favola che racconta di un amore sofferto, capace di insegnamenti a grandi e piccini, pagine che scorrono veloci come. La musica per l'autrice sembra essere un tutt'uno con la parola. Sullo sfondo di una storia tenera e sofferta, in cui l'amore proibito si configura come un'invenzione degli uomini, si avverte forte il richiamo di temi classici e alla bellezza, che diventa sposa e che, per ricongiungersi al suo divino amore, deve affrontare numerose prove, al termine delle quali arriverà ad ottenere l'immortalità.




Giulio Ruggieri

Dallo sballo all'altare. Cambiare si può.

 

Si è svolta sabato 13 febbraio, alle ore 20:00, la pastorale giovanile di don Roberto Dichiera, giovane sacerdote toscano che vive a Roma e appartiene alla comunità “Nuovi Orizzonti”. L'evento si è tenuto nella chiesa di san Michele, a Potenza, con la presenza di tanti giovani lucani, ma anche campani e pugliesi arrivati con i pullman. 

Don Roberto ha raccontato la sua testimonianza di vita, ma non solo. Una storia fatta di autolesionismo, tossicodipendenza e droga ma dall'epilogo felice, considerata la totale conversione avuta in modo assolutamente inaspettato.

Quando i giovani si rifugiano nella <zattera di internet> finiscono spesso per inzupparsi la testa di schifezze”, ha detto, rimarcando che tramite il motore di ricerca Google si può trovare il mondo, ma resta sempre una piattaforma senza protezioni, per questo bisogna stare attenti e i genitori devono sempre vigilare i propri figli. I ragazzi, poi, hanno la loro parte di responsabilità. Non devono fare gli stupidi, devono essere intelligenti e saper usare la testa cercando di evitare di rifugiarsi in cose che provocano dipendenza (pornografia, giochi virtuali, violenza) e che dopo un'illusoria soddisfazione iniziale, finiscono per produrre ulteriore solitudine.

“Bisogna evitare i momenti in cui si sta soli”, ha detto. “La solitudine porta alla divisione e la divisione, proprio come vuole il diavolo, ci separa, perché si contrappone si mette in mezzo alla famiglia, alle amicizie. Tanti seguono i consigli del demonio, perché rappresenta sempre la via più semplice. L'Eucarestia, al contrario, è simbolo di unione e ci ricorda che dobbiamo fare la comunione con Gesù e tra di noi. Non bisogna quindi aver paura del diavolo, di colui che cerca di dividere il più possibile, facendoci poi commettere i peccati. Gesù è simbolo di amore e vuole che ci riconciliamo con Lui, aldilà di quelli che possono essere stati i nostri errori.

Ma Gesù ci dice anche che se ti stai avvicinando all'altare per fare un'offerta e ti ricordi di aver litigato con delle persone, devi fermarti, posare la tua offerta, andare a riconciliarti con chi ti ha ferito, eliminando così il rancore. Quando poi ti sei riconciliato perché sei riuscito a perdonare o a farti perdonare, allora è il momento propizio per tornare, riprendere quell'offerta e portarla all'altare, assieme alle proprie preghiere. Tutto questo per Gesù ha grande valore.

"Quando invece ci si dedica solo alle esteriorità, ai fiorellini, all'erbetta curata o alla fotografia del defunto ma fai schifo dentro, il tuo atteggiamento esteriore non ha alcun senso", ha detto. Eucarestia significa in greco rendere grazie a Dio e bisogna amare Dio anche tramite la preghiera che è amare l'altro, riuscire a perdonare l'altro.

Padre Roberto ha consigliato i giovani di leggere prima il Vangelo, o Nuovo Testamento e poi il Vecchio Testamento. Questo perché nel Nuovo Testamento si trova la vita di Cristo. “Leggere la Bibbia ha sempre più valore che fare una preghiera, in quanto la mente si apre maggiormente alla conoscenza – ha ricordato - Noi non comprendiamo i motivi di tante cose negative. Per questo bisogna riporre tutto nelle mani di Dio per trovarsi bene”.

A 20 anni, don Roberto ha rischiato di essere arrestato 3 volte, sempre per spaccio, facendo addirittura rischiare la vita ad alcune ragazze sue coetanee, per aver venduto loro una droga molto potente, senza dir loro di non dover assumere alcool, rischiando così di ucciderle. Aveva anche rubato in chiesa diverse volte. In quel periodo della sua vita non si confessava, non credeva e non voleva un crocifisso in camera. Eppure, i suoi parenti pregavano tanto per lui affinché cambiasse. Poi, con il supporto di una ragazza di Bologna è riuscito pian piano, dopo tante brutte esperienze, ad aprirsi a Dio. Grazie ad un viaggio a Medjgiugorje, in seguito ha saputo trovare una risposta concreta, sentendo così la vocazione di convertirsi e di farsi prete.

L'ascolto quindi è fondamentale, perché se ci si sente ascoltati, ci si sente anche amati e quindi considerati. Quando invece non ci si sente ascoltati, ci si rifugia nei “paradisi artificiali”, usando un termine alla Baudelaire. L'ascoltare l'altro per don Roberto può anche essere concepito come una preghiera, considerato che in quel momento gli si sta dedicando un po' del proprio tempo.

La sofferenza ci può insegnare tanto - ha detto - in fondo Gesù è il primo a soffrire sulla croce, prendendo su di sé i nostri mali, i nostri peccati, per poi condurci alla salvezza eterna. C'è bisogno sempre più di luce in un mondo di tenebre e la luce si può trovare solo nel Vangelo vissuto”.



Giulio Ruggieri

Presentazione del circolo e dello sportello CAD Matera.

 

In data 31 Gennaio2015 è avvenuta la presentazione ai cittadini, ai media e alle Istituzioni del Circolo Cad di Matera che si è svolta secondo le seguenti modalità:

• Conferenza stampa, a partire dalle ore 10 alla presenza di giornalisti e testate locali, presso la sede legale-operativa sita in Via La Martella 60, Matera.

• A partire dalle ore 18:00 presso la Sala Consiliare “Pasolini”, Centro Commerciale Il Circo, si è tenuta la presentazione del progetto, delle attività e dei servizi offerti dal Cad Matera, alla presenza dei cittadini e di rappresentanti di Enti ed Istituzioni locali.

• Rinfresco, a partire dalle ore 20.

Il C.A.D. Matera (Centro Ascolto Disagio) è un gruppo di persone, liberamente associatesi, composta da professionisti, impiegati, imprenditori e, in generale, cittadini che intendono mettere a disposizione le proprie competenze e capacità per promuovere servizi, attività e progetti finalizzati al benessere economico, sociale e culturale della propria città.

L’obiettivo principale del C.A.D. Matera è la prevenzione del disagio in tutte le sue forme (medico-psicologico, legale, finanziario, sociale, culturale, ecc.), attraverso l’ascolto e la ricerca di risorse presenti sul territorio. Esso si prefigge, inoltre, l’attivazione di centri educativi e culturali, dove potersi confrontare e sviluppare, in un clima di condivisione e cooperazione, progetti a favore del benessere diffuso. Il C.A.D. Matera, in accordo coi fondatori e gli obiettivi del C.A.D Nazionale, si propone come un gruppo “aperto” dove ciascuno può offrire il proprio impegno e contribuire allo sviluppo sociale della realtà in cui vive. Il C.AD. Matera si propone di : - combattere tutte le forme di discriminazione (sessuale, razziale, religiosa) e di prevenire il disagio sociale, attraverso una partecipazione diretta dell’associato alla vita sociale, creando le condizioni affinché i suoi progetti e i suoi sogni possano essere realizzati; - mettere a disposizione della comunità uno sportello, in cui incontrare i propri professionisti, a seconda delle diverse necessità, anche solo per un consiglio. La prima consulenza è gratuita; - creare una rete con tutte le parrocchie, allo scopo di prestare servizi socialmente utili a favore di persone disagiate, con particolare attenzione per i minori, gli anziani, i diversamente abili, gli immigrati e gli emarginati; - Il C.A.D. avrà come sua guida e spina dorsale i propri Dipartimenti ( per citarne alcuni: Giustizia e Legalità, Sanità, Psicologia, Sport, Cultura, Affari Sociali, Affari Spirituali, Cinema, Finanziamento alle Imprese etc.), ciascuno con un responsabile di riferimento.

Il Centro C.A.D. Matera situato in via La Martella 60, è così strutturato: PRESIDENTE: Francesco Rondinone (Ingegnere) VICEPRESIDENTE: Anna Digregorio (Ragioniera) SEGRETARIO: Paola Di Lena (Educatrice) VICESEGRETARIO: Maria Alba (Fisoterapista) TESORIERE: Marisa Pirosa (Ragioniera) CAPO DIPARTIMENTI TECNICI: Laura Montemurro (Psicologa, Psicoterapeuta) CAPODIPARTIMENTO TURISMO: Anna Todisco (Agente nel settore turistico) CAPODIPARTIMENTO LEGALE: Anna Longo (Avvocato) CAPODIPARTIMENTO CONSULENZA FISCALE: Dott. Pietro Digregorio

Infine il C.A.D. Matera si propone come gruppo aperto, dove ciascuno può offrire il proprio impegno e può contribuire personalmente allo sviluppo sociale della realtà in cui vive.

 

Alla scoperta dei talenti lucani. Intervista all’artista Enzo Bomba.

 

Il pittore Enzo Bomba è di origini acheruntine ma vive e lavora a Potenza. Ha collaborato con il pittore Rocco Guarino negli anni "80" su varie ipotesi di comunicazioni e di contenuti per poi addentrarsi in ricerche estetiche autonome. Il colore nella sua arte è fondamentale e ne fa un uso quasi smisurato. I suoi disegni esprimono gioia e malinconia al tempo stesso, quel desiderio di partire verso mete sconosciute. I suoi dipinti sono pregni di una fanciullezza mai tramontata, i riferimenti all'infanzia sono infatti presenti in quasi tutte le sue opere, che rimandano ai grandi Maestri dell'arte contemporanea.

Cosmo Gioco è il titolo della sua nuova mostra d'arte figurativa che è stata inaugurata sabato, 24 gennaio, alle 18:30 presso il Circolo culturale Gocce d'autore ed è terminata questo sabato, 31 gennaio. La mostra ha esposto 26 dipinti, vasi in terracotta e bottiglie decorate, a rappresentare il mondo giocoso e fantastico dell'artista lucano. La pittura di Bomba si immerge nel mondo dell'infanzia e l'artista è dunque uomo che non smette mai di essere bambino, che si diletta a rappresentare il mondo con occhi incantati. In ogni quadro di Enzo viene raccontata una storia che catapulta l'osservatore nei racconti di Italo Calvino. Di lui hanno scritto Franco Corrado, Osvaldo Tagliavini, Cinzia Zungolo, Rino Cardone, Rocco Guarino, Anna G. Riveli.

Attualmente espone alla Caf Gallery di Potenza in via Tirreno 63. 

 

Come nasce la sua passione per l'arte?

La mia passione per l 'arte nasce durante la mia adolescenza, visitando mostre d'arte moderna e in seguito iniziando a dipingere.

 

Qual è la forma artistica che meglio la rappresenta?

Quando dipingo cerco di dare espressione alle maschere, ai ciclisti e ai paesaggi principalmente.

 

In che modo, l'ambiente in cui vive influenza la sua arte?

L'ambiente ci influenza sempre nel suo esprimersi poiché viviamo in un continuo confronto quotidiano, che non può lasciarci freddi.

 

Dove espone solitamente?

Ho esposto sia in gallerie d'arte che in spazi alternativi. Tra le mie prime mostre potremmo citare "La città divisa" pitture di Enzo Bomba e De Gasperi. Invece, tra le più rappresentative "Srotolando" a Maratea, Personale "De Marca Studio", Primo premio estemporanea di pittura "Maggio potentino", "Spaziografica" Roma. Galleria d'arte "Mirabilia", "Artissima" Lingotto Fiere Torino, "Museo internazionale microincisioni Roma, Galleria d'arte "Della Tartaruga" Roma, “Galleria d'arte Trifalco", "Nouvelles galeries Arlesiennes" Arles. Museo Nazionale "Teatro dei Dioscuri" Quirinale Roma, "Rex Studio" Firenze, "Studio 10 arte" Memoli Potenza, "Gioco blu" Taranto e "Artinomie" Comune di Potenza.

 

Qual è la più grande soddisfazione avuta grazie alla sua arte?

La vera soddisfazione che trovo tutti i giorni è nell'esprimermi tramite la pittura e i colori per migliorarmi dentro.

 

Giulio Ruggieri

La poetessa Cesira Ambrosio, voce dell'amore e del dolore.

 

Cesira Ambrosio è una poetessa unica. L'artista è nata a Balvano anche se il padre, ingegnere, era di Napoli. Si è prodigata sin dalla più tenera età, nella poesia. È a Napoli che la poetessa ha compiuto i suoi studi ed è vissuta fino all'età di 25 anni. 

La sua vena poetica esprime lo stilismo dei grandi del passato e rappresenta la giusta chiave di lettura delle sue opere, nate come delle vere e proprie creature, considerato il rispetto che l'autrice attribuisce alle liriche, sempre frutto di una lunga, riflessiva e attenta meditazione. Vive dagli anni 60' a Potenza, dove ha insegnato per lungo tempo e proprio a Potenza conobbe il marito, con cui ha convissuto per molti anni.

In lei è facile riconoscere l'anima passionale che caratterizza ogni napoletano/a che si rispetti e la razionale anima potentina. Ha nutrito sempre un grande interesse per la composizione poetica e ha un curriculum abbastanza lungo. Giacomo Leopardi è il suo mentore ed è stata definita maestra di vita ed eroina sentimentale, oltre che paragonata al poeta Ugo Foscolo.

Ha pubblicato nel 91' la sua prima raccolta poetica “Aprendo l'anima”, poi il trittico “Il ricordo e poesia” (1995),  “Sogni senza avvenire" (2005) e “Momenti di Grazia” (2010), edita da Regione Basilicata e corredata dagli inframezzi pittorici del vignettista Mario Bochicchio. Ma la sua attività non termina certo qui, perché molte altre opere sono state pubblicate in svariate antologie.

La sua lirica è un continuo messaggio consolatorio. Il dolore genera gioia, rompe le barriere della distanza ed avvicina, attraverso spazi siderali, chi si è allontanato dalla vita terrena diventando respiro profondo e alito dell'anima. Il suo messaggio, in fondo, abbraccia il cielo e lo espande. E' grande testimonianza di amore e possiamo dire, a ragione, che Cesira alla scuola della vita risulta sempre presente. È un'appassionata di romanticismo e riserva infinita stima per Giacomo Leopardi.

La natura, la dolcezza e la bontà aleggiano nella sua poesia, che inneggia alla bellezza della vita in ogni sua forma, reale ed immaginaria. Le persone e le situazioni, grazie al suo animo straordinariamente sensibile, si vestono di nuova linfa, trasfigurandosi in poesie spirituali e sempiterne, proprio come quelle presenti nella sua ultima pubblicazione, “Momenti di grazia”, dove torna a mandare messaggi positivi, con la tipica intensità che caratterizza la sua intera produzione.

Una donna che abbraccia la vita incondizionatamente, con tutte le situazioni che le riserva, belle e brutte. Cesira è sorretta da una grande fede, per questo è in grado di amare la vita in ogni sua sfaccettatura. Non a caso, proprio a Maria e Gesù ha voluto dedicare numerosi versi. È a Loro che l'autrice rivolge lo sguardo per trovare la certezza e la tranquillità che ogni cosa, ogni situazione o evento sulla Terra ha un senso.

Tra i suoi premi più significativi è sufficiente ricordare che la figlia di Totò, Liliana De Curtis, ha voluto premiarla in un importante concorso di poesie, che nel 2003 è stata nominata “Letterato del XXI secolo”, alle Edizioni Universum di Trento e che è iscritta nell' ”albo d'oro dei poeti italiani” a Roma.



Giulio Ruggieri

Successo al Salotto Letterario di Potenza, per l'"Acoustic Vintage Trio".

 

Un'altra serata all'insegna della grande musica, sabato 10 gennaio, presso “Il Salotto letterario” di Potenza. L'"Acoustic Vintage Trio", band composta da Donato Modrone, Giovanni D'Alessandro e Tonino Loscalzo, ha proposto alcuni brani acustici di gruppi storici del rock anni 60' e 70'.

Si è passati dal blues elettrico dei Led Zeppelin, alla psichedelia dei Pink Floyd. Non sono mancati poi i classici di Rolling Stones, Beatles, The Doors, Lynyrd Skynyrd, Jim Morrison e anche un'insospettabile brano acustico dei Black Sabbath. Il tutto accompagnato da ottimo vino, con tanti amici e sempre all'insegna del divertimento e della condivisione. 

L'estroso chitarrista, Donato Modrone, ha dato prova di grande lucidità compositiva e padronanza dello strumento, dimostrando non solo di essere bravo, ma anche di saper combinare sapientemente influenze folk, blues e rock, con improvvisazioni di fraseggi, assoli e altri funambolici arrangiamenti, esprimendo al meglio le infinite potenzialità della sua chitarra. Arrangiamenti frutto di un bagaglio di tecniche legato alla tradizione blues, ma rielaborato ed arricchito in modo del tutto personale, avvalendosi poi dell'accompagnamento vocale, sempre grintoso ed enfatico, di Tonino Loscalzo.

La serata è stata aperta dal gruppo rock "Electric Dream" composto da musicisti giovanissimi e il pubblico, come sempre caloroso e presente, ha mostrato di gradire la serata.

 

Giulio Ruggieri

 

 

Vocal Trio Live, al Salotto Letterario di Potenza.

 

E' stata una serata unica e coinvolgente, quella di lunedì 5 gennaio presso “Il Salotto Letterario” di via del Seminario Maggiore n.37/b, a Potenza. Il trittico di cantanti Dina Lopez, Dana Lopez e Viviana Fatigante, si è esibito con brani che hanno spaziato dal blues alla musica leggera. Voci uniche e inconfondibili che hanno reso omaggio ad alcuni dei grandi cantautori della musica italiana e non solo. Il loro cantato, che unisce un potente atletismo vocale con un'estensione eccezionale, ha saputo intrattenere il pubblico dimostrando che a volte, anche con poco, si riescono a fare grandi cose. Non è mancato il brano tributo a Pino Mango con l'interpretazione di “Ti porto in Africa” e dell'appena scomparso Pino Daniele con “Resta cu mme” e “Napule é”, oltre che di Loredana Berté, Bonnie Tyler, Barbra Streisand, solo per citarne alcuni.

Un locale accogliente, ottimo per chi vuole stare in compagnia, ma non necessariamente nella confusione.

Il prossimo importante appuntamento è per sabato 10 gennaio, alle ore 22:00, con l'esibizione dell' “Acoustic Vintage Trio”, altro trittico, formato da Donato Modrone, Domenico Loscalzo e Giovanni D'Alessandro che eseguirà brani che hanno fatto la storia del rock anni 60'-70'. Si prevede un altro sold-out.

 


Giulio Ruggieri

 

Rosanna Venneri e il colore delle emozioni.

 

Rosanna Venneri è nata e vive a Potenza dove ha insegnato Matematica. E’anche titolare dell’Impresa paterna di utensileria professionale.

Ha sempre coltivato le sue vere passioni: la scrittura e la pittura, sfatando così l’antico stereotipo secondo il quale la matematica e il pensiero razionale mal si conciliano con la creatività e con le emozioni. Ha collezionato numerosi premi pittorici e letterari in tutta Italia e ha partecipato a diverse mostre di pittura personali e collettive. Collabora come critico d’arte per alcune riviste prestigiose, tra cui “I fiori del male”, “Pagine”, “la Vallisa”, ”Bastogi”.  E’ membro di giuria al concorso d’arte PREMIO MOICARTE che si svolge annualmente e dell’ estemporanea  “EMOZIONI SU TELA” a Lavello.  Numerosa è anche la sua produzione letteraria. Ha infatti pubblicato due libri redatti nella duplice veste lirico-pittorica: nel 2005 “Noi due” e nel 2012 “Schegge dell’anima” riscuotendo numerosi e unanimi consensi critici. E’ autrice dei volumi: “Basilicata, raccontami di te”, “Un malato per amico” e “Virtualmente”. Ha presentato e recensito libri di altri autori per numerose riviste a livello nazionale.

Nei suoi quadri ma anche nelle sue poesie, viene contemplato l’amore in tutte le sue sfumature e le sue forme. Al centro di questo amore c'é la “donna”.  Rosanna riesce non a caso a fare emergere nelle sue opere d’arte e nelle sue liriche i tratti dell'essere donna: il corpo e l'anima che rappresentano poi la fonte della vita. 

Le sue opere potranno essere viste dal 3 al 10 gennaio, nella mostra di pittura a Potenza presso la sede di Gocce d'Autore in vico Brancati n.6.

 

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