Il giorno delle memoria, anche in Basilicata viene ricordato ogni anno il 27 gennaio. In Basilicata vennero internati molti ebrei.
Nel cimitero di Potenza, un terreno a parte raccoglie le tombe degli ebrei che vivevano in città. Commuove leggere i nomi di persone interrate e rilegate nei territori della Lucania, i nomi segnati dalla qualifica di “Ebreo” di razza ebraica, ricacciata in esilio nei più sperduti paesi Lucani.
Non possiamo dimenticare che il male era proprio a due passi da dove viviamo: in Basilicata infatti, vi erano tre campi di lavoro, uno nel comune di Pisticci (sito nell'attuale frazione di Centro Agricolo) uno a Marsiconuovo, l'altro a terranova del Pollino.
In particolare a Pisticci, la piccola frazione di Centro Agricolo mantiene la struttura tipica del lager nazisti, con casupole dove i prigionieri trascorrevano la notte e la classica struttura a quadrato, con la torre al centro che, nei campi di sterminio polacchi e tedeschi, serviva a bruciare i corpi degli internati. Ma ancora altri paesi troviamo tracce di ebrei deportati, Bernalda, Lauria, Pomarico, Moliterno, Pescopagano, Ruoti, Tolve, Melfi, Lagonegro.
In Basilicata durante la guerra non ci sono prove certe e chiare di quegli orrori, conosciamo solo quelle parti che riguardano gli ebrei internati in casa nostra.
Gli ebrei confinati a Potenza appartenevano tutti ad un buon ceto sociale.
Vennero alloggiato alcuni in un buon albergo “Il Lombardo” altri in buone pensioni.
Ebbero rapporti cordiali con gli abitanti della città.
Potevano impartire lezioni di tedesco e strinsero rapporti di amicizia anche con autorevoli notabili.
Vennero solo evitati da chi non aveva la tessera del fascio e temeva di compromettersi
avvicinandoli.
Questi ebrei non rimasero molto a Potenza, erano polacchi ed austriaci e i tedeschi ne pretesero la consegna.
Di questi nessuno ha dato più notizie di se.
Un gran riconoscimento venne dato a Mons. Bertazzoni, Vescovo di Potenza che con gli ebrei spesso intercorreva la corrispondenza, egli offrì un notevole e concreto aiuto agli ebrei, con interventi presso le autorità, con aiuti personali spesso economici, le raccomandazioni rivolte alla Segreteria si Stato.
Altro ebreo fu Carlo Levi, che, confinato ad Aliano nel 35 per motivi politici, qui maturò quella dolorosa denuncia che fu “Cristo si è fermato ad Eboli”.
A chiusura e per non dimenticare ecco i nomi i alcuni prigionieri ebrei tenuti nel lager lucani, affinchè non rimanga solo un ricordo, ma di chi ha patito sofferenze, torture, umiliazioni crudeli:
Kalik Marco
Fink Edith
Holper Wulf
Nagel Susanna
Novothy Frantisek
Sterk Andrea
Buchalter Berta
Steiner Roberto
Tilkscher Anna
Kalik Marco e tanti altri ancora
Angela Rondanini