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LE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO. PARITA'...IN CHE FILM?

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  • Pubblicato in Attualità
Lavoro donna Lavoro donna

Dal rapido panorama storico risulta evidente come il lavoro femminile sia sempre stato determinato e finalizzato dalle scelte economiche e politiche di chi aveva in pugno le leve del potere. Proprio per questo vediamo che non esistono attività e settori di lavoro <maschili> o <femminili>: molti mestieri sono passati dalle mani dell'una alle mani dell'altro, non perchè fossero mani migliori, ma perché così stabilivano gli interessi di gioco nella società.

La storia ci dice ancora che in tutta l'organizzazione sociale, e quindi anche nel lavoro, la donna è stata tenuta costantemente ai margini.

Le è stato vietato l'accesso alla vita pubblica e alle relative decisioni e, nel mondo del lavoro, alle posizioni di autonomia, di responsabilità, di comando.

Oggi, come si è detto, nei testi legislativi è stato abolito il dualismo lavoro femminile-lavoro maschile.

Nella realtà questa suddivisione continua a sussistere.

Oggi nessuna norma legislativa si oppone all'inserimento della donna in qualsiasi campo di lavoro.

Però continua ad essere preclusa non già la qualità e il tipo di lavoro, ma la qualità del lavoro stesso.

I posti che richiedono autonomia, decisioni, comando restano in mano agli uomini.

Ci sembra questo, oggi, l'aspetto che continua a differenziare il lavoro dei due sessi.

Così se un'azienda metalmeccanica apre le porte alle donne, queste saranno operaie generiche: i capi, i responsabili saranno uomini.

Un esempio? Su 1000 uomini 71 hanno la possibilità di divenire dirigenti, mente su 1000 donne solo 0,21 tra esse può aspirare alla medesima posizione.

Così nell'anno '70 i giornali ritengono notizia degna di titolo a quattro colonne la promozione a dirigente di una donna.

Ed hanno ragione, si tratta effettivamente di notizia degna del massimo rilievo proprio perchè è una vera eccezione alla regola generale.

E nel caso specifico si tratta della prima ed unica donna dirigente in una azienda con più di 60.000 dipendenti.

I fattori che hanno determinato questa situazione sono molti, intersecantisi tra loro.

Sarebbe difficile dipanare una matassa così intricata, trovarne il bandolo e risalire così all'origine di questo stato di cose.

Mi sento di affermare che le donne hanno le doti necessarie per assumere responsabilità direttive.

La dimostrazione pratica di questa affermazione l'abbiamo dalle..vedove dei capitani d'industria.

Non è necessario uscire dai confini nazionali per osservare donne ricche e viziate, cui si chiedeva solo di dar lustro al marito con il proprio aspetto e le proprie doti di padrona di casa, che, quando è morto il coniuge, si sono insediate al suo posto in azienda, ne hanno assunto gli incarichi e le responsabilità, e hanno portato avanti degnamente, quando addirittura non sviluppato ulteriormente, l'attività che svolgeva.

Ci si chiede quindi come mai tutte le altre donne (salvo le debite, rarissime eccezioni) nel mondo del lavoro restano almeno uno scalino al di sotto dell'uomo?

 

ANGELA RONDANINI

Ultima modifica ilDomenica, 18 Gennaio 2015 11:09

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