Il lavoro genera democrazia
- Scritto da Maria De Carlo
- Pubblicato in L'editoriale
La festa del 1 Maggio ci ricorda le battaglie degli operai per il diritto alle otto ore di lavoro. Scioperi e manifestazioni che costarono la vita a non pochi.
Oggi la festa del lavoro si colora della stessa disperazione ma ahimé per le ore che non ci sono (!), per una precarietà snervante, per enormi disuguaglianze e ingiustizie, per il lavoro in nero, per una meritocrazia che non c’è, etc. etc.
E dove non c’è lavoro c’è miseria, aumento della delinquenza. Si sperimenta una vita volta ai bisogni primari essenziali senza spazio all’immaginazione artistica, all’elevazione dello spirito…., a quell’utilità dell’inutile –come direbbe Nuccio Ordine, che fa poi crescere la storia in cultura e in umanità autentica.
L’assenza di lavoro con la conseguenza di dislivelli economico-sociali oltre a generare un malessere sociale (espresso in tante forme), creando incertezza, spegnendo il sogno del futuro e della progettazione –soprattutto per i più giovani, genera disagi di diversa natura, si pensi alle varie dipendenze con conseguenze drammatiche su più piani.
Il lavoro è il luogo della piena realizzazione dell’uomo. Il soggetto diventa continuatore di una creazione sempre in progress, sperimenta la sua potenzialità, si mette in gioco come persona che vive in pienezza il mutamento della società. Dove c’è lavoro c’è dunque democrazia, partecipazione piena di ciò che si è e di ciò che si diventa insieme agli altri. La democrazia genera ordine autentico, spazi di benessere per tutti, e giustizia!
Cosa sta accadendo? Restrizioni e tagli. Una distribuzione oligarchica della ricchezza e dunque del potere. Dove l’uomo è esasperato dal bisogno (e quindi dalla mancanza di autonomia economica) non può esserci libertà….. è ricattabile, è sottomesso, è tenuto in pugno…..
Quali risposte? Quali percorsi da intraprendere? Come promuovere una cultura della democrazia autentica? Quali progettazioni e impianti economici strutturali andrebbero messi a punto? Quali risorse attivare?
Mi sento di suggerire per ora solo un’opzione vitale: la speranza…..poiché da essa scaturiscono creatività, inventiva e desiderio di “nuovo”.
Maria De Carlo
LA DIRETTORA
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