SABATO 17 DICEMBRE 2016 PRESIDENT HOTEL - VIA ROMA, 15 - MATERA
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Picena che con naturalezza si muove in quegli ambienti familiari, non solo non viene intimidito ma addirittura risulta eccitato: l'aria dei palazzi di giustizia per lui è il drappo rosso del torero. Tutto un altro gusto, ciocchèggiusto a giudicare dalla scioltezza del racconto. La legge è vista da lui come un utensile, non strumento di giustizia; i magistrati non hanno toga, ai suoi occhi, ma gli appaiono in costume da bagno, umanità imperfetta e difettosa, spesso guastata dalla sensazione di aver potere insindacabile sulla vita degli altri. Alla fine, valutati solo e sempre per le loro azioni da uomini e donne: onesti o non, corretti o no, lodevoli per tutta la giustizia che riescono a rendere tramite le leggi a disposizione, ciocchèggiusto; condannabili per tutta la giustizia che riescono a negare, usando le stesse leggi o legalmente calpestando il loro ruolo esercitandone la funzione. Ciocchènonèggiusto non mette in risalto ruoli o funzioni ma sempre e solo persone impegnate in quella che è missione per alcuni, occasione di potere per altri, in una rappresentazione che muta il tribunale in teatro e gli officianti in attori. Con i loro difetti, e i loro svariati caratteri, le miserie e la nobiltà. Ognuno con la sua parte; tanto che il protagonista, talvolta, può diventare una figura secondaria, una caratterista che trasforma i difetti in virtù, così gridati da rendere superflui a volte tutti gli altri valori.
Ciocchèggiusto ma raro SABATO 17 DICEMBRE 2016
“Un bene raro” di Pino Aprile