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VIOLENZE E MOLESTIE SUL LAVORO- UFFICIO PARI OPPORTUNITA' E ASSOCIAZIONE TELEFONO DONNA FIRMANO PROTOCOLLO D'INTESA

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L’indifferenza del passato fa i conti con i riflettori che si sono accesi partendo dalle storie americane e che ora stanno via via facendo luce in molti ambienti. Se ne parla troppo? Non abbastanza. Si rischia di frustrare seduzione, complimenti, corteggiamenti, rapporti tra uomini e donne? No. Le molestie esistono e vanno riconosciute come tali. Non farlo è non volere prendere atto della realtà.Chi è oggetto di queste “attenzioni” il più delle volte preferisce non parlarne. I dati Istat  rilevano che una donna su 6 è oggetto di molestie da parte di colleghi, capi, datori di lavoro: sono verbali, palpeggiamenti, richieste di prestazioni sessuali. 167 mila hanno subito ricatti sessuali per essere assunte, per mantenere il lavoro o per progressioni di carriere. Oltre 80 per cento non ne parla con nessuno, qualcuna condivide il problema con colleghi, ancora meno con datori di lavoro (4,1%) o dirigenti (3,3). Pochissime con i sindacati (1,0%). Quasi nessuna fa denuncia. Se questo genere di fatti non arrivano nei palazzi di giustizia, nemmeno gli addetti ai lavori se ne occupano in maniera compiuta. Cosa possiamo fare per cambiare?«Spianare la strada per garantire dei posti di lavoro  completamente liberi dalle violenza e dalle molestie»

E' stato firmato oggi 18 settembre 2018 nella conferenza stampa il protocollo d’intesa tra l’Ufficio della Consigliera regionale di parità, Ivana Enrica Pipponzi, e l’associazione Telefono Donna per il contrasto alle molestie e violenze sui luoghi di lavoro. 

Ad oggi il fenomeno delle molestie sta diventando una emergenza sociale, specie in Basilicata; infatti, gli ultimi dati Istat presentati nel rapporto “Le molestie ed i ricatti sessuali sul lavoro” (anni 2015/2016) ci dicono che sono circa 8 milioni 816 mila (43,6%) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita abbiano subito qualche forma di molestia sessuale e che siano 3 milioni 118 mila le donne (15,4%) che le hanno subite negli ultimi tre anni. Non solo: emerge anche che nel corso della vita 1 milione 173 mila donne (7,5%) siano state vittima di ricatti sessuali sul luogo di lavoro. Solo negli ultimi tre anni sono 167 mila le donne che in ufficio o in azienda hanno subito queste forme di ricatto; al momento dell'assunzione ne sono state colpite più frequentemente le donne impiegate (37,6%) e le lavoratrici del commercio e dei servizi (30,4%). La quota maggiore delle vittime, inoltre, lavorava o cercava lavoro nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (20%) e in quello del lavoro domestico (18,2%). Nell'11,3% dei casi le donne vittime hanno subito più ricatti dalla stessa persona e il 32,4% dei ricatti viene ripetuto quotidianamente o più volte alla settimana. Nonostante sia evidente l'emergenza, nell'80,9% dei casi, le vittime non ne hanno parlato con nessuno sul posto di lavoro. In particolare, l'Istat ci dice che in Basilicata il 40% delle donne ha subito molestie e ricatti sessuali sul lavoro; solo lo 0,7% ha adito la magistratura. 

“Di fronte a questa emergenza sociale”, dichiara la Consigliera di parità, “è quanto mai necessario attenzionare e sensibilizzare la società civile, il mondo datoriale e le parti sociali, al fine di favorire l'emersione del fenomeno e contrastarlo. E’ di fondamentale importanza, perciò, aumentare la consapevolezza delle lavoratrici e dei lavoratori sulle molestie e sulla violenza nei luoghi di lavoro e sui connessi diritti ed azioni concrete da porre in essere. E’ necessario far conoscere le azioni concrete da mettere in campo (denuncia e azioni legali),anche con l'ausilio dell'Ufficio della Consigliera regionale di parità, all'uopo deputata dall'art. 15 del Codice sulle Pari Opportunità, al contrasto delle discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro”. 

“Da quando mi sono insediata”, prosegue la Consigliera di parità, “ho offerto tante consulenze a lavoratrici che, in primo luogo, hanno bisogno di essere ascoltate e credute. In alcuni casi abbiamo formalizzato denunce e adito il Magistrato. Importante strumento è risultato anche il Centro di Ascolto istituito presso l’Ispettorato territoriale del Lavoro di Potenza”. Il fenomeno delle molestie sul lavoro prolifera nelle organizzazioni ad alto divario di genere: lo squilibrio di potere porta gli uomini a sfruttare la propria posizione attuando condotte lesive della dignità e dell’integrità fisica e psicologica delle lavoratrici, accompagnati spesso da ricatti, vessazioni e mobbing. “Queste forma di violenza”, dichiara ancora la Pipponzi, “colpiscono trasversalmente tutte le categorie di lavoratrici (dipendenti e libere professioniste), in particolare quelle che si trovano in situazione di debolezza perché disoccupate, in cerca di occupazione o nella fase della progressione della propria carriera, e per questo sono ancora più subdole e striscianti. Le lavoratrici possono anche effettuare una segnalazione mediante la pagina dedicata “Io ti ascolto”, nel sito internet dell’Ufficio www.consiglieradiparita.regione.basilicata.it”. 

“Le lavoratrici-ha  dichiarato invece  la presidente del Telefono Donna Cinzia Marroccoli- devono sapere che una avance non gradita rappresenta una molestia. Le professioniste/volontarie dell’Associazione – in forma gratuita – prenderanno in carico il caso segnalato dalla Consigliera di parità, effettuando un percorso psicologico adeguato, teso ad affrontare il successivo iter, anche eventualmente giudiziale. E’ ’ noto, infatti, come le molestie e le violenze provochino ingenti problemi nella sfera psichica della donna”.

“Mediante il protocollo d’intesa in oggetto si è inteso creare un rapporto sinergico con l'Associazione Telefono Donna con la finalità di garantire alle lavoratrici molestate il necessario e gratuito supporto psicologico una volta che avranno denunciato l’accaduto”, conclude la Consigliera di parità, “le Istituzioni, ed in primis il mio ufficio, hanno l’obbligo di creare un cordone di protezione intorno alle donne vittime di queste inaccettabili condotte”.

 

(fonte Ufficio Stampa Basilicata)

 

Rondanini Angela

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