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LE CURIOSITA' INFANTILI SUI PROBLEMI DEL SESSO

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Non sfugge all'osservazione dei genitori l'interesse profondo e la curiosità che i bambini hanno, soprattutto in questo periodo, per le "cose sessuali". Abbiamo visto che tutto si può dire dell'infanzia ma non che sia "innocente" e disinteressata  rispetto al sesso.Con questo non intendo dire che i bambini siano "maliziosi", o cose di questo genere, e nemmeno che i bambini percepiscano il sesso così come lo percepiamo noi.Ma è del tutto errato ritenere che, quando i nostri figli ci pongono domande su argomenti come la nascita del fratellino o del cuginetto, i rapporti tra il papà e la mamma, o l'erezione del pene, siano mossi  da una curiosità superficiale o momentanea. I problemi riguardanti la nascita, la funzione e l'uso dei genitali, la differenza tra maschio e femmina, sono tra i più grossi nodi di difficoltà psicologica che i bambini debbano sciogliere. Abbiamo già visto quanti elementi dello sviluppo psicologico siano legati alla maturazione sessuale, tanto che non se ne può parlare come di due cose distinte. A mano a mano che il bambino cresce, cresce anche il suo interesse per i fatti del sesso. Vuole avere notizie circostanziate,precise,che gli chiariscano effettivamente i suoi dubbi. Spesso non ci è facile fornire questo tipo di risposte; talora anche l'adulto che si crede spregiudicato e senza complessi ha nel suo sviluppo psicosessuale qualche problema non ancora risolto. Si fa fatica allora a rispondere senza falsi pudori a qualcosa che per noi stessi è tutto sommato problematico, e non certo per mancanza di informazioni, visto che la società oggi provvede a bombardarci di notizie sessuali, ma perchè le nostre "resistenze" sono a un livello più profondo, al livello dei nostri stessi conflitti infantili non risolti. C'è poi in noi radicato il pregiudizio che, tanto, i bambini si possono tacitare in qualche modo, magari con notizie false o poco compromettenti e non importa se la loro curiosità non viene effettivamente soddisfatta "perchè tanto non capiscono".Questo è falso. Non è vero che i bambini non capiscono i nostri tentativi di eludere le loro giuste domande, e se il nostro bambino ritorna alla carica riproponendoci il problema, possiamo dirci fortunati,perchè vuol dire che ha ancora tutta la sua fiducia in noi.Infatti, quando un bambino si accorge che l'adulto ha mentito su quei certi argomenti, reagisce secondo due giudizi ben precisi;la cosa che chiedo è qualcosa da nascondere,è vergognosa e proibita"... "di loro non mi posso fidare, perchè tanto non mi dicono nulla",quindi possiamo star certi cercherà da solo. Il problema più grave che agita la fantasia e la curiosità dei piccoli è la provenienza dei bambini. I miti di cicogna, cavoli, angioletti e varie favole del genere, non soddisfano certo il giovane ricercatore. Così i bambini, insoddisfatti delle spiegazioni dei grandi, continuano a rimurginare, soli o con gli amici, questi problemi; i tentativi di soluzione che generalmente essi trovano, ci interessano molto, perchè mettono bel in luce l'istintività e la spontaneità delle osservazioni che il bambino è in grado di fare circa i nostri comportamenti. Non ci fa troppo comodo avere un piccolo indagatore delle nostre azioni, e quindi è facile che non ci accorgiamo delle conseguenze che i nostri gesti hanno nei bambini. Non avendo avuto spiegazioni a sufficienza, i bambini hanno perduto l'unica posizione esatta rispetto ai problemi del sesso. Ed è difficile che questo giusto atteggiamento venga in seguito recuperato. Il boom del sesso che la nostra società occidentale sta attraversando, è la testimonianza clamorosa di tanti atteggiamenti infantili errati. Può essere molto utile sapere a questo punto quali siano le idee che i bimbi spesso si costruiscono intorno ai problemi sessuali che li tormentano. Come nota Freud, la caratteristica curiosa di queste teorie sessuali infantili è che, pur essendo grottesche e assurde, ciascuna di esse contiene  una parte di verità: il bambino ha un solo modo di "vivere" il sesso che gli suggerisce ipotesi in parte vere, anche se incomplete e immature, come incompleto e immaturo è il suo istinto sessuale. Vediamo per esempio che il maschietto suppone che tutti, maschi e femmine, siano provvisti come lui del pene. La stima per il suo piccolo pene è molto grande, ed egli lo attribuisce a tutti gli essere viventi, e prima di tutto alla sua mamma. Questa idea è dura a morire, e se la scoperta della "castrazione femminile"è brusca e indelicata, essa può avere conseguenze gravi nello sviluppo psicologico del futuro adulto. Infatti il genitale femminile può apparire al bambino come una mutilazione, e può generare in lui orrore e timore questo per lui significa che è possibile perdere i genitali. Questa paura viene rinforzata dalle minacce che, purtroppo, gli adulti spesso fanno al piccolo quando si masturba:Guarda che se fai così l'uomo nero te lo porta via" e cose del genere. Il bambino quindi comincia a temere effettivamente di poter perdere il genitale. E' quello che si chiama "complesso di castrazione"Anche la femmina è soggetta a questa idea, e si sente inferiore al maschio proprio perchè lei il pene non ce l'ha. Lei è stata davvero castrata. Può solo limitarsi a nutrire un grande interesse per il genitale del maschio e a desiderare di essere un maschio. L'esistenza della vagina dunque non rientra nell'immaginazione infantile. Il non pensare che esista la vagina come caratteristica sessuale femminile si accompagna alla percezione del coito come una zuffa o un atto di violenza, specialmente se il bambino ha intravisto in qualche modo l'amplesso dei genitori. Infatti, pare accertato che anche quando sono molto piccoli ( e probabilmente fin dalla nascita i bimbi sono in grado di percepire le grosse masturbazioni affettive che si svolgono intorno a loro; il rapporto tra i genitori è perciò avvertito nel ricordo, ma non può essere certo compreso, e va quindi a incrementare le fantasie sadiche e violente circa il rapporto sessuale. Sempre legata all'ignoranza della vagina è la ricostruzione del "da dove vengono i bambini". L'unica via d'uscita che il bambino vede nel suo corpo  e che abbia una certa entità, è l'ano. Il bambino perciò deve venir evaquato come un'escremento, o da un'altra specie di buco inutilizzato che è l'ombellico. Anche il senso di quella situazione complessa e particolare che è l'essere sposati, difficilmente sfugge al bambino; egli intuisce che si tratti di un legame particolare tra il papà e la mamma, ma non riesce a ricostruire di che cosa si tratti.Le premesse di questa giusta libertà le poniamo e non certo aspettando che gli altri lo facciano per noi, abolendo "le cicogne" e guardando con più sincerità in noi e nelle nostre esperienze.

 

Angela Rondanini

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