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“IL ROSA CHE UNISCE” PROTAGONISTA AL SAN CARLO DI POTENZA

Il tema trattato è stato ancora una volta quello del femminicidio, la violenza sulle donne, un argomento purtroppo di scottanteattualita’ e di cui negli ultimi mesi si sente sempre piu’ parlare,con casi che vengono  alla ribalta della nostra quotidianita’ di vita lasciandoci sbalorditi, non solo per la quantita’,ma particolarmente per i contenuti che non fanno onore a nessunasocieta’ che voglia definirsi civile.

E i contenuti sconvolgenti di questi reati ci lasciano allibiti per quanto perpetrato ai danni delle donne, ma anche sui bambini innocenti loro malgrado coinvolti dai comportamenti negatividegli adulti: pertanto il problema si presenta in tutta la sua vasta portata e merita analisi approfondite, nonche’ misure di prevenzione e cautelative di tutto rispetto; in virtu’ di cio’,come sottolineato dal dott. Maruggi nel suo intervento che ha introdotto i lavori, è indispensabile la creazione di una “rete” che coinvolgapiu’ strutture come-Ospedale, Procura della Repubblica, Forze di Polizia-insomma una “task force” che insieme devono stilare e seguire casi di violenza da intercettare controllare e reprimere;

per questo sono stati approntati e completati i lavori della sede “Codice Rosa“ in ospedale a cui ci si augura si affianchi lasocieta’ civile, al fine di mettere in atto aiuti concreti, perche’ le vittime di tali violenze hanno bisogni di varie e differentinecessita’ di vita, nonche’ psicologiche, e serene condizioni d’ambiente.

Alle sue parole ha fatto eco l’assessore regionale alla sanita’,Flavia Francione, che ha condiviso l’intenzione del lavoro congiunto tra le varie strutture preposte, ed ha affermato lanecessita’ delle Case Rifugio, ritenendole fondamentali per migliorare le condizioni di vita dei malcapitati, augurandosi che altre ancora ne vengano aperte, cosi’ da migliorare le  soluzioni per una vita degna di essere vissuta e dove, i blocchi e le barriere culturali siano facilmente superati per favorire la rapida risoluzione dei casi in questione.

Non da meno il Procuratore della Repubblica, dott.ssa  Anna Gloria Piccininni, che ha definito come non educativo lo strumento della violenza, ed ha ricordato che in precedenza, per le donne vittime di violenza, mancava l’accesso in ospedale, cio’comportava sacrifici per la vittima ed anche per il bambino, che essendo piu’ debole ha sempre bisogno di qualcuno che lo sostenga e guidi;

ha posto l’accento sull’importanza della “stanza d’ascolto”,strumento importante che di fronte alle telecamere consente di percepire- stati d’animo-espressioni-modi di fare-reazioni, e quant’altro possibile per meglio interpretare il caso e portarlo a soluzione.

Invece la dott.ssa Fanelli Anna Maria ha voluto ricordare la Convenzione di Istanbul, che esprime articoli e azioni di contrasto al femminicidio con la messa a punto di “Strategie” contenenti indicazioni dettate direttamente dall’O.N.U., e su cui l’Italia è purtroppo in ritardo nelle sue applicazioni; ha voluto rimarcarel’utilita’ di denunciare i casi perdendo la paura delle conseguenze che da essa derivano.

Altri interventi hanno completato l’incontro, come quello della dott.ssa Goretti di Grosseto, che ha parlato delle esperienze acquisite nella sua provincia, di Mons Agostino Superbo che ha parlato dell’amore come migliore antidoto alla violenza, diLacorazza e del Sindaco Santarsiero, e tra il pubblico della dott.ssa Ivana Pipponzi ,presidente dell’A.I.G.A., la quale ha ricordato che la struttura da lei guidata, in questo settore offre consulenza gratuita, essendo gia’ inclusa nel Codice Rosa.

Luciano gentile

Pubblicato in –home-la citta’

Foto fonte:www.ospedalesancarlo.it

 

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