Un convegno sulla storia e le ragioni dell'associazionismo femminile
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La sezione di Potenza dell’associazione F.I.D.A.P.A. –B.P.W. Italy ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Business Professional Women) ha promosso ieri in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, un convegno sul tema “ Donne e società ˮ, che si è tenuto nella Sala del Cortile del Museo Archeologico Nazionale “ Dinu Adamesteanu ˮ di Palazzo Loffredo. Ad inaugurare la serata la voce di Iole Cerminara, che accompagnata dalla chitarra di Francesco Sforza ha reinterpretato quattro composizioni riguardanti temi di impegno sociale come il rapporto donna-lavoro, e quello, non meno conflittuale e problematico tra padroni e lavoratori. Tra i pezzi eseguiti “ Io voglio andare in America ˮ di Anna Identici, nota per un brano di denuncia sul tema delle morti bianche “ Era bello il mio ragazzo ˮ presentato a San Remo nel 1972 e una canzone di Giovanna Marini “ Salutiamo il signor padrone ˮ oggetto anche di una rivisitazione di Francesco De Gregori. La prof.ssa Luciana Gallo, ha illustrato una relazione dal titolo“ L ‘associazionismo femminile: quando e perché ˮ che rientra nell’ambito del tema promosso a livello azionale dalla F.I.D.A.P.A. –B.P.W. Italy per il biennio 2013/15 “ Ruolo e finalità delle Associazioni femminili in una società in rapida e continua evoluzione ˮ e che ha ripercorso gli aspetti e gli eventi salienti dell’associazionismo femminile, dalle origini alle attuali sigle che si occupano, ciascuna singolarmente, di specifiche problematiche riguardanti il genere femminile, passando per le donne che si sono rese protagoniste della moderna condizione di emancipazione femminile. Le associazioni femminili sono sorte come strumento di lotta e di risoluzione di problematiche di genere, come il superamento della tradizionale concezione greco-romana della donna, destinata ad una vita prettamente domestica e priva di slanci sociali e civili come invece suggerisce il modello di donna lucana, di origini enotrie..Le prima associazioni femministe nascono nel periodo della Rivoluzione Francese; è del 1791 la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, un testo giuridico che rivendica l’uguaglianza sociale e politica tra uomo e donna scritto dalla drammaturga francese Olympe de Gouges, che pagò con la vita la pubblicazione di un testo “ Le tre urna ˮ poco gradito a Robespierre. E’ invece del 1792, il saggio della femminista britannica Mary Wollstonecraft pubblicato originariamente in inglese e tradotto successivamente in lingua italiana con il titolo “ La rivendicazione dei diritti della donna: con critiche sui soggetti politici e morali ˮ: nel testo sono criticate sia la concezione del filosofo svizzero di lingua francese Jean Jacques Rousseau, secondo cui le donne dovevano essere educate in modo da piacere all’umo, sia quelle donne che, dimentiche della forma, modellano le proprie vite sui rispettivi corpi. Le associazioni femminili degli inizi del 900 avevano una natura essenzialmente filantropica che puntava a risolvere problemi quotidiani della vita delle donne ( in particolare l’assistenza a categorie sociali ed economiche svantaggiate come prostitute e ragazze madri ). Soltanto dopo nascono associazioni e movimenti che invocano il pieno riconoscimento e godimento dei fondamentali diritti politici e civili, tema che viene codificato per la prima volta con la legge Carcano numero 242, che esclude turni di lavoro per le donne superiori alle 12 ore, impedisce alle ragazze minorenni di svolgere turni lavorativi notturni e concede un periodo di riposo post gravidanza della durata di di un mese Tra le associazioni più importanti oggi esistenti ovviamente la F.I.D.A.P.A. International, fondata nel 1930 a Ginevra sotto l’egida dell’ ONU, che vanta in tutto il mondo 350 mila socie, e nel nostro paese registra 295 sezioni, diffuse prevalentemente al Sud per un totale di circa 12-13 mila tesserate, e l’ UDI ( Unione Donne Italiane ) fondata nel 1944 e che dichiarò l’8 marzo come giornata mondiale di della donna, scegliendo come simbolo commemorativo la mimosa. Secondo la Prof. ssa Gallo, autrice anche di testi che trattano tematiche didattico-pedagogiche, uno dei problemi attuali dell’associazionismo femminile, è l’incapacità di fare rete e condividere idee, progetti e tematiche che, travalicando i confini degli specifici ambiti di azione di ciascuna sigla, associazione, movimento, puntino ad un rafforzamento della posizione e del ruolo della donna all’interno delle società.
Emanuele Pesarini
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