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Articoli filtrati per data: Venerdì, 26 Dicembre 2014

26 DICEMBRE 1194 NASCE FEDERICO II DI SVEVIA- STUPOR MUNDI

26 Dicembre 1194 a Jesi nasce Federico II di Svevia, uno dei più grandi re della storia legato alla Basilicata, figlio di Enrico Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla.

Federico II di Svevia fu il sovrano che rese la Basilicata un punto di riferimento all'avanguardia per tutto il sud Italia nel XIII secolo.

La figura di Federico II è una delle più carismatiche, misteriose e controverse del medioevo europeo.

Con l'avvento di Federico II la Basilicata conobbe un'epoca positiva:

L'imperatore viene considerato il più “moderno” tra i potenti di tutto il medioevo.

I primi contatti con la Basilicata erano avvenuti nel luglio del 1227 a Melfi dove era giunto da Gravina di Puglia, tra luglio e agosto di quell'anno.

Gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, determinanti per la formazione della sua complessa e straordinaria personalità, Federico II li trascorre a Palermo, capitale del regno normanno, già sede di un emirato arabo, in cui si erano intrecciate e avevano vissute razze, religioni e culture diversissime.

Maggiorenne nel 1029 sposò Costanza D'Aragona, ma dopo la morte di Costanza, Federico II ebbe altre due mogli, Jolanda di Brienne e Isabella d'Inghilterra, tutte morte giovanissime, tuttavia si narra che la sola ed unica donna che Federico abbia mai amato fu Bianca Lancia.

Alla corte di Federico II venivano coltivate molte discipline ed attività sia artistiche che scientifiche, fra queste la musica e la poesia, la caccia col falcone, svago preferito da Federico.

Grande spazio veniva dato anche alla cura corpolis, in cui l'igiene quotidiana si univa al precetti della medicina della scuola salernitana.

La fama di Federico II è legata soprattutto alla costruzione dei castelli, dislocati sulla base di un razionale programma di difesa militare e di gestione territoriale, in rapporto funzionale col preesistente tracciato vario di età normanna.

I gioielli Federiciani della Basilicata sono il castello di Melfi, di Lagopesole e di Palazzo S. Gervasio ,conosciuti a livello nazionale.

 

 

 

ANGELA RONDANINI

Tu sei preziosa porcellana (poesia di Michela Napolitano).

 

Se è vero che l'influenza di qualcuno in cui credi modella il carattere,

il mio lo ha modellato mio padre,

tratto dal libro "Un padre, sua figlia".

 

 Tu sei fragile e preziosa porcellana

da preservare e custodire.

Sei la bellezza più pura e inviolabile tra gli esseri. 

Ascolta la mia esortazione,

non svendere mai la tua innocenza,

elemento essenziale nel giudizio divino,

sacro privilegio di una donna. 

Io ti trasmetto i miei principi,

portali con te. 

In una contrada ti fermerai,

e solo lì pianterai le tue radici

per il tuo unico compagno.

 

                                                           

 

                                                                                                             Michela Napolitano

 

Applausi a Pescopagano per il gospel di Patrick George & United Praise Mass Choir.

 

Continua a riscuotere successi “InCanti di Natale. Tradizioni e contaminazioni”, la rassegna promossa dal Gal Marmo Melandro che unisce in un binomio originale le tradizioni locali legate al Natale e quelle musicali di matrice afroamericana racchiuse nella musica gospel. Il terzo appuntamento del cartellone ha visto esibirsi nella Chiesa di San Giovanni Battista a Pescopagano, nella serata di martedì 23, il gruppo gospel inglese United Praise Mass Choir. Il sestetto, guidato dal pastore Patrick George, ha eseguito un repertorio di brani scelti tra il gospel tradizionale e quello contemporaneo, grazie alle splendide voci di Emma O’Connor, Rum Sams, Dionne Morrison e Jus Jay, accompagnati al pianoforte da Chris Jarvis.

“InCanti di Natale” si propone di animare l’area geografica del Marmo Melandro in occasione del periodo natalizio. Gli eventi si svolgono prevalentemente in luoghi di culto situati in ambiti rurali, al fine di valorizzare il patrimonio architettonico presente nel territorio e di vivacizzare le comunità che vi abitano. La manifestazione vuole anche essere un’occasione per promuovere e rafforzare l’attività di corali e cori locali, chiamati ad aprire con i canti natalizi della tradizione i concerti delle formazioni gospel internazionali partecipanti alla rassegna, grazie alla partnership con il Basilicata Gospel Festival diretto da Pasquale Cappiello. A chiudere ogni appuntamento la degustazione del dolce fatto in casa tipico del luogo.

Il programma di “InCanti di Natale” continua nei prossimi giorni nei restanti dodici comuni del Marmo Melandro. Dopo una pausa di due giorni, si riparte il 26 con ben tre concerti a Castelgrande (Chiesa Madre), Picerno (Torre Normanna) e Balvano (Chiesa Madre), per proseguire a Sant’Angelo Le Fratte (27 dicembre), Sasso di Castalda (28 dicembre), Vietri di Potenza (28 dicembre), Muro Lucano (29 dicembre), Satriano di Lucania (30 dicembre). Nel nuovo anno previsti tre appuntamenti a Savoia di Lucania (3 gennaio), Baragiano (4 gennaio) e Tito (5 gennaio), per chiudere il 6 gennaio con un gran galà a Satriano di Lucania, che vedrà l’esibizione del pianista e compositore lucano Rocco Mentissi.

Da segnalare per il 26 dicembre a Balvano il debutto del gruppo americano dei Divinity, proveniente dalla Georgia, che vede la presenza al suo interno della grande interprete Marsha Wilson, membro del prestigioso Gospel Music Workshop of America. Una formazione di autentici professionisti e nel contempo di sinceri messaggeri della cultura e della spiritualità che la musica gospel sa esprimere.

 

Ufficio stampa:

Francesco Mastrorizzi

A Bella secondo appuntamento con la rassegna “InCanti di Natale”

Dopo la prima di Ruoti, secondo concerto ieri a Bella della rassegna “InCanti di Natale. Tradizioni e contaminazioni”, promossa dal Gal Marmo Melandro per animare le comunità rurali del territorio in occasione del periodo natalizio. Ad esibirsi all’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta, appena riaperta al culto dopo un restauro, il gruppo gospel inglese Patrick George & United Praise Mass Choir, sestetto piano e voci che ha eseguito un repertorio di canti natalizi della tradizione anglofona. Il concerto è stato aperto dal coro dell’Unitre di Bella, diretto dal maestro Michele Ostuni. La serata si è conclusa con la degustazione del tipico dolce fatto in casa del luogo.

Il gruppo degli United Praise Mass Choir, ospiti internazionali della serata, è stato fondato dal pastore Patrick George ed è formato da talentuosi artisti provenienti dal Sud dell’Inghilterra. La forza che sprigionano è cresciuta di concerto in concerto, fino a farli diventare uno dei gruppi di spicco dell’intero Regno Unito. Con il loro repertorio, che spazia dal gospel tradizionale al jazz all’r&b alla musica classica, si sono esibiti nei migliori teatri e nelle più prestigiose cattedrali del Regno Unito. Patrick George è noto in patria anche per aver raggiunto nel 2013 le semifinali del programma televisivo “Britain's Got Talent” con la formazione da lui diretta dei Gospel Singers Incognito.

Il programma di “InCanti di Natale” continua nelle prossime settimane con il binomio concerti-degustazioni, toccando gli altri 13 comuni del Marmo Melandro: il 23 dicembre a Pescopagano nella Chiesa di San Giovanni (ore 19.00) e nei giorni seguenti a Castelgrande (26 dicembre), Picerno (26 dicembre), Balvano (26 dicembre), Sant'Angelo Le Fratte (27 dicembre), Sasso di Castalda (28 dicembre), Vietri di Potenza (28 dicembre), Muro Lucano (29 dicembre), Satriano di Lucania (30 dicembre). Nel nuovo anno previsti gli appuntamenti di Savoia di Lucania (3 gennaio), Baragiano (4 gennaio), Tito (5 gennaio), per chiudere il 6 gennaio con un gran galà a Satriano di Lucania, che vedrà l’esibizione del pianista compositore Rocco Mentissi. Gli altri gruppi gospel in cartellone, invitati dal direttore artistico della manifestazione Pasquale Cappiello grazie alla partnership con il “Basilicata Gospel Festival”, sono i Divinity dagli Stati Uniti e gli United Gospel Kingdom dal Regno Unito.

 

Ufficio stampa:

Francesco Mastrorizzi

Presentato “L'Atlante immaginario”, di Giuseppe Lupo.

 

Si è svolta lunedì, 23 dicembre, la presentazione di “Atlante immaginario. Nomi e luoghi di una geografia fantasma”, l'ultimo libro di Giuseppe Lupo, docente presso l'Università Cattolica di Milano e scrittore di celebri romanzi. L'autore è di origini lucane, ma vive a Milano. Secondo Lupo è importante vivere di fantasia, soprattutto nel grigiore dei tempi moderni. Anche perché la cronaca è già di per sé ripetitiva e uguale a se stessa. Il racconto invece dev'essere altro rispetto alla cronaca.

Lupo parte da autori classici come Omero, Ariosto e Cervantes fino ad arrivare ai giorni nostri. Per l'autore la letteratura deve inventare il mondo, quindi non si deve limitare a fotografare ciò che già esiste. Gli interessano quegli scrittori che raccontano di una geografia immaginaria. Gli interessa il fantastico, l'onirico, il visionario, quel mondo magico, tipico di una vera e propria trasfigurazione della realtà.

"Il mondo prima di esistere passa attraverso i libri ed è bello pensare che i libri hanno la capacità di costruire una geografia, una civiltà, una città e non di fotografare ciò che c'è, visto che la cronaca viene raccontata già dai giornali e dalla televisione. Ma i libri, per essere davvero originali, devono essere altra cosa”.

L'autore ha sottolineato poi che per scrivere un romanzo bisogna inevitabilmente attrezzarsi. “Non si può andare sul monte Bianco con le ciabatte, altrimenti muori”, ha detto. “Più un romanzo è pieno di storie e di personaggi, più devi attrezzarti, altrimenti la trama ti sfugge, i fili del racconto si perdono ed i personaggi non arrivano dove devono arrivare”.

I racconti invece sono apparentemente più semplici, non a caso l'autore distingue le due categorie in terre basse e terre alte, o anche montagne e pianure.

Per la giornalista, Eva Bonitatibus, il romanzo è interessante non solo perché riporta l'importanza della fantasia nella scrittura, ma anche perché fornisce degli strumenti utili, delle riflessioni a 360 gradi sulla funzione della scrittura e della letteratura, sui luoghi del passato e del futuro.

Ciò che ha spinto Giuseppe Lupo a scrivere è stato il triste evento del terremoto dell'80'. Più volte si è trovato ad affermare che quell'evento, a cui assistette dal vivo, ha fatto morire un mondo e ne ha iniziato un altro, che però non giudica se migliore o peggiore. In sostanza, è stato come un voltare pagina. La paura della morte gli ha fatto cominciare a leggere libri. Da lì è stato poi abbastanza facile pensare di voler leggere dei libri che non si trovano facilmente e che lui aveva in mente di scrivere.

Uno adotta l'idea di scrivere quando si accorge che i libri che ha davanti sono belli. Ma potrebbe esistere ancora qualche libro che vorrebbe leggere e che non c'è ”, ha detto. Così è nata l'idea di compensare quel vuoto che avvertiva nei romanzi che leggeva. Scrivere per lui è un modo di stare al mondo.

Lupo, che scrive sia saggi che romanzi, ha una stanza per i romanzi ed una per i saggi. Entrambe con computer e stampante differenti. “Saggio e romanzo sono due mondi che non si devono parlare”, ha sottolineato. Per questo ci sono dei giorni che lavora a un tavolo e ragiona in un modo, altri che lavora all'altro tavolo e ragiona in un modo totalmente diverso. Quando però si siede alla scrivania dei romanzi, si considera un barbaro, perché dimentica tutto, mettendo da parte i problemi del quotidiano.

 

Giulio Ruggieri

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