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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 10 Dicembre 2014

Apprezzamenti per il concerto a Napoli del pianista lucano Rocco Mentissi

Si è svolta a Napoli dal 5 al 7 dicembre la seconda edizione del festival Piano City Napoli, la grande kermesse dedicata al pianoforte che ha coinvolto l’intera città con concerti, workshop, incontri, appuntamenti nei salotti napoletani, musei, palazzi storici, biblioteche, chiese. Tra i trecento pianisti partecipanti, presente anche il lucano Rocco Mentissi, che ha tenuto il suo concerto domenica 7 all’interno della Sala Open Space del Palacongressi Oltremare, centro nevralgico degli eventi inseriti nel cartellone della manifestazione.

Per l’occasione Mentissi ha presentato al pubblico napoletano il suo primo lavoro discografico intitolato “traMe”, pubblicato lo scorso 7 agosto dalla Artistica Management di Pasquale Cappiello. Il concerto, della durata di un’ora, si è aperto con il brano “Gare n. 1”, punto di partenza di un viaggio suggestivo attraverso momenti più romantici, con “Per Delia” e “Dopo l’amore”, e momenti più malinconici, con “Beata solitudine” e “Una sera di settembre”, pezzo quest’ultimo dedicato alla memoria del padre scomparso. Toccante è stata l’esecuzione di “Notte in Palestina”, un’occasione per ricordare i bambini di una terra tragicamente martoriata dalla guerra. Suonati anche “Il valzer dell’amore distratto”, “Improvvisazione n. 1” e “La ballata dei poeti dimenticati”, che omaggia quegli artisti cui non viene riconosciuto il giusto merito per il proprio talento. A chiusura di concerto il brano “Altrove”, di cui nelle prossime settimane verrà lanciato un videoclip musicale a ulteriore promozione del disco.

Con l’album “traMe” Rocco Mentissi si inserisce nel filone della musica contemporanea minimalista, genere a cui è approdato dopo un percorso artistico articolato, caratterizzato dalle più svariate esperienze – dal blues al jazz, dalla musica popolare alla musica bandistica, dal prog-rock all’etno-funk – e da collaborazioni con artisti di diversa estrazione.

L’esibizione è stata arricchita da improvvisazioni estemporanee sugli stessi brani contenuti nel disco: una caratteristica, questa, che rende le performance pianistiche di Rocco Mentissi uniche e singolari. In ogni concerto i temi composti vengono arricchiti con nuove sfumature sonore e varianti tematiche improvvisate, suggerite dalle emozioni e sensazioni del momento: alla musica scritta e statica si aggiunge la musica viva e palpitante legata agli istanti emotivi del live.

La partecipazione a Piano City Napoli è stata per Mentissi l’occasione per alimentare il proprio amore, libero dai pregiudizi e non condizionato dai luoghi comuni, per una città che considera pregna come poche di arte, storia e cultura e della quale, come lucano, ha subito l’influenza sotto diversi aspetti, a partire da quello delle tradizioni musicali. Napoli è, inoltre, la città dove il padre Francesco, suo primo maestro di musica, ha conseguito il diploma di tromba presso il prestigioso Conservatorio di San Pietro a Majella. Un motivo per ricordare una figura che è costante punto di riferimento della sua vita artistica e non solo.

 

Ufficio Stampa Artistica Management

Responsabile: Francesco Mastrorizzi

La sposa di Bucaletto. Come il teatro può diventare un mezzo per sensibilizzare alla cultura della sicurezza.

 

Lo spettacolo "La sposa di Bucaletto”, promosso dall’USR Basilicata con il patrocinio dell’INAIL e rientrante nel progetto formativo dell' anno scolastico 2011/2013, è rivolto ai Dirigenti Scolastici, docenti, alunni e al personale della scuola di ogni ordine e grado. E' stato rappresentato la prima volta nel giugno del 2013.

In seguito a questa esperienza, che ha visto per protagonisti ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di II grado della città di Potenza, l’I.N.A.I.L., di concerto con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata, ha voluto ripromuovere l’iniziativa ritenendola un ottimo mezzo per divulgare la Prevenzione degli infortuni in maniera diversa. L’operazione messa in atto ha confermato che si può fare cultura della sicurezza attraverso approcci alternativi e accattivanti come il teatro, che si è rivelato un mezzo di comunicazione vincente.

I ragazzi/e, protagonisti dell'evento, si sono sentiti valorizzati, e hanno potuto dar voce alla loro espressività, avvicinandosi a problematiche che altrimenti si sarebbero rivelate ostiche e riservate solo agli addetti ai lavori.

Così come una vera compagnia teatrale, sono in prova da oltre un mese ed i loro sforzi hanno dato luogo ad uno spettacolo che era nato come un progetto che doveva esaurirsi nel 2013, mentre oggi, a distanza di quasi due anni, è ancora vivo a tal punto da essere portato in tournée in Basilicata.

Le scuole del capoluogo dalle quali giungono i ragazzi/e sono:

Istituto Superiore “ F. Saverio Nitti”; Liceo delle Scienze Umane “E. Gianturco”; Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato “G. Giorgi”; Istituto Superiore “A. Einstein – G. De Lorenzo”; Liceo Scientifico “P. Pasolini”; Liceo Scientifico “G. Galilei”.

 

La “Sposa di Bucaletto” è una storia immaginaria che appartiene alla nostra città – Potenza - ma che potrebbe accomunare tante altre località. I personaggi che raccontiamo sono persone semplici che vivono una quotidianità difficile e che, quando ce l'hanno, campano del loro onesto lavoro, nella speranza che il futuro possa essere migliore.

E’ una storia che prende significato dal luogo in cui si svolge: il quartiere di Bucaletto alla periferia della città, ma anche questo potrebbe essere un quartiere di una qualsiasi periferia. Una baraccopoli nata per dare una dimora momentanea a chi, reduce dal terremoto, ha perso la sua casa e che invece è divenuto un posto dove sono cresciuti i propri bambini.

Quei bambini oggi sono diventati adulti, ma quei prefabbricati che dovevano essere smantellati, sono ancora lì, tra il cielo nero e l'autostrada, e ospitano ancora tanta gente che non sa cosa sia una casa "normale". Gente che passa le proprie giornate cercando di salvarsi dalle pareti di amianto in cui è costretta a vivere, e dai fumi di una fabbrica troppo vicina. Gente per la quale la sicurezza è ancora un’utopia.


12 dicembre 2104 ore 20,30 al Teatro Piccolo Principe di Potenza (Rione Santa Maria).

Ingresso gratuito.

Pino Mango...dove vai?

 

Questo non è un normale articolo come gli altri, che annunciano e descrivono la tragica e inaspettata morte di Pino Mango, ma il racconto di Pino come uomo e non come artista.

Ottobre 1987, Pianeta Maratea. Carica di valige, mi accingo a raggiungere l'ingresso della struttura, trascinando questi bagagli a fatica, ed ecco all'improvviso alle mie spalle sento una voce che mi dice: "Aspetta...ti aiuto !”.

Prende due delle mie valigie ed insieme raggiungiamo l'hotel. Io inizialmente presa da questa difficoltà, non alzo nemmeno lo sguardo verso questo ragazzo che gentilmente si era prestato ad aiutarmi. Ma nel momento della consegna dei bagagli, lo guardo e riconosco la persona, è Pino Mango . Mi scuso immediatamente dicendogli :” scusa..ma tu sei Pino Mango ? Il cantante? Lui risponde :” no, io sono Pino”. A Pianeta Maratea si teneva un convegno della durata di due giorni, lui era ospite d'onore e in quei due giorni ho avuto modo di vedere che uomo era Pino Mango.

Passano ancora degli anni, non lo rivedo più, ma caso della sorte, una sera eravamo nella gradinata di Via Orazio Flacco a Potenza dove in quegli anni io avevo un negozio, un bimbo cade, si ferisce al capo, e chi vedo entrare nel mio negozio? Pino Mango, con in braccio questo bimbo sanguinante che chiede aiuto. Mi guarda e fa : La signora delle valigie!!! non aveva dimenticato. Medichiamo questo bimbo, rintracciamo il genitore e ci salutiamo amichevolmente.

Altro incontro. Aprile scorso ore 08.00 del mattino, distributore Agip, entro e chi trovo? Di nuovo Pino, ancora una volta gli compare dinanzi la signora delle valige, come lui mi definiva, prendiamo un caffè e ci salutiamo nuovamente.(questa è la foto che facemmo quella matttina al bar) Chi era Pino Mango? Un uomo semplice, un uomo che non dimenticava le persone conosciute. Oggi non riesco ad immaginare che quello è stato il nostro ultimo abbraccio.

Ciao Pino...dove vai adesso tu? Questa volta le valige le porterò io.  

 

Angela Rondanini

 
 

Michela Napolitano, una madre coraggiosa.

Michela Napolitano è una di quelle donne che abbiamo imparato a conoscere con l'appellativo di "madre coraggio". Il suo coraggio venne messo duramente alla prova quando decise di mettere al mondo il suo quarto figlio. Non si trattò di una scelta facile, perché per dar luce ad una nuova vita, ha dovuto rischiare la sua. Dopo due cesarei, affrontarne un altro poteva essere mortale per lei. “Ho avuto un'esperienza così intensa che mi ha portato a capire oggi il valore della vita che si porta in grembo - racconta - e bisogna capire che in sala operatoria, fino all'ultimo momento la vita di un bambino si può salvare".

Inizialmente, assieme al marito, prese la decisione di rinunciare di portare avanti la nuova gravidanza. Ma, arrivata in ospedale, ebbe come un rimorso di coscienza. Voleva uscire da quel posto. Non sapeva come fare. Quando ad un certo punto chiese all'anestetista se l'avessero già addormentata, alla risposta negativa cominciò a pregare Dio di farla uscire viva, assieme al suo bambino. “Quando uscirò da qui come potrò raccontare ai miei bambini che uccidere qualsiasi forma di vita è un errore?", pensò in quella circostanza. Così, inaspettatamente, le preghiere hanno avuto un esito positivo.

“Ad un tratto ho sentito una mano che accarezzava il mio braccio con molto calore, mi sono girata ed ho visto che era un medico, a cui chiesi se avessi potuto ripensarci”. La risposta del dottore fu: “Se ci fossero più persone come lei, vivremmo sicuramente in un mondo migliore”. Tale risposta diede coraggio alla donna, che chiese al dottore di spiegarsi meglio. Lui rispose: "Può tornare a casa". La signora Napolitano, nel frattempo volse lo sguardo verso la disperazione delle altre ragazze in attesa di abortire. Da quel momento la sua vita cambiò radicalmente e adesso si dedica interamente a salvare vite umane. Il nome di Michela ha raggiunto le cronache nazionali dopo alcune apparizioni televisive. È stata ospite di programmi particolarmente predisposti ad un messaggio a favore della difesa della vita e di promozione della cultura dei valori come “Il senso della vita”, “Sulla via di Damasco”, “Nel cuore dei giorni” (di Tv2000). Michela Napolitano è operatrice della comunicazione, artista, scrittrice originaria di Calvello. Ha scritto il libro “Venti notti per un’alba” e vari libri di poesie. Ora le piace guardare nei cuori della gente, per veder cambiare la luce nei loro volti, trasformare la loro tristezza in serenità.  

Ha realizzato anche un periodico:Una pagina per la vita”, un sogno nel cassetto per lei, che ha un legame con la sua infanzia e con l’adolescenza, ma che oggi le concede grandi soddisfazioni. Lavora assiduamente per il “Centro di Aiuto alla Vita” (n. verde 851080081300) . Il centro si occupa di fornire assistenza spirituale e materiale alle mamme in difficoltà.

"Sono fra la gente ogni giorno per essere ascoltata - dice- e soprattutto per ascoltare. Mi occupo di sentimenti e mi auguro di lasciare un’emozione tangibile nelle idee di chi dovrà scegliere fra il bene e il male, con la speranza di consolare gli afflitti e di moltiplicare i nostri lettori. Percorro un’indicazione, una strada che qualcuno ha tracciato per me. Questa strada, anche se a volte faticosa, non mi conduce alla noia perché mi piace percorrerla, senza mai arrendermi. Mi sento volontaria e attivista perché nel mio diario quotidiano censisco la vita dei deboli e difendo quella dei rifiutati, mi sento religiosa perché riconosco la fede e mi sento missionaria perché amo Gesù”.

 

Giulio Ruggieri

Il decreto sblocca Italia diventa sfascia Italia. La voce del Popolo dice no.

 

Più di diecimila in corteo contro le trivellazioni petrolifere. Giovedì 4 dicembre, nel piazzale della Regione a Potenza, erano in tanti a gridare "NO Triv”. Grande adesione e solidarietà verso la manifestazione da parte delle regioni limitrofe e del movimento 5 stelle. “La Lucania ascolti il canto dei suoi figli”, il popolo a gran voce chiede al governo locale di impugnare le norme che danno il via libera a nuove trivellazioni. Il No all’art. 38 è una tematica molto sentita tra la gente lucana. L’approvazione del decreto recherebbe solo danni e nessun beneficio al futuro della regione. Sarebbe un disastro in ogni settore: ambientale, sanitario e lavorativo. Infatti anche la raffinazione verrà praticata all’estero attraverso lo stoccaggio del petrolio.

Nel pomeriggio, su questo tema, si è svolto il Consiglio Regionale e non pochi sono stati i momenti di alta tensione fuori dal Palazzo. Uova, bottiglie e oggetti vari sono stati lanciati dai manifestanti contro la polizia e i politici. Lo stesso governatore Pittela, per le troppe polemiche, ha sospeso la sua relazione. Durante l’interruzione, anche il presidente del consiglio regionale Piero Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti spiegando che “a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxi schermo, vista la ridotta capienza della sala riservata al pubblico”. Una volta tornata la calma, i manifestanti irritati sono rimasti all’esterno del palazzo per tutta la durata del Consiglio ad attendere la decisione finale. C’è stata grande delusione da parte di tutti perché solo in tarda serata la Regione Basilicata ha deciso di dare mandato al Governatore per mediare ancora con il Governo Renzi. Resta da capire se la presa di posizione sia uno specchio per le allodole, un modo per chetare le acque o una reale promessa da mantenere?

 

Simona Marganella

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