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Daniele Nardiello

Daniele Nardiello

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Eroi per caso o per necessità?

Quanti Ercoli o Ercolini si sono cimentati in indicibili o improbabili fatiche dietro la macchina da presa?! Questa è la volta del wrestler Dwayne 'The Rock' Johnson, armato di possente umanità gladiatoriale, equilibrata da tanta autoironia. Era veramente difficile dire qualcosa di nuovo sul tema supersfruttato dell'eroe semidio, ma il guerriero di Brett Ratner perlomeno raggiunge il suo obiettivo di rendersi riconoscibile attraverso la trasposizione cinematografica di un'avventure fumettistica, a sua volta tratta dalla graphic novel Hercules - The Thracian Wars di Steve Moore.
Il cast di tutto rispetto (ci hanno particolarmente convinto Rufus Sewell e il luminoso Ian McShane) deborda in una trama volutamente semplice e prevedibile tutta basata sull'atto di forza e sul coraggio battagliero della disperazione.
Scontri non spettacolari come altri, ma godibili in molti dei loro dettagli, una backstory forzosamente drammatica e inserita spesso in maniera disomogenea, svolte narrative poco coerenti con il contesto non alzano il voto finale del film, ma in fondo nemmeno riescono a cancellarne una strana originalità.
La pellicola convince poco, anche se sapevamo di non imbatterci nell'ennesima celebrazione delle fatidiche 12 prodezze, stemperandosi in clichè già triti ed annacquandosi in svolgimenti elementari e psicologie improbabili. Il titanico protagonista regge bene il ruolo soltanto quando si tratta di alimentare fino alla fine il dubbio costante "semi-dio-sfigato o mortale-muscoli-esagerati?"

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Je t’aime…moi non plus… ovvero “tutta colpa del vulcano…buono”

Se il titolo italiano voleva suggerire un po' di incandescenza a questa commedia, i risultati purtroppo non mantengono le aspettative. Tutta Colpa del Vulcano è infatti un road-movie mascherato da commedia brillante ed infarinato di sentimentalità, con situazioni abbastanza stereotipate che vedono coinvolta la coppia di protagonisti, prese pedissequamente dai bignami del genere, con scarse trovate originali.

Tutto il racconto è incentrato sull'alchimia bipolare "positivo-negativo" che lega i due protagonisti, pronti a mettersi il bastone tra le ruote ad ogni occasione possibile usufruendo di ogni trucco o mezzuccio di sorta, ammorbidendo però la presunta cattiveria in risvolti prevedibili che conducono naturalmente al classico happy ending. Le occasioni per ridere non mancano, e alcuni personaggi di contorno (il santone invasato ci particolarmente intrigato) sono discretamente ispirati, ma l'atmosfera di classico road-movie declinato in chiave comica è molto deludente, proprio perché sfrutta assai poco le diverse etnie dei luoghi visitati prima di giungere alla meta. Ed è proprio la povertà del contorno che impedisce una qualsivoglia empatia, poiché pur trovandoci dinanzi ad un titolo di questo genere non è perdonabile la mancanza di plausibilità e d'atmosfera, nonostante gli sforzi di mantenere alto l'interesse con un ritmo in perenne progressione. A rendere il viaggio dello spettatore meno arduo nell'ora e mezza di durata arrivano in soccorso i due interpreti che, a dispetto di caratterizzazioni abbozzate, offrono prove di tutto rispetto avvalorate da qualche dialogo scritto più che discretamente.

Qualche anno fa, nella cara e vecchia Europa, ci ritrovammo con milioni di passeggeri costretti a spostarsi solo via terra proprio a causa del risveglio di un vulcano islandese, e la cosa non fu per nulla semplice da gestire.

Subito dopo il fatto, stupì un bel po’ che nessun regista/ sceneggiatore utilizzasse l’evento come pretesto di qualche storia dall’ambientazione tutta europea. Ma, da oggi, possiamo dormire sonni tranquilli: il regista francese Alexandre Coffre usa il disastro provocato dal vulcano col nome impronunciabile (Eyjfjallajökull) per costringere una coppia di ex-coniugi a convivere, anzi a sopravvivere (!), dalla Germania alla Grecia nei medesimi abitacoli.

Volere non sempre è potere. Sicuramente non in questo caso dove gli intenti, potenzialmente efficaci, non trovano riscontro in una realizzazione adeguata. Tutta colpa del vulcano strappa qualche risata ma non coinvolge mai pienamente nel racconto, e i danni sono in parte smorzati solamente da due bravi Dany Boon e Valérie Bonneton.

Lo smartphone ZOPO ZP780 MTK6582 1.3GHz Quad Core 5 pollici QHD Android 4.2 Smartphone 3G

 

Caratteristiche principali

- 5 pollici, risoluzione display 960*540 pixel
- MTK6582 1.3GHz Quad core
- Supporto 3G network: GSM 850/900/1800/1900 & WCDMA 900/2100 MHz
- 1 GB RAM + 4GB ROM
- 5MP fotocamera posteriore + 2Mp fotocamera anteriore
- Sistema Android 4.2.2

 

Specifiche

Marca

Zopo

Sistema Operativo

Android 4.2

Tipo

Android Phone

Tipo

Smart Phone

Modello CPU

Mtk6582

CPU

Quad Core

Frequenza Cpu

1.3 GHz

Frequenze

Wcdma 900/2100, Gsm 850/900/1800/1900

Umts/3g/chiamato

Rete

Doppia Sim Standby

Smartphone

Schermo

Display

5.0 Pollici

Tipologia Display

Capacitivo

Tipologia Display

Capacitivo

Risoluzione

540*960

Memoria

Rom

4 GB

Ram

1 GB

MicroSD Espansione Massima

32 GB

Camera

Fotocamera Anteriore

2 Mp

Fotocamera Posteriore

5 Mp

Auto-focus

Flash

Internet

Wi-fi

Bluetooth

Gps

Funzioni

G-sensor

Sensore Di Luce

Sensore Di Distanza

Altri

Browser

Auricolari

3.5 Mm

Connettività

Microusb

Lingue

Indonesiano, Malese, Tedesco, Inglese, Spagnolo, Francese, Italiano, Portoghese, Vietnamita, Turco, Russo, Arabo, Tailandese, Cinese (semplificato), Cinese (tradizionale), Polonia

Scheda Tecnica completa su www.phabletpoint.it


Nel vastissimo panorama degli smartphone prodotti in Cina, spiccano dei marchi d’eccellenza, come la Zopo, nome comunemente usato per indicare la Shenzhen ZOPO Communications-equipment Limited Company, fondata in Cina nel 2012 ed impegnata in ricerca, sviluppo e produzione di terminali mobili “intelligenti”.

ZOPO Mobile è un brand ancora non molto conosciuto in Italia, ma il gradimento del pubblico di conoscitori sta crescendo rapidamente con una gamma di smartphone Android dual-SIM di buona qualità e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo/prestazioni.

Spesso è abbastanza difficile caratterizzare i singoli modelli, visto che sono accomunati da prestazioni e design abbastanza simili, in virtù di un’ottima costituzione hardware.

Oggi prendiamo in considerazione il device ZP780, a torto o a ragione considerato un “entry-level”, offerto sul sito della Casa a 169,00 €, ma che a nostro modesto parere offre prestazioni e qualità ben più elevate di tanti smartphone “medio/basso di gamma” fregiati di marchi blasonati.

Prendiamo come modello di riferimento il Samsung Galaxy Core Plus, il cui prezzo di vendita medio si attesta nella fascia 169-199€.

La prima differenza notevole spicca sul cuore dell’architettura hardware: il processore quad core da 1,3 GHz per il cinese (dual core da 1,2 GHz per il coreano) fa sì che la maggiore fluidità del multitasking sia percepibile.

Lo Zopo vanta un generoso display da 5.0" netti, con tecnologia Multi-touch Screen a ben 16 milioni di colori, con risoluzione QHD, 960 x 540 pixels.   Il Core si ferma a 4,3”, naturalmente con tecnologia TFT a 16 milioni di colori e risoluzione 800 x 480 (WVGA).

Decisamente il principale punto di forza del ZP780 è il display luminoso ed estremamente leggibile anche in condizioni di molta luce circostante. Restituisce colori vivi e brillanti, con un’ottima resa del bianco e contrasti netti e precisi, senza la minima sbavatura, in qualunque angolazione della visione. Ricordiamo che la Zopo si avvale della tecnologia Sharp per la progettazione dei suoi schermi ad alte prestazioni.

Anche l’estetica del device si distingue piacevolmente dalla massa, proponendo un corpo molto piatto, snello, ben impugnabile, piacevole al tatto e con gli angoli piuttosto acuti.

Unici peccati veniali sono l’assenza di un Led frontale per le notifiche e del pulsante task manager fisico. I tasti principali menu contestuale/home/return non hanno a nostro parere un’illuminazione sufficiente.

Il sistema operativo Android 4.2 Jelly Bean, è notoriamente fluido e ricco di animazioni. In particolare sullo ZP780 vanta le seguenti caratteristiche: nuova interfaccia utente, ricerca vocale intelligente, la funzione Google Now che regola automaticamente il formato e il layout della pagina dello schermo, maggiore velocità di ottimizzazione della fotocamera principale.

Quest’ultima è costituita da un sensore CMOS da 5 MP autofocus (esattamente come il Samsung Core), con flash a Led incorporato, che garantisce scatti fotografici di qualità più che accettabile per l’utilizzo con i più comuni social-network.

La memoria interna è 4GB ROM (oltre 2gb liberi), espandibile con MicroSD fino a 32 GB, mentre la RAM vanta 1GB, al pari del Samsung Core, dotato però di capacità di archiviazione nativa pari a 8GB.

Una delle particolarità tecniche del supporto Dual Sim è invece la versatilità 3G, poiché entrambe le Sim possono supportare la connessione dati, in modo da switchare facilmente da una linea all’altra.

Infatti la connettività dello Zopo è WCDMA HSPDA 850/2100 MHz (Velocità di connessione: HSDPA max 7.2Mbps, HSUPA max 5.76Mbps, esattamente come il concorrente della marca coreana). Una nota particolarmente favorevole è l’utilizzo del device come Router Wi-Fi. Abbiamo effettuato la solita connessione Tethering sotto rete H3G: in condizione di pieno segnale H+, lo ZP780 regge senza incertezze il peso di un PC, di un Ipad e di un altro smartphone.

Concludendo segnaliamo altresì la buona performance della batteria Li-on da 1800 mAh, che garantisce la copertura dell’intera giornata, con un utilizzo massivo delle app più comuni.

Un’ulteriore conferma delle ottime motivazioni globali alla base dell’acquisto di questo smartphone, decisamente consigliato dallo staff di Phablet Point.

 

 

 

Erano 300, erano giovani e forti...

Hercules - La leggenda ha inizio, è un action epico diretto da Renny Harlin e con protagonista, nei panni dell’eroe mitologico, l’attore Kellan Lutz lanciato dalla saga di Twilight, in cui interpretava il vampiro Emmett Cullen.

Dimenticate le famigerate 12 fatiche, in questa pellicola-potpourri dal vago sentore di peplum troverete maldestri riferimenti a capolavori come il Gladiatore e 300, senza neanche l'ombra del pathos e della profondità di tali maggiori esempi.

Siamo nell'antica Grecia. Il regno di Tirinto è stremato dalla presenza di un despota chiamato Anfitrione, un uomo violento e bellicoso che non mostra rispetto per nessuno. Soffocata da un matrimonio senza amore, la regina Alcmena si rivolge alla dea Hera per ottenere salvezza. La divinità risponde alle preghiere della donna, assicurandole che presto sarebbe diventata madre del futuro liberatore, darà alla luce, cioè, il figlio di Zeus. La profezia si avvera e Alcmena è costretta a difendere la creatura, Hercules, ribattezzato Alcide, dalle perfide attenzioni del marito, propenso a difendere solo il legittimo erede, Ificle. I due fratelli crescono tra mille difficoltà, divisi dall'indole e dalla moralità. Ebe, la bellissima principessa di Creta, si innamora di Alcide/Hercules, ma viene promessa dal perfide Anfitrione a Ificle. Allontanato dal regno con una scusa, Hercules vede parte dell'esercito, guidato dal prode Sotero, soccombere sotto i colpi dei militari egiziani. E' solo l'inizio di una lunga prigionia che lo porterà prima a combattere come gladiatore e poi di nuovo a casa per completare il disegno del re dell'Olimpo.

In definitiva, sembra piuttosto di assistere ad un'edulcorata trasposizione favolistica del Robin Hood, catapultato in un improbabile scenario greco-romano. Inesattezze, patinature ingenue e sequenze fin troppo roboanti si susseguono senza apparente filo logico, suggerendo la nota sequenza esilio-sangue&arena-riscatto-vendetta in maniera semplicistica, con addirittura vaghi sentori da teen-movie.

 

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A tutto Smart: Komu Robo2

Komu è un marchio italiano che offre prodotti di telefonia mobile con un marketing orientato a coniugare la tecnologia più avanzata con un’offerta accessibile al vasto pubblico.

Iniziamo questo ciclo di recensioni e prove tecniche con il modello ROBO2, un device dal design compatto e forme arrotondate che ricordano nel posteriore lo stile Samsung S3, caratterizzato appunto dalla fotocamera rialzata e sporgente dal corpo dell’apparecchio.

La camera da 8 MP interpolati è affiancata da un utile flash a led sufficientemente potente.

Le dimensioni sono di 134.0×67.0×9.3 mm e si traducono in un display da 4,5 pollici, sufficienti a garantire un buon compromesso tra ergonomicità, stabilità della presa e precisione di utilizzo.

La prima impressione che si ricava impugnando il device è di grande solidità, sottolineata dalla piacevolezza al tatto del materiale plastico della scocca, esente da scricchiolii.

Per un inquadramento generale dell’apparecchio, effettuiamo il classico test di AnTuTu Benchmark: il risultato, globalmente soddisfacente, lo pone al di sopra del Samsung S2, appena un gradino al di sotto del Google Nexus 4. Quindi il processore Dual Core da 1.3 GHz riesce a garantire prestazioni di tutto rispetto per gestire le applicazioni più comuni.

Il display da 16 milioni di colori con tecnologia IPS TFT Multi-touch Screen, ha una brillantezza adeguata a tutte le condizioni ambientali e una sufficiente nitidezza garantita dalla risoluzione QHD 540*960 pixels. La profondità e la temperatura del colore sono adeguati alla categoria, e comunque superiori a prodotti Samsung o LG, nella stessa fascia di prezzo.

La risposta del touchscreen capacitivo è pronta, precisa e senza incertezze. L’illuminazione è potente, diffusa e ben distribuita su tutta l’area del display. Ottimi e ben illuminati i classici pulsanti capacitivi (menu, home, return) posti nella parte inferiore del device. Personalmente preferiamo la presenza di un pulsante home fisico, ma soltanto per la comodità di accedere immediatamente alla schermata di standby, e di rispondere direttamente alle chiamate in arrivo, attivando l’apposita funzione nel menu Accessibilità.

La fotocamera ha prestazioni medie (ricordiamo che gli 8 MP sono interpolati) e l’ingrandimento dell’immagine acquisita al pc tradisce qualche “sgranatura” di troppo, ma nel complesso si presta ad un utilizzo quotidiano, adatto agli standard comuni ai social network.

Una piacevole sorpresa l’abbiamo ricavata dall’attivazione della funzione Tethering & portable hotspot. L’ottima velocità di connessione nativa del device (HSDPA max 21Mbps, HSUPA max 5.76Mbps) tradotta in WiFi garantisce stabilità e performance soddisfacenti anche a due apparecchi collegati contemporaneamente: nel caso della nostra prova un Ipad e un Samsung S3 spuntavano prestazioni nello SpeedTest non inferiori a 3 Mbps in download e 0,6 in upload, sotto copertura H3G H+.

La memoria interna di 4GB è in linea con la categoria; la RAM di soli 512 MB riesce a supportare le prestazioni di una CPU MTK MT6572 2x1.3GHz, Dual core Cortex-A7, ottimizzandole nel sistema operativo Google Android 4.2.2 Jelly Bean. Nell’utilizzo pratico il device riesce a garantire una risposta precisa ai comandi, senza i tempi di latenza che abbiamo riscontrato in smartphone più “blasonati” e che vantano motori più potenti.

Infine, la funzionalità del Robo2 si completa con la presenza ormai universale in questa categoria di smartphone della tecnologia Dual Sim Dual Standby. Ricordiamo che le due Sim card sono contemporaneamente attive e funzionanti quando il telefono è in attesa di ricevere chiamate (ovvero in stand-by), ma quando una delle due Sim è in trasmissione (ovvero quando è in atto una conversazione), l’altra viene esclusa e quindi ad un ulteriore chiamante risulta spenta.

La gamma completa degli smartphone Komu la potete trovare presso il punto vendita di Potenza Phablet Point in Via Portasalza,37 - Tel. 0971/21522

Chloë, ovvero la bellezza del demonio

Sono passati la bellezza di 37 anni, ma la sua bellezza il vecchio satanasso non la perde mai. Ieri con il visetto emaciato di Sissy Spacek ed oggi con la super-lolita Chloë Grace Moretz. Ci piace davvero questo giovanissimo, conturbante ed irregolare volto, che ha già alle spalle l’ottima interpretazione dell’originalissimo e dissacrante Kick-Ass. Negli anni ’70, Sissy Spacek incarnava il personaggio complesso di Carrie in maniera quasi passiva e rassegnata. Oggi Chloë esprime al meglio la crudeltà demoniaca dei social media, con gli occhi e soprattutto con le sue mani magicamente conduce una sinfonia inquietante, senza apparire nemmeno un istante la vittima sacrificale, suggeritaci da De Palma.

La pellicola diretta da Kimberly Peirce è una rivisitazione in chiave dark-teen, che però comunica con più efficacia il messaggio subliminale del Maestro King, dal cui capolavoro lo ricordiamo è tratto il film. Carrie è un’adolescente segretamente inquieta ma in apparenza timorosa ed emarginata, repressa da un’educazione oscurantista di una madre single, che ha il volto della sempre splendida Julianne Moore, che mantiene il suo fascino maturo, senza risultare particolarmente angosciante. E poi la trama si dipana in maniera semplice in un crescendo sanguinario di assurde vendette.

La storia di telecinesi e fenomeni paranormali, catapultata nell'epoca contemporanea, si aggiorna sulle diavolerie degli adolescenti, che ora passano anche attraverso gli smartphone, e YouTube. 

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La Cina alla conquista dell'America

Con una complessa manovra finanziaria, il colosso Google ha venduto la divisione mobility di Motorola ai cinesi della Lenovo.
Nata come Legend Group Ltd e New Technology Developer Incorporated, attualmente la Lenovo è il più grande produttore di personal computer nella Repubblica Popolare Cinese ed addirittura nel 2004 è stato il terzo produttore nel mondo.

Google aveva acquistato Motorola Mobility nel 2012 per la bella cifra di 12,5 miliardi di dollari, ed oggi cede la divisione per soli 2,9 miliardi di dollari, anche se nel pacchetto mancano la maggior parte dei brevetti Motorola che il colosso di Larry Page detiene ancora gelosamente. A Lenovo vanno quindi tutti gli smartphone, 2000 brevetti e la licenza d’uso sui brevetti rimanenti, e Lenovo pagherà Google con 660 milioni di dollari in contanti, 750 milioni di dollari in azioni e il restante nei prossimi tre anni in tre diverse tranches.

A quanto pare la convenienza è stata vicendevole: Google con l'acquisizione di Motorola Mobility era interessata soprattutto ad impadronirsi del consistente pacchetto di brevetti della nota società di comunicazione, con sede a Libertyville, Illinois.

D'altro canto, Lenovo intendeva trovare un partner solido per penetrare nel mercato statunitense e conquistare quote di mercato nel panorama mobile mondiale. Google, altresì si libera di una divisione scomoda, che avrebbe potuto intralciare lo sviluppo dei dispositivi Developer Edition.

Larry Page, amministratore delegato di Google, rileva che "Lenovo ha le capacità di rendere Motorola Mobility un player globale nell'ecosistema Android" e che "questa decisione consentirà a Google di indirizzare la sua energia a una maggiore innovazione in Android".
"L'acquisizione di un marchio icona renderà Lenovo un forte competitor globale per gli smartphone. Abbiamo fiducia nel fatto di poter unire il meglio delle due società - mette in risalto l'amministratore delegato di Lenovo, Yang Yuanqing - e creare prodotti che piacciano ai clienti". (fonte "La Repubblica" - 29 Gennaio 2014)

Ricordiamo infine ai nostri lettori che Lenovo recentemente ha acquisito la divisione server business X86 di IBM, confermando la sua decisa volontà di attuare scelte strategiche in un mercato che guarda sempre più ad Oriente.

Ground Control to Major Tom

Mentre la rivista "Life" sta per pubblicare il suo ultimo numero cartaceo, il travet Walter Mitty parte per un viaggio alla ricerca di un importante negativo andato perduto, l'ultimo straordinario scatto del fotografo più avventuroso del mondo, la quintessenza della più pura avventura.
Tratto da un film di Danny Kaye, "I sogni segreti di Walter Mitty" costituisce la quinta regia di Ben Stiller dopo ben quarantacinque film girati da attore protagonista.
La pellicola è un viaggio alla ricerca di se stessi, per smettere di sognare ad occhi aperti e diventare davvero padroni della propria vita. La paura del cambiamento e l'idea di non potercela fare bloccano Walter in una situazione di frustrante inedia, da cui soltanto una ricerca interiore lo può elevare.
Il film è strutturato sul processo di cambiamento del protagonista. Si può notare, infatti, una progressione in crescendo, con un inizio blando, basato sull'essere troppo "comune", per poi diventare emozionante e dinamico nel momento in cui Walter trova la sua personalità.
Il tutto passa attraverso una colonna sonora azzeccata ed ad una splendida fotografia, che è personaggio vivo ed integrante del film. Lo spettatore è, infatti, piacevolmente immerso nella natura selvaggia di luoghi che in pochi hanno avuto la fortuna di visitare ed ancor meno di vivere.
Sean Penn si mischia perfettamente a questo quadro del "sublime", offrendo un' interpretazione indomita ed assorta. Un cameo davvero memorabile.
In conclusione ci troviamo davanti ad un film ben realizzato, carico di verità e poesia.
Un gruppo di personaggi strambi e ben assortiti ci accompagneranno in un avventuroso viaggio che ci insegna a non negare mai ciò che siamo veramente.
Seguire il nostro cuore è l'unica strada e non ci può essere morale migliore.

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Samsung Galaxy S5: design avveniristico e forse scocca in metallo

Dopo il lancio del Samsung Galaxy S4, gli esperti del settore hanno affermato che questo sarebbe stato l’ultimo Galaxy S “nell’ombra di Apple“, in quanto come sappiamo la serie Galaxy S è stata progettata fin dall’inizio come risposta ad iPhone. Sembra, però, che il prossimo smartphone top di gamma della serie Galaxy S sarà totalmente rinnovato e non sarà realizzato come risposta ad iPhone.
Il prossimo Galaxy S5 dovrebbe subire una profonda revisione, tanto che una presunta fonte interna all’azienda avrebbe riferito che Samsung sta già lavorando al prossimo Galaxy S5 con un corpo interamente in alluminio. Lo smartphone, naturalmente, ad oggi è ancora in fase di progettazione, per cui molte cose potrebbero cambiare fino al suo lancio che presumibilmente avverrà la prossima primavera.
I materiali in metallo sembra che rientrino in una nuova direttiva imposta dall’azienda coreana, denominata internamente Design 3.0. Samsung ha da sempre ricevuto critiche per i materiali dei propri dispositivi, ma sembra che finalmente ha intenzione di cambiare e dotare, almeno i top di gamma, di materiali in metallo, cosa a cui è andata molto vicina già con il Galaxy S4.

La carica degli OCTA-CORE

Inizia la carica degli OCTA-CORE. Per chi inizia a familiarizzare con il mondo tumultuoso della tecnologia in movimento, ci riferiamo alla nuova classe di cellulari, a metà strada tra gli smartphone (telefoni "intelligenti", capaci di mirabili funzioni avanzate) e i tablet (le "tavolette" su cui scivolano sempre più le nostre dita affamate di social network). E' stato coniato un termine apposito: phablet appunto, ovvero un dispositivo mobile di grandezza e prestazioni intermedie tra le due categorie summenzionate.

Da poche ore l’azienda cinese Zopo ha lanciato lo ZP998, il suo nuovo phablet top di gamma, animato dal sistema operativo del robottino verde Android e motorizzato dal recentissimo chipset octa-core di MediaTek, che ci riserva interessantissime sorprese. La casa produttrice per il nuovo Zopo ZP998 ha scelto di adottare il nuovo SoC MediaTek octa-core MT6592 da 1,7Ghz, con GPU MAli450 da 700MHz  e 2 GB di RAM. Secondo i benchmark rilasciati da MediaTek questo significherebbe che il phablet potrebbe raggiungere su Antutu un punteggio che sfiora i 30.000 punti.

Lo Zopo ZP998 è stato dotato di un display da 5,5 pollici full HD con risoluzione pari a 1920 x 1080 ed una densità di 401 ppi. Il display è un’unità ultrasensibile che consente l’uso sia con le mani bagnate, ma forse anche con i guanti.

Per quanto riguarda l’ambito fotografico, il dispositivo ci offre una fotocamera posteriore da 14 megapixel con apertura F/2.0 che dovrebbe consentirci scatti di qualità eccellente anche in condizione di scarsa luminosità. La fotocamera frontale, invece, ci offre un sensore da 5 megapixel. Entrambe le fotocamere possono essere azionate con un pulsante fisico posto sul lato del phablet.

Per il suo nuovo phablet Zopo ZP998, l’azienda produttrice ha finalmente realizzato un’interfaccia utente personalizzata di Android e quello che è stato denominato Zopo OS prevede delle opzioni particolari relative alle gesture. Per esempio sarà possibile impostare dei segni specifici da associare con delle azioni del telefono, come disegnare sullo schermo una C di Chiamata per aprire l’applicazione telefono.

Per quanto riguarda l’ambito connettività, supporti e sensori, lo Zopo ZP998 non manca di nulla ed è infatti dotato di NFC, USB OTG, WiFi 5 Ghz, WiFi direct, Bluetooth 4.0, screen WiFi, bussola, tecnologia di riduzione del rumore, finanche la tecnologia vocale BVE che segue il suono della nostra voce per garantirci chiare conversazioni quando utilizziamo l’altoparlante esterno.

Infine, il phablet, è anche dotato del supporto dual-sim e dello slot microSD che supporta card fino a 64 GB. La batteria in dotazione allo Zopo ZP998 è da 2.400 mAh e, secondo quanto dichiarato dall’azienda produttrice, dovrebbe garantirci un’autonomia di 270 ore in standby. Le dimensioni del dispositivo sono pari a 151,4 millimetri di altezza per 76,1 di larghezza per 9,1 millimetri di spessore.

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